Ciao,
benvenuti ne La Signora del venerdì, la newsletter di The Hollywood Reporter Roma.
Al suo interno troverete:
► Guardare Oltre di La Signora del venerdì
► La libertà, il desiderio, la creazione di Concita De Gregorio
► Taormina, l’inchiesta di Ilaria Ravarino
► I nostri articoli e approfondimenti che forse vi siete persi
► Saluti finali
Questa puntata ha un tempo di lettura di 20 minuti
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Guardare oltre
La Signora del venerdì è curiosa. Come tutte le donne colte, intelligenti, argute. Sa che ogni medaglia ha il suo risvolto, e non si accontenta mai di guardarne un lato solo. Ecco perché questa settimana ha avidamente letto l’articolo di Ilaria Ravarino sul festival di Taormina, che alla bellezza abbagliante del suo Teatro Greco ha affiancato il caos degli ultimi anni.
Ed ecco perché grazie a Manuela Santacatterina non poteva non scendere a fondo del fenomeno produttivo e cinematografico del momento: la banda di A24 – sì, è proprio come pensate, l’idea nasce dall’autostrada italiana che porta a L’Aquila – che ha rivoluzionato la Settima Arte (ri)partendo da Hollywood. Hollywood che ha creato nuove alleanze con cinema e musica, e su come lo ha fatto, quando, persino dove ci dice molto la direttrice Concita De Gregorio, in un editoriale che è come quelle infinite piste di domino: una piccola botta e tutto è al suo posto e con armonia forma un disegno che risulta chiaro a tutti perché qualcuno ha saputo immaginarlo e capirlo prima.
E Martina Barone a Pesaro ha saputo cogliere l’inquietudine di Peppuccio Tornatore, che ha vinto un Oscar e ha fatto la storia del cinema (e presto porterà il suo Il camorrista in tv, in una serie, per Titanus), ma non gli basta, vorrebbe percorrere tutti i generi, soddisfare ogni curiosità. Voglia, desiderio che sente, potente, anche Selene Caramazza, premio Scintilla al Bardolino Film Festival che si confessa a THR Roma con sincero trasporto e fa capire un po’ di più del mestiere dell’attrice oltre le frasi di circostanza di tante colleghe. E va la nostra Livia Paccarié su serialità periferiche solo geograficamente, scoprendo nouvelle vague che non t’aspetti, mentre Damiano D’Agostino continua a indagare sull’Intelligenza Artificiale, ossessione anche del Gladiatore Rusell Crowe, ambasciatore della candidatura di Roma a ospitare Expo 2030.
Infine Chiara Valerio interroga Paul Preciado, il filosofo del nuovo millennio che i nostri discendenti lontani leggeranno fra qualche secolo per capire chi siamo stati. E come. Quello che fa, in fondo, Roberto Brunelli: ci racconta Casablanca, facendoci scoprire che ha fatto la Storia, quella vera. Anzi, l’ha cambiata. La Signora del venerdì è tremendamente curiosa. Proprio come voi.
Buon fine settimana dalla Signora del venerdì. E Buona lettura!
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La libertà, il desiderio, la creazione: se non è questa la vita reale, quale è? - di Concita De Gregorio
► Un mio amico geniale mi diceva che non capisce le persone che dicono che il cinema è “lo specchio della realtà”, la moda è “quasi un’arte”, la musica è una lieta “distrazione” dalle pene della vita. Non capiva queste definizioni per approssimazione, riflesso, sottrazione. Che cos’altro è, la vita, se non quello che vediamo sugli schermi e dunque costruisce le nostre fantasie, abita i nostri sogni. Quello che indossiamo, o vorremmo indossare, per esserne definiti.
► Nella settimana dei Pride abbiamo dedicato la nostra copertina digitale a una storia. Quella della regista trans Levi Riso, in sella alla sua Harley Davidson, con un mantello rosa sontuoso e scarpe rosse lucenti. In quegli stessi giorni Pier Paolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, ha presentato la sua nuova collezione uomo alla Statale di Milano. Due dei modelli indossavano la gonna, sotto giacche di perfetta e antica tradizione sartoriale e camicie di impeccabile fattura.
► Mentre chi governa e amministra dibatte sulla legittimità delle coppie omogenitoriali, mentre le procure cancellano per decreto del tribunale uno dei due genitori di un bambino, la legge si arrovella a stabilire chi possa dirsi madre o padre, a che condizione, seguendo quali procedure. Mentre insomma, un passo indietro, la politica prova a mettere un freno alla realtà (non si capisce mai bene in nome di cosa, a nome di chi) la realtà medesima corre veloce e le dà due giri di pista.
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Taormina e (l’infinito) mistero del film festival: una storia bellissima, maledetta e caotica - di Ilaria Ravarino
► Quest’anno il Taormina Film Festival ha accolto Harrison Ford con Indiana Jones e il quadrante del destino. Ma ha dato il benvenuto anche a due nuovi direttori: Beatrice Venezi e Barrett Wissman. “Con noi rinasce il Festival di Taormina, è l’anno zero,” dichiarano. Ma rinasce da cosa?
► In 16 anni, il tempo in cui alla Mostra di Venezia si avvicendavano due direttori, Marco Müller e Alberto Barbera, Taormina ne ha cambiati 13. Fino all’anno scorso erano i critici cinematografici Alessandra De Luca, Federico Pontiggia e Francesco Alò. Ora Venezi e Wissman, un imprenditore texano che nel 2009 è stato indagato negli Stati Uniti per un caso di frode legato alle attività del fondo pensione statale di New York
► Un approfondimento sul Taormina Film Festival, una storia travagliata di debiti, ricorsi e guerre di successione, comuni in default e regioni in bancarotta, burocrazia infernale e soldi che non bastano mai
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Gli articoli migliori dalla redazione di THR Roma
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Russell Crowe, il gladiatore è tornato: “L’intelligenza artificiale è una minaccia per la creatività” - di Manuela Santacatterina
► Massimo Decimo Meridio è tornato, ma non per combattere nel Colosseo. Russell Crowe e la sua band – gli Indoor Garden Party – hanno suonato al Teatro Romano, all’interno degli studi di Cinecittà, affiancati dai The Gentlemen Barbers e dalla cantante irlandese Lorrain O’Reilly.
► Un concerto gratuito – compreso nel ciclo “Aspettando Alice” – nell’ambito del tour italiano della band che il 27 giugno toccherà anche Bologna e il cui ricavato sarà devoluto alle popolazione alluvionate dell’Emilia Romagna.
► Nell’incontro precedente all’esibizione, Russell Crowe ha parlato dello sciopero degli sceneggiatori. Una situazione da prendere con “grande e profonda serietà”. Avverte: “Credo che l’intelligenza artificiale sia una minaccia alla creatività. Se lasciamo che prenda il sopravvento andrà perduta la creatività della mente umana e le nostre vite saranno tutte molto più povere”
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La svolta europea sull’intelligenza artificiale. Brando Benifei: “Ci sarà più trasparenza” - di Damiano D’Agostino
► Le intelligenze artificiali (IA), in Europa, diventano più trasparenti. Questo è il segnale lanciato dal parlamento europeo, che il 14 giugno ha approvato a larga maggioranza una proposta di regolamentazione sulla next big thing. Una mossa che ha scosso il mondo della tecnologia, e che ha fatto tremare i muri delle big tech della Silicon Valley
► Una proposta in lavoro da quasi due anni, che metterà rigorose regole di trasparenza a strumenti come Chat GPT e MidJourney per proteggere il diritto d’autore. Una scelta che trova anche il favore del movimento dei creativi Egair.
► L’AI Act – questo il nome della regolamentazione – sarà approvato entro fine anno, ora comincia la negoziazione con gli stati membri, un processo che vedrà – secondo l’eurodeputato Brando Benifei – l’arrivo di “pressioni lobbistiche”. Tra le proposte anche la messa al bando dei sistemi di sorveglianza biometrica, sul riconoscimento emotivo e sulla polizia predittiva.
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Il talento ipnotico di Selene Caramazza: “I personaggi duri e dark mi piacciono da matti” - di Boris Sollazzo
► Selene Caramazza ha questa capacità di indossare il personaggio, diventando parte della storia. E non viceversa. Mantiene una sua riconoscibilità, e non piega a sé il racconto. Quando si comprende a fondo la sua bravura e il suo talento, è già troppo tardi, il personaggio che interpreta ti inghiotte nelle sue contraddizioni, nella forza fragile di quegli occhi che mutano dalla dolcezza alla durezza in una frazione di secondo, a volte tenendo entrambe con sé
► THR Roma l’ha incontrata alla Villa Carrara Bottagisio, in un look all black come le sue ultime eroine (da Leonarda in The Bad Guy a Luisa in Spaccaossa, il dark è inevitabile), e con capelli corti al posto della lunga chioma con frangetta degli anni scorsi
► “Mi sento pronta per lavorare oltreoceano, in questo momento della mia carriera ammetto che è una cosa che sto cercando,” racconta l’attrice. “E mi piacerebbe molto lavorare con Pablo Larraín, tantissimo – confessa Caramazza – come racconta l’universo femminile il cineasta cileno, credo non ci riesca nessuno. I suoi personaggi hanno una marcia in più e ha una visione che rispecchia molto il cinema che a me piace”
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Giuseppe Tornatore: “Il Nuovo Cinema Paradiso? Ha 35 anni, ma io non li sento per niente” - di Martina Barone
► La 59esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha deciso di dedicare la sua retrospettiva a Giuseppe Tornatore. Lo scorso anno la manifestazione aveva celebrato il lavoro di Mario Martone, riaprendo un discorso critico focalizzato sulla poetica dei maestri contemporanei, volontà confermata dallo stesso direttore artistico Pedro Armocida.
► “Leggendo di me attraverso gli altri mi accorgo che, in realtà, ho tracciato una linea retta nella mia filmografia”, spiega il regista riferendosi al volume Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film. “In verità volevo una carriera simile a una programmazione cinematografica: un musicarello di qua, un western di là, poi un film comico, uno drammatico”
► “Sono rimasto sorpreso,” afferma il regista a THR Roma. “Ho sfogliato il volume e ho visto tutti gli interventi, gli autori. Mi ha molto colpito – continua – Credo che leggendolo potrò trovare delle risposte che io stesso non sono riuscito a darmi negli anni, perché lo sguardo e la riflessione degli altri aiuta a capire bene il tuo lavoro. Sia quello che hai fatto o che ti accingi a fare”
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Andrea Occhipinti: la Rai e Mediaset sono poco inclini alle produzione LGBTQIA+ - di Pino Gagliardi
► La cinematografia LGBTQIA+ italiana è molto indietro rispetto alle Americhe e a molti Stati europei. I nostri film soffrono di un vuoto autoriale, narrativo, che viene colmato in parte dall’introduzione nel nostro Paese di film stranieri distribuiti, per la maggior parte, dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti
► Gli unici riferimenti attuali rimangono Ferzan Ozpetek (nel bene e nel male), che ha trattato sempre l’argomento in ogni suo film e recentemente Luca Guadagnino che con Call by Your Name si è guadagnato l’olimpo della cinematografia queer.
► A che punto siamo e dove andremo rispetto alle numerose produzioni che parlano di gay, lesbiche e persone trans nell’industria cinematografica mondiale? Lo abbiamo chiesto in questa video intervista ad Andrea Occhipinti in esclusiva a THR Roma. La casa di distribuzione e produzione Lucky Red è una delle poche realtà sul mercato che porta avanti la causa rainbow
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“No, il mio Orlando non è Frankenstein, ma una, cento, mille realtà di oggi”. Parla Paul B. Preciado - di Chiara Valerio
► Dottore in filosofia e teoria dell’architettura, Paul B. Preciado è uno dei massimi esponenti della filosofia contemporanea. I suoi lavori spaziano dai gender studies, alla pornografia, alla sessualità, passando la performance e l’arte contemporanea. In esclusiva a THR Roma racconta di Orlando, il suo primo lungometraggio
► “Il mio desiderio di fare un adattamento dell’Orlando è nato proprio dall’inquietante sensazione che Virginia Woolf avesse scritto la mia biografia 50 anni prima della mia nascita. O almeno questa è stata la mia impressione quando ho letto il libro per la prima volta, da adolescente,” racconta il filosofo spagnolo
► “Ho girato il film mentre scrivevo il libro Dysphoria Mundi (in Italia edito da Fandango Libri). E in qualche modo il film è una parodia filosofica del mondo che verrà, il lato B
cinematografico del libro. Volevo abbozzare una comprensione utopica e poetica di ciò che significa transizione di genere in una società ancora fortemente binaria e patriarcale”
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La vera storia di A24, lo studio indipendente che sta salvando il cinema - di Manuela Santacatterina
► Basta farsi un giro su Instagram o su Twitter. Internet è piena zeppa di meme dedicati ai titoli A24, la casa di produzione e distribuzione cinematografica e televisiva fondata a New York il 20 agosto 2012 da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges
► Lo sintetizza bene Jonah Hill, del quale lo studio ha tenuto a battesimo il debutto alla regia, Mid90s: “Avere il logo A24 all’inizio del tuo film è come un distintivo d’onore”.
► L’intuizione per creare lo studio indipendente – divenuta ormai leggendaria – Katz l’ha
avuta mentre guidava sull’omonima autostrada che collega Roma a Teramo passando per L’Aquila. Un totale di 166,5 km che hanno ispirato il nome dell’azienda che, in soli dieci anni, ha rivoluzionato e stravolto il profilo dell’industria cinematografica americana, facendo scuola e diventando un vero caso per il settore.
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Presunto colpevole: ecco la serie turca che attacca l’attivista Osman Kavala (sotto mentite spoglie) - di Livia Paccarié
► La scorso settimana, in Turchia la piattaforma digitale dell’emittente pubblica TRT ha trasmesso il primo episodio della serie Metamorfoz Kirilma. È una serie su Osman Kavala. Anche se sullo schermo il suo nome è Teoman Bayramli, per evitare cause legali. La serie mira però a screditare la reputazione dell’imprenditore e attivista turco, in carcere da sei anni e a cui l’anno scorso è stata confermata in appello la condanna all’ergastolo in un processo farsa
► Perché uno Stato dovrebbe commissionare un film per mostrare ai propri cittadini la colpevolezza di un altro cittadino la cui condanna non è ancora definitiva e che quindi gode della presunzione d’innocenza? Quando inoltre esiste una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che stabilisce che questa persona dovrebbe essere rilasciata immediatamente
► Mustafa Burak Doğu è lo sceneggiatore della serie, lo stesso di Diriliş Ertuğrul, una delle serie turche di maggior successo, mentre Murat Onbul è il regista. L’attore principale Can Nergis, ospite in diversi programmi televisivi turchi, ha descritto la serie come “una incredibile storia di spionaggio”. E ha parlato della sua soddisfazione nell’interpretare questo ruolo. La moglie di Kavala, la scienziata sociale Ayse Bugra, ha detto che operazioni come queste “fanno parte della campagna diffamatoria contro Osman”
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Operazione Casablanca: ecco come il “film dei film” ha cambiato i destini della Storia - di Roberto Brunelli
► La pellicola non è soltanto una love story tra Rick, Ilsa e Viktor: in realtà il film-icona di Michael Curtiz fu parte integrante della strategia di Roosevelt per imprimere una svolta nel conflitto mondiale, dalla Conferenza che si svolse nella città del Marocco insieme a Churchill alla scena della Marsigliese
► Piangevano quasi tutti, sul set, mentre si girava quella scena, nella quale Viktor Laszlo – l’eroe della Resistenza – incita l’orchestra del Rick’s Café a suonare l’inno francese (“Play the Marseillaise… Play it!”) e tutti gli avventori si uniscono a cantarla in un crescendo che finirà per ammutolire i nazisti capitanati dal maggiore Strasser
► Ogni dettaglio della sequenza è un’eco di lotta antifascista, dagli sguardi di Rick e Laszlo quando sentono la canea dei volonterosi carnefici di Hitler al primo piano emozionato della verace Yvonne, al giubilo finale accompagnato dalla rabbia sorda delle camicie brune. “Fu allora che mi accorsi che erano tutti profughi”: raccontò, a proposito delle lacrime che sgorgarono quel giorno davanti e dietro la macchina da presa, il caratterista hollywoodiano Dan Seymour
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