Paola Minaccioni: “E pensare che potevo essere in The White Lotus. Lol? Sì, lo farei”

L'attrice romana vola verso gli Stati Uniti: porterà a New York e a Los Angeles lo spettacolo Dal vivo sono molto meglio, il 5 e il 9 maggio. Lo (e si) racconta a The Hollywood Reporter Roma in esclusiva

Paola Minaccioni vuo’ fa l’americana.

L’attrice comica romana, dopo anni di gavetta e una carriera che con graduale esponenzialità è arrivata al cinema d’autore come al grande cinema pop (da Fausto Brizzi a Ferzan Ozpetek, non dimenticando Carlo Vanzina, Costanza Quatriglio e Matteo Garrone), passando per i suoi personaggi cult in radio prima a 610 e poi a Il Ruggito del coniglio, approda negli Stati Uniti. Lo fa nell’ambito della storica rassegna In Scena! Italian Theater Festival NY 2023 – “sono anni che ci rincorriamo, ci eravamo messi d’accordo tre anni fa ma il Covid ci ha costretto a rimandare tutto, finalmente ce l’abbiamo fatta!” – portando il suo spettacolo teatrale Dal vivo sono molto meglio – “sì, me lo dicono in tanti, e alla fine è un complimento bello, anche se strano” – che oltre oceano diverrà I am so much better in person, per la regia di Paola Rota.

Con lei in scena Lady Coco Dj, per riproporre la sua galleria di donne che “saranno lì a conversare con me, a darmi consigli, in un’esibizione a metà tra la stand up e la commedia dell’arte”. La premier Giorgia Meloni, la superstar musicale Loredana Berté, l’immancabile Sabrina Ferilli incontreranno un pubblico prevalentemente italoamericano in una sorta di Minaccioni Universe in cui si alterneranno con improbabili assistenti telefoniche, raffinate potesse, manager in carriera.

Le date in America di Dal vivo sono molto meglio

L’attrice sarà il 5 maggio a New York a Casa Italiana Zerilli-Marimò a Manhattan (Greenwich Villae), sede degli studi d’italiano dell’Università di New York. Nel XIX secolo, la struttura era la casa di famiglia dei Zerilli-Marimò e la baronessa Mariuccia, in ricordo del marito Guido, l’ha lasciata in donazione – cedendola e restaurandola – nel 1990 perché diventasse un polo multidisciplinare che consentisse alla cultura italiana di uscire fuori dai confini nazionali.

Il 9 maggio, invece, Paola Minaccioni andrà a Los Angeles, sul palco dell’Hudson Theatre, su Santa Monica Boulevard (l’arteria che da ovest, nella città degli angeli, arriva fino al mitico Sunset Boulevard) “e sogno che a uno dei due spettacoli ci sia Meryl Streep. Se devo sognare, preferisco farlo in grande. Magari a tutti e due, tanto io inserisco sempre l’attualità nella mia drammaturgia, quindi ogni sera lo spettacolo è diverso”. Ed essendo figlia di uno storico massaggiatore della As Roma – il padre Roberto è stato in società dagli anni ’50 e gli anni ’80, “un uomo molto liberale, l’unica trasgressione che non avrebbe sopportato sarebbe stata sapermi laziale” – non le dispiacerebbe “se al mio primo live americano venissero anche Ryan e Dan Friedkin”, i proprietari della squadra giallorossa.

Paola Minaccioni, progetti mancati e “sperati”

Nell’intervista data in esclusiva a The Hollywood Reporter Roma Paola si dice felice di quest’opportunità: “Sono emozionata e curiosa. Sono una che tiene sempre a battesimo nuovi pubblici, fui la battistrada anche al Gay Village, mi piace sperimentarmi dove altri ancora non sono stati”. E soprattutto farlo con il teatro, uno dei suoi grandi amori, che l’ha vista con Anna Foglietta riempire sale ed entusiasmare la critica con L’attesa. “Un’esperienza unica e bellissima, di cui non rimpiango nulla. Anche se per seguire la tournée non ho potuto partecipare al provino di The White Lotus. Sabrina Impacciatore è stata bravissima, ma chissà come sarebbe andata. Sarebbe stato bello”.

E sulla televisione, che l’ha vista mattatrice molte volte, svela che “sì, LOL lo farei, credo sia uno dei pochi spazi credibili e motivanti per un comico in questo momento”