Il confine sfumato tra commedia e dramma crea confusione nelle categorie degli Emmy

Da Ted Lasso a The Bear passando per La fantastica Signora Maisel: la definizione dei due generi non è mai stata così fluida come nella corsa ai premi televisivi di quest’anno

La commedia è tragedia più tempo, diceva qualcuno. E nelle commedie televisive il tempo è tutto. Storicamente, la TV Academy considera una commedia come un formato televisivo di mezz’ora. In questa stagione, però, diversi show sono al confine tra commedia e dramma, sia per il tono che per la durata degli episodi. Il che potrebbe avere un impatto sulle loro possibilità di vittoria agli Emmy.

Emmy: il caso Ted Lasso

Prendiamo ad esempio Ted Lasso di Apple TV+, che ha vinto il premio come miglior serie comica per le sue prime due stagioni e punta a una terza nomination quest’estate. La serie che parla di una scalcinata squadra di calcio inglese, durante la pandemia ha trovato una base di fan entusiasti, grazie ai suoi messaggi positivi di collaborazione e comunicazione, temi presentati attraverso l’omonimo allenatore interpretato dal co-creatore Jason Sudeikis (che ha ricevuto due Emmy per la sua interpretazione).

Ma quella che era nata come una serie con episodi da trenta minuti si è evoluta in qualcosa di leggermente diverso, con episodi della terza stagione che superano l’ora di durata. Si tratta sempre di uno show divertente, ma la durata maggiore ha permesso a Ted Lasso di esplorare argomenti più seri (in questa stagione si parla di sessualità, razzismo e del divorzio di Lasso, e si continua ad affrontare il tema della salute mentale del protagonista).

Chi assegna gli Emmy non si è mai opposto alle serie comiche con puntate di un’ora: La fantastica signora Maisel di Prime Video, che concluderà la sua quinta e ultima stagione il 26 maggio, ha presentato una petizione per essere considerata una commedia e ha vinto come miglior serie comica nel 2018 ed è stata poi nominata nella categoria per ogni stagione successiva.

Le regole da rivedere

Orange Is the New Black di Netflix, un’altra serie dall’umorismo cupo, ha ottenuto una nomination come miglior commedia per la sua prima stagione nel 2014. Nel 2015, tuttavia, una decisione della TV Academy ha stabilito che gli show di durata superiore ai trenta minuti devono candidarsi come drammi o presentare una petizione formale per concorrere per l’altra categoria. OITNB ha fatto ricorso, ma la nuova regola e il tono più cupo dello show l’hanno costretta a cambiare categoria per le stagioni successive, rendendola la prima serie, negli oltre settant’anni di storia degli Emmy, a vincere premi sia nella categoria Comedy che nella categoria Drama.

Questa controversa regola è stata abbandonata nel 2021, spianando la strada agli odierni show a metà tra i due generi. Come Ted Lasso, Barry della Hbo si è evoluta notevolmente nel corso delle sue quattro stagioni. Mentre la durata degli episodi è rimasta vicina ai trenta minuti, la serie comica su un sicario – con cui Bill Hader ha vinto due volte il premio per il miglior attore e Henry Winkler per l’attore non protagonista, ma non ha ancora vinto il premio per la miglior serie comica – è diventata molto più cupa e devastante man mano che ci si avvicina al suo finale previsto per il 28 maggio. Ora è più simile a Breaking Bad, vincitrice di un Emmy, o al suo prequel, Better Call Saul, nominato agli Emmy. L’altra concorrente di punta del canale via cavo, Succession, che ha vinto due volte come miglior serie drammatica, è tanto divertente quanto seria, eppure si è affermata come il dramma da battere nella competizione di quest’anno.

Il dilemma The White Lotus

Questo pone un dilemma per The White Lotus della Hbo, che ha vinto l’Emmy per la miglior serie limitata/antologica per la sua prima stagione, nonostante sia stata rinnovata per una seconda prima della chiusura delle candidature agli Emmy l’anno scorso. La serie ha fatto un salto di categoria verso il dramma, ma i momenti goffamente divertenti della satira sceneggiata da Mike White, con episodi della durata di un’ora, la fanno sembrare più una commedia di costume.

Le serie in streaming si spingono da tempo oltre i confini dei generi e questa stagione vedrà come possibili candidate le commedie Poker Face, omaggio di Peacock al tenente Colombo (con una durata media di 60 minuti a episodio), e la spettrale Mercoledì di Netflix (con una durata per episodio di oltre 40 minuti), entrambe in grado di regalare risate e lievi orrori in egual misura. Le piccole cose della vita di Hulu, invece, rappresenta una sorta di anomalia televisiva: un dramma di mezz’ora. Nessun prodotto di questo tipo ha ricevuto una nomination agli Emmy come serie, e quindi Hulu ha presentato lo show con l’attrice Kathryn Hahn, ispirato alle rubriche di consigli della scrittrice Cheryl Strayed, come serie limitata.

The Bear ci riserverà sorprese agli Emmy?

Quest’anno la candidatura più sconcertante potrebbe essere quella di The Bear di FX/Hulu, che ha già fatto incetta di Golden Globe, SAG Awards e Indie Spirit Awards nella categoria Commedia, ed è una delle principali candidate agli Emmy. Ma anche se la nomination fosse assicurata, può una serie che racconta lo stress di un ambiente di lavoro tossico – in questo caso, una paninoteca di Chicago – competere nella stessa categoria con la commedia Abbott Elementary della ABC, su un posto di lavoro decisamente meno stressante? In un panorama televisivo dominato dallo streaming, le rigide regole di genere stanno diventando discutibili; se uno show cupo e drammatico dovesse vincere come miglior serie comica, l’Academy potrebbe dover rivalutare ancora una volta il modo in cui le categorie principali degli Emmy riflettono l’evoluzione dei gusti e dei toni.

Traduzione di Nadia Cazzaniga