La svedese Hilma af Klint (1862-1944) e Piet Mondrian (1872-1944), natio dei Paesi Bassi sono stati due degli artisti più fantasiosi del XX secolo. Pur non essendosi mai incontrati, condividevano lo stesso profondo legame con il mondo naturale e il desiderio di comprendere le forze alla base della vita sulla terra. Il rapporto ideale tra questi due pittori visionari viene analizzato per la prima volta in una grande mostra alla Tate Modern di Londra, dal titolo Hilma af Klint e Piet Mondrian: Forms of Life. Duecentocinquanta opere, tra cui dipinti, disegni e materiali d’archivio, che rivelano come la loro arte riflettesse nuove idee radicali, teorie e scoperte scientifiche in un’epoca di rapidi cambiamenti sociali.
L’ennesima dimostrazione di come i grandi musei, in questo momento storico (come dimostra anche il successo degli Uffizi negli ultimi mesi), fondino la loro strategia su grandi nomi e idee originali.
Hilma af Klint e Piet Mondrian: Forms of Life
Inaugurata il 20 aprile, l’exhibition resterà aperta fino al 3 settembre, una tappa culturale importante per tutti quelli che nei prossimi mesi vorranno fare un salto nella capitale britannica. Nello specifico, si tratta della più grande raccolta delle opere di Hilma af Klint mai messa insieme nel Regno Unito, tra cui spiccano tutti e dieci i monumentali dipinti della serie The Ten Largest (1907). Ed è anche la prima mostra, da 25 anni a questa parte, a mettere in luce i primi lavori di Piet Mondrian, insieme alle iconiche composizioni a griglia per le quali è più conosciuto. La mostra riunisce i suoi sorprendenti dipinti figurativi, come La nuvola rossa (1907) e L’evoluzione del (1911), e i primi esperimenti astratti, come Composizione a colori B del (1917), gettando una nuova luce su uno dei più celebri artisti moderni.
Forms of Life affonda le sue radici nella fascinazione di af Klint e Mondrian per il mondo naturale. Entrambi hanno iniziato come pittori di paesaggi rappresentativi, ma all’inizio del Novecento hanno sviluppato quasi contemporaneamente i linguaggi dell’arte astratta. I curatori della Tate Modern hanno voluto esplorare come i loro approcci unici all’astrazione siano stati ispirati da nuovi modi di guardare da vicino la natura. La mostra, che presenta i primi paesaggi, i disegni botanici e le raffigurazioni di fiori e alberi accanto ai dipinti astratti, illustra come la loro potente affinità con la natura sia rimasta una presenza duratura per tutta la loro carriera.
La mostra esplora anche il modo in cui entrambi gli artisti si sono confrontati con la spiritualità e il misticismo nella loro arte. La scoperta di forze invisibili come i raggi X, la radioattività e gli elettroni negli anni Novanta del XIX secolo mise in crisi la fiducia della società nella solidità del mondo circostante, rivelando ciò che era nascosto a occhio nudo. In tutta Europa, artisti e pensatori come af Klint e Mondrian si rivolsero a movimenti esoterici come la teosofia e l’antroposofia per conciliare la religione con il mondo moderno.
Il dipinto come medium
Oltre a lavorare come artista professionista a Stoccolma, af Klint era anche una medium e credeva che i suoi dipinti fossero guidati da poteri superiori. Oltre ai paesaggi e ai ritratti convenzionali, a partire dal 1905 af Klint creò un corpus segreto di dipinti mistici, insistendo che non dovessero essere visti in pubblico per almeno 20 anni dopo la sua morte. La Tate Modern presenta esempi chiave di queste opere, come Evoluzione (1908) e la serie dell’Albero della Conoscenza (1913-15). La mostra esplora anche le opere di Mondrian, come i paesaggi convenzionali e i ritratti, le sue convinzioni spiritualist, e il modo in cui la sua pittura geometrica, angolare e minimale fosse concepita per trasmettere idee sulla realtà essenziale dell’universo. I visitatori potranno vedere questi dipinti astratti a griglia nel contesto più ampio della sua carriera, insieme ai dipinti di fiori che realizzò nel corso della sua vita.
Al centro della mostra, una grande sala raccoglie schizzi, taccuini e lettere provenienti dagli archivi di af Klint e Mondrian, offrendo uno sguardo intimo su alcune delle idee alla base della loro arte. Presentata insieme a riferimenti chiave come la teoria dei colori di Goethe, i diagrammi alla lavagna di Rudolf Steiner e le rappresentazioni del mondo naturale di Carl Linnaeus, rivela come i due artisti abbiano sviluppato il proprio linguaggio visivo di segni, colori e forme come mezzo per dare un senso alla vita sulla terra.
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