Renè Caovilla: “Le scarpe non sono un accessorio, ma un oggetto con forte valenza sociale”

Nell’anno del cinquantesimo anniversario della scarpa più iconica, amata e famosa di sempre, la maison veneziana ne celebra, durante la Milano Fashion Week, un’inedita evoluzione con il modello Cleopatra

“Per i tuoi occhi piango stasera e con le scarpe mie più belle salgo fino al paradiso dalle stelle” cantava Loredana Bertè in una sua celebre canzone, a significare quanto una scarpa può tirare su il morale di una donna con il cuore spezzato. Non c’è nessun accessorio in grado di comunicare l’identità di una donna come le scarpe. Ogni donna ne possiede una moltitudine che utilizza in contesti diversi nel corso della vita. Scarpe che rendono libere, uniche, indipendenti e felici tanto da meritare a volte follie. Pazzie che Renè Fernando Caovilla, emerito Cavaliere del Lavoro, titolo conferitogli dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, è stato felice di assecondare fondando un impero calzaturiero che tutto il mondo ci invidia.

Nel corso della sua storia di quasi nove decenni, la Maison Rene Caovilla ha disegnato scarpe che sono vere e proprie opere d’arte ed eccellenza, profondamente intrecciate con Venezia, la sua creatività e il suo stile di vita. La desiderabilità da tappeto rosso dei sandali di Caovilla, rinomati in tutto il mondo, è arrivata fino a Hollywood. La maggior parte delle celebrities ondeggiano sui red carpet dei principali festival del mondo indossando questi piccoli capolavori che nascono alle porte della città lagunare. Jessica Chastain, Jennifer Lopez, Julia Roberts, Emma Watson, Zendaya, Rihanna, Bella Hadid, sono alcune delle celebrity ammaliate dal fascino ipnotico di queste scarpe iconiche.

Nell’anno del cinquantesimo anniversario della scarpa più iconica, amata e famosa di sempre – caratterizzata dal celebre serpente – la Maison veneziana propone un’inedita evoluzione con il modello Cleopatra. Dal nome poetico ispirato alla regina egizia, che vuole richiamare il serpente simbolo della Maison e di Cleopatra, il modello in raso di seta declinato in tutte le varianti dei toni nude e in un’espolosione di colori ultra pop presenta un affusolato tacco a rocchetto, punta semiquadrata e l’iconica suola polvere di stelle. La collezione primavera estate 2024, presentata durante la Milano Fashion Week, oltre a nuove forme e nuove textures, vede protagonista anche un’originale zeppa scultura cromata e laccata nei colori oro, argento e nero con molla in acciaio temperato.

In passato per celebrare la Maison veneta, è stata allestita anche una mostra intitolata “The Art Of Dreams: Cleo, A Style Icon For 50 Years” per celebrare la scarpa più famosa del brand italiano. Pezzi di archivio unici disegnati da René Fernando Caovilla a partire dal 1973. Due anni dopo il sandalo veniva esposto al MoMA di New York, un traguardo che lo ha reso un’icona di arte moderna. “Cleo è un sandalo caratterizzato dal serpente, una sottile linea fatta come una molla che si avvita intorno alla caviglia, un filo sinuoso di pelle bordato di strass” ci racconta il Cavalier Caovilla, fondatore e ancora direttore creativo, nonostante i suoi 85 anni, durante la nostra chiacchierata.

Il sandalo Cleopatra di René Caovilla

Il sandalo Cleopatra di René Caovilla

Dove ha tratto ispirazione?

Lo concepii pensando ad un magnifico braccialetto d’oro che avevo visto al museo Archeologico Nazionale di Napoli. Uno di quei bracciali romani antichi. Un serpente che si attorciglia intorno a un polso, proveniente dalla Casa del Fauno di Pompei. Mi venne in mente di fare una spirale. Il problema era come mantenerne l’elasticità. Ruppi una sveglia per vedere come funzionava la molla: disfacendola non si riavvolgeva più. Quindi cercammo di dare al materiale la cottura giusta. Perché non si svitasse. Ed ecco la scarpa”.

L’ interesse per l’arte l’ha aiutata nel suo lavoro?

Mi interessa l’arte per esaltare l’immagine femminile. Facciamo questo lavoro perché abbiamo l’arte nel sangue. Una cosa che ci permette di sognare. Ed è l’unica cosa che ha un prezzo.

 Dalla fondazione della sua azienda ad oggi cosa è cambiato nel mondo delle calzature?

Dal primo modello Rita al sandalo simbolo Cleo, la storia della Maison poggia solidamente su tre valori fondamentali: passione, creatività, eccellenza. Il saper fare della tradizione rappresenta dunque l’anima dell’azienda, fatta di veri artigiani, amanti delle scarpe e delle donne. Ma il know-how artigianale ha bisogno di nutrirsi costantemente di nuova linfa e solo grazie ad una costante ricerca e l’integrazione delle nuove tecnologie, l’arte manuale può evolvere e tenere il passo con i tempi. Dall’unione complementare tra innovazione e tradizione centenaria, nascono calzature che uniscono bellezza, qualità e avanguardia.

Coco Chanel affermava: “Una donna con delle belle scarpe non è mai brutta!”. È ancora così?

Che siano décolleté tacco 12 o ballerine raso terra, stivaletti imbottiti o sandali gioiello non conta. Basta riconoscere che le scarpe non sono un accessorio, ma un oggetto con forte valenza sociale che trascende sé stesso diventando feticcio, simbolo, dichiarazione d’intenti, e, sempre più spesso, oggetto di culto.

Avere delle belle scarpe è fondamentale?

Moltissimo, moltissimo, moltissimo. Io non guardo mai dall’alto verso il basso le donne ma sempre dal basso verso all’alto. Dalle scarpe riesco a dedurre i modi della persona, l’eleganza, la rapidità e naturalmente il modo di camminare.

René Caovilla e Concita De Gregorio

René Caovilla e Concita De Gregorio

Come le venne in mente far indossare i gioielli alle scarpe? 

Le donne scelgono i gioielli per sentirsi uniche ed affascinanti, la stessa cosa fanno con le nostre calzature.

Ci racconta il suo incontro con Valentino e la vostra lunga collaborazione? 

Quando cominciai il rapporto con i marchi del lusso il primo che incontrai fu Valentino Garavani. Fui io a cercarlo. Gli scrissi: lei fa dei vestiti da sogno, penso di avere delle scarpe che potrebbero starci bene. Nacque un rapporto durato trent’anni, tanto che Valentino stesso mi scelse come designer per gli accessori della sua linea haute couture dando vita ad oggetti cult e creazioni feticcio sigillate con l’emblema Valentino by René Caovilla.

Poi arrivarono Dior, Chanel e Galliano… che ricordi ha? 

Anni formidabili, segnati da un’energia creativa inesauribile, da amicizie travolgenti, dalla voglia di sperimentare. In seguito ebbe inizio anche la collaborazione, durata diversi anni, con un’altra leggendaria maison, quella di Christian Dior, con John Galliano, con la quale furono realizzate per la passerella parigina creazioni oniriche, immaginifiche. Fu quindi la volta di Chanel e del contatto con il genio stilistico di Karl Lagerfeld.

Quali sono i piedi famosi che le hanno dato più soddisfazione?

Le mie creazioni negli anni sono state amate da Nancy Reagan a Lady D. Oggi calcano i principali red carpet del mondo ai piedi di star come Nicole Kidman, Julia Roberts e Charlize Theron.

Ma il piede che l’ha colpita di più a chi appartiene? Chi è la sua Cenerentola?

Sharon Stone. È stata da subito la mia donna preferita e lo sarà sempre. Secondo me è la donna più sexy del mondo. Esprime sesso dalla punta dei capelli fino alla pianta dei piedi. Ce l’ha nel sangue. È venuta a trovarci in fabbrica, l’ho avuta anche a Venezia. Abbiamo ancora un ottimo rapporto.

I piedi più sexy del pianeta quindi?

 Non erano solo i piedi! Era tutta la persona. Certo abbellendole il piede col mio serpente diventava ancora più interessante. Le mettevo sempre il tacco dieci o a volte undici. Se si mette un tacco alto ad una donna la si esalta immediatamente facendole esprimere tutta la sua femminilità. La Stone rappresenta la donna che esalta maggiormente quello che a me interessava: il sex appeal. Mai visto una donna così. Veramente.

Quando ha deciso di puntare solo sul suo marchio?

Il 2004 è l’anno dell’inaugurazione della prima boutique monomarca Rene Caovilla a Milano, cui hanno fatto seguito negli anni successivi Parigi, Venezia, Londra, Dubai. Ma che mi trovassi a Londra, Parigi, New York o Tokyo, ho sempre saputo chi ero, l’erede della tradizione storica del grande artigianato veneziano. C’è sempre stata Venezia con le sue meraviglie nei miei occhi, nel mio cuore, nelle mie mani.

 Quanto sono importanti le scarpe sui red carpet? 

Il red carpet alimenta un sogno, sia per chi lo vive che per chi lo segue da lontano, e la scarpa rappresenta di per sé un oggetto del desiderio, una scarpa Rene Caovilla rappresenta il sogno di poter calzare, forse la scarpa delle fiabe, quella che all’improvviso trasforma la realtà. È veramente questo il magnetismo che accompagna le mie scarpe e la loro suola coperta di polvere di stelle.

Le scarpe che indossa lei invece come devono essere?

Devono essere morbide e devono essere fatte con l’acciaio sulla pelle come quelle di Hermes, che fa delle belle e ottime scarpe.

Perché non ha mai fatto una linea maschile?

Semplicemente perchè del mondo maschile non mi è mai interessato nulla.

 

L’articolo è stato pubblicato sul magazine The Hollywood Reporter Roma di agosto.