Lily Gladstone è entrata nella storia vincendo il premio come miglior attrice protagonista agli Screen Actors Guild Awards 2024, il premio assegnato dal sindacato degli attori. L’attrice è stata premiata per il ruolo di Mollie Burkhart in Killers of the Flower Moon, diretto da Martin Scorsese, diventando così la prima attrice indigena a vincere nella categoria. Il suo personaggio è quello di una donna Osage sposata con un complice chiave nell’assassinio sistematico di membri del popolo Osage negli anni Venti.
Dopo essere stata presentata da Jessica Chastain, Gladstone è salita sul palco per dire quanto sia “orgogliosa” dei suoi colleghi attori per essere arrivati “qui in solidarietà con tutti gli altri sindacati” dopo gli scioperi di Hollywood dello scorso anno.
“Sento il buono in ciò che avete fatto, di ciò che fate”, ha detto. “Questo è stato un anno difficile per tutti noi. Per chi è in questa stanza, per chi non è in questa stanza”.
Durante il suo discorso, Gladstone (che si identifica sia nei pronomi femminile che in quelli neutri) ha anche riconosciuto che è un “dono” poter vivere del lavoro di attrice.
“La vittoria è poter essere qui. È poter stare sul set. È poter raccontare storie”, ha aggiunto. “Portiamo empatia in un mondo che ne ha tanto bisogno. È così facile prendere le distanze. È così facile chiudersi, smettere di provare sentimenti, ma noi continuiamo coraggiosamente a provarli e questo umanizza le persone, le fa uscire dall’ombra. Porta visibilità”.
Gladstone ha poi incoraggiato il pubblico e gli spettatori a casa a “continuare a raccontare storie a tutti i presenti in questa sala, a tutti coloro che guardano all’estero. Anche quelli di voi che non sono attori ma hanno una voce, hanno una storia che deve essere ascoltata. Grazie a tutte le anime compassionevoli presenti in questa sala e a tutti i narratori presenti stasera. Continuate a raccontare le vostre verità e a far sentire la vostra voce gli uni per gli altri”.
Tra le altre attrici candidate nella categoria, Annette Bening per Nyad – Oltre l’oceano, Carey Mulligan per Maestro, Margot Robbie per Barbie ed Emma Stone per Povere Creature!.
Gladstone (Blackfeet/Nimiipuu) ha fatto la storia in questa stagione dei premi, a partire dalla sua vittoria ai Golden Globes a gennaio come miglior attrice in un film drammatico. È diventata la prima attrice indigena a vincere un premio negli 81 anni di storia della cerimonia.
È anche la prima attrice nativa americana a essere candidata all’Oscar, grazie alla recente nomination come miglior attrice. Gladstone è stata premiata anche dal National Board of Review e al New York Film Critics Circle.
Nel corso della stagione, Gladstone ha continuato a sostenere la rappresentazione dei nativi sul grande e piccolo schermo, sfruttando i suoi discorsi di accettazione dei premi, le interviste e le apparizioni sul red carpet come opportunità per parlarne. Ha anche sostenuto altre popolazioni indigene che hanno scelto di non vedere Killers of the Flower Moon a causa delle rappresentazioni della violenza contro gli Osage, che potrebbero essere traumatizzanti.
La 30esima edizione dei SAG Awards si è tenuta il 24 febbraio allo Shrine Auditorium & Expo Hall di Los Angeles. Trovate l’elenco completo dei vincitori qui.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma