Una mostra per raccontare l’universo Tolkien. Sangiuliano: “Bisogna esaltare il fatto che fosse un conservatore”

L'esposizione, che prenderà il via il 16 novembre e si protrarrà fino all'11 febbraio 2024 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, punta ad esplorare la persona e l'opera dell'autore del Signore degli anelli. Il ministro alla cultura: "Meloni non c'entra, ha altro a cui pensare"

“Questa mostra non è un incidente. È un atto deliberato e profondamente voluto. Ma non c’è alcuna dietrologia da fare. Anche se so che qualcuno si sta esercitando su questo”. Esordisce così, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano alla conferenza stampa per la mostra Tolkien. Uomo, Professore, Autore, che prenderà il via il 16 novembre e si protrarrà fino all’11 febbraio 2024 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

L’esposizione seguirà la scia di altre tre simili, allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022), “incrementandone i materiali e le testimonianze” e spostando il focus dall’opera al narratore, spiega il co-curatore e organizzatore Alessandro Nicosia. Tolkien. Uomo, Professore, Autore racconta lo scrittore in tutte le sue declinazioni individuali. Come amico e uomo di famiglia, come accademico universitario, ma anche come sub-creatore della Terra di Mezzo.

Di Tolkien, secondo Sangiuliano, bisogna rivendicare “il fatto che fosse un conservatore”. Soprattutto al fine di “esaltare i valori di umanità e amicizia in una società che punta a snaturare gli esseri umani, a ridurli a un codice a barre”.

Tuttavia, smentisce fermamente ogni polemica secondo cui l’esposizione avrebbe una matrice di destra. “È noto che io cito spessissimo anche Antonio Gramsci, che ritengo una grande autore, o Norberto Bobbio. Di recente abbiamo inaugurato una mostra su Calvino, e mi piacerebbe anche tornare a parlare di Faulkner così come nei giorni scorsi mi è piaciuto ricordare Malreaux”. Dunque, quella di rappresentare Tolkien nel suo aspetto umano, oltre che professionale, sarebbe una necessità solo ed esclusivamente culturale. “Era un antifascista, ma anche un anticomunista. Spesso ci si dimentica di dover essere entrambe le cose”. Una volontà solo divulgativa, scevra da ogni riferimento all’attualità, nonostante l’opera di Tolkien sia stata spesso ricondotta all’estrema destra nazionale. Perché, secondo Sangiuliano, “quando la cultura è alta non ha una dimensione politica”.

Infine, in risposta a chi allude all’apprezzamento della premier Giorgia Meloni per l’opera di Tolkien, il ministro chiosa: “Non c’è nessuna correlazione. La premier Meloni non è stata coinvolta nell’organizzazione della mostra. La verrà a vedere e ne sono onorato ma farla non è stata una sua scelta, ha altro di cui occuparsi”.

Il contenuto di Tolkien. Uomo, Professore, Autore

Nell’anno dell’anniversario dei cinquant’anni dalla scomparsa di Tolkien e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, dunque, la Capitale ospiterà la tappa iniziale di un percorso che toccherà prossimamente anche le altre grandi città italiane, a partire da Napoli. Una retrospettiva unica nel suo genere per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte. Manoscritti, opere, fotografie, clip dalle trasposizioni cinematografiche. Dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson.

Non mancheranno testimonianze dirette del rapporto di Tolkien con l’Italia. Dai racconti dei suoi viaggi a Venezia e Assisi nel 1955 ai segni di contatti con studiosi e intellettuali italiani, nonostante lo scetticismo generale che caratterizzò il circuito letterario nazionale negli anni Sessanta. L’Italia, in effetti, “accolse le sue opere in ritardo mantenendole sempre fuori dal suo panorama. La Compagnia dell’Anello, la prima parte de Il signore degli anelli, vendette solo 400 copie, quando uscì per la prima volta per Astrolabio nel 1967. Le pubblicazioni di Tolkien furono divulgate per intero solo nel 1970″ racconta il segretario generale al MiC Mario Turetta.

Un classico, senza se e senza ma

Solo qualche anno dopo, il mondo fantasy dell’autore britannico si inserì a pieno nel canone globale, togliendosi di dosso quell’aura “pop” che sempre gli era stata attribuita, “diventando un classico a tutti gli effetti, oggetto di ricerca e di studi accademici dedicati“, racconta Giuseppe Pezzini, professore di cultura e letteratura latina a Oxford.

La mostra punta dunque a celebrare la genesi di opere come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, che hanno cambiato irreversibilmente la letteratura contemporanea, a partire però dall’ispirazione, dalla formazione e dalla personalità di chi le ha scritte. Il tutto, raccontato in un’esposizione che vuol essere “di e per tutti”, ribadisce Nicosia. Il costo, infatti, grazie al patrocinio del MiC, sarà incluso nel biglietto ordinario d’ingresso alla Galleria.