Purtroppo il meteo non ha collaborato, e il concerto che si doveva tenere a Central Park, alla Naumburg Bandshell, lo scorso 26 giugno è stato spostato alla St. Bartholomew’s Church su Park Avenue. Una location che però si è rivelata ancora più spettacolare: un vero successo.
“Abbiamo riempito le navate, c’era la coda fuori di persone che volevano entrare”, racconta Alvise Casellati, il direttore d’orchestra e fondatore di Opera Italiana is in the Air, una serie di concerti che si tengono – sia in Italia sia negli Stati Uniti – appunto all’aperto, in modo gratuito, in luoghi popolari e frequentati, con lo scopo di attrarre il maggior numero di spettatori possibile. Anche quelli di passaggio, anche quelli che mai in vita loro sono entrati o mai entrerebbero in un teatro per assistere a uno spettacolo d’opera lirica.
Rendere l’opera accessibile
“L’idea è quella di rendere la bellezza dell’opera accessibile e piacevole a tutti”, continua Casellati, che spiega come l’opera lirica sia stata un divertimento popolare per oltre 425 anni – quando i teatri erano l’unica forma di intrattenimento ed erano frequentati da tutte le fasce della popolazione -, ma solo negli ultimi 75 è diventata gradualmente ed irrimediabilmente musica per l’élite. “Non lo è. L’opera è rilevante oggi come lo è stata sempre. Vogliamo aiutare un pubblico più ampio e più giovane a vederla e ad innamorarsene”, dice il direttore.
I cantanti d’opera -di solito vestiti da sera-, durante i concerti di Opera Italiana is in the Air indossano abiti da tutti i giorni, così come il pubblico. Basti pensare alla folla di turisti che anima Central Park d’estate, in cui il più elegante ha i pantaloncini corti senza calze. È davvero una possibilità di approcciarsi all’opera in modo diverso, con divertimento, educazione e cultura.
“Un’iniziativa del genere risulta necessaria soprattutto in una città come New York, dove i biglietti per gli eventi ufficiali sono sempre molto cari”, spiega Casellati, che con la sua idea dimostra ancora una volta come l’Italia sia profondamente amata e rispettata negli States.
Alvise Casellati: un ponte tra Italia e USA
Lo stesso Casellati è da considerare un esempio di ponte tra le due culture. Nato a Padova in una famiglia di musicisti (il trisnonno ha ricevuto il diploma in composizione da Rossini, il bisnonno è stato presidente del conservatorio di Venezia), prima si laurea e frequenta il Conservatorio in Italia, poi si sposta a New York dove frequenta la Law School della Columbia e dove studia direzione d’orchestra alla famosa Juilliard School (per capirci, quella dove gli studenti della serie Saranno Famosi sognavano di entrare).
“La musica è sempre stata la mia vita. A dieci anni sono entrato in conservatorio, quando mi sono diplomato in violino ero al terzo anno di legge. Ho fatto una vita da nerd, mattina a scuola e pomeriggio in conservatorio”.
Ma è con l’arrivo a New York che la vita di Alvise Casellati cambia davvero. “Lavoravo come avvocato in un fondo immobiliare e mi occupavo di arte italiana, fin quando non mi sono deciso e mi sono iscritto alla scuola serale di composizione della Juilliard School. Le mie uniche vacanze erano gli stage all’estero. Fu il maestro Piero Bellugi – assistente di Leonard Bernstein – a prendermi sotto la sua ala e a farmi capire che ciò che sognavo era possibile. Nel 2011 ho abbandonato il lavoro da avvocato”.
Opera italiana is in the air
Opera Italiana is in the Air è la sua missione da musicista. “Nei libretti d’opera ci sono i nostri valori, c’è positività, c’è cultura, c’è l’essenza di chi siamo. In questo senso, l’opera è pop. La questione è saper comunicare la modernità dell’opera al pubblico odierno, ormai convinto che questa sia un’arte esclusiva riservata a pochi ricchi spesso anziani”.
Una convinzione trasversale, ma che forse in Italia – complice l’eccesivo rispetto per il passato e la poca voglia di rischiare – si sente forse ancora di più rispetto agli Stati Uniti. Non a caso, quest’anno, all’evento newyorkese, il direttore d’orchestra ha selezionato e presentato anche All Around Earth, una composizione originale di Isaac Thomas, studente del programma pre-college della Juilliard School.
“Quando ho selezionato il brano non avevo idea chi fosse e quanti anni avesse il compositore. Quando mi sono trovato davanti questo ragazzino di undici anni sono rimasto sconvolto”, spiega il direttore. Dopo la tappa di Roma e quella di New York, Alvise Casellati sarà ad agosto a Caracalla e poi all’Arena di Verona. A settembre, sarà di nuovo negli Stati Uniti, a Washington, per un concerto davanti al monumento ad Abramo Lincoln: uno dei luoghi simbolo della democrazia americana.
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