Il plastico del tendone fa un’entrata che nemmeno Mick Jagger. Fumo, laser, schitarrate, le poltrone che tremano: il modellino su pedana mobile appare roteando sul palco, mentre il logo del teatro – la casa del musical per eccellenza: gli americani lo chiamano “la Broadway italiana” – si illumina di quinta. Altro che i plastici di Bruno Vespa.
Siamo al Sistina, teatro romano (ed ex cinema) popolarissimo negli anni Sessanta con la direzione di Sandro Giovannini e Pietro Garinei, ed è il giorno del taglio del nastro: quello della nascita del Sistina Chapiteau, la prima costola itinerante della struttura, un tendone bianco e rosso da 300 metri quadri che a partire da dicembre, per tre anni, viaggerà attraverso la penisola portando in tour gli spettacoli musicali in cartellone.
Le date e gli spettacoli
Per la prima volta in Italia il musical si fa circo itinerante, seguendo il modello del Cirque du Soleil (letteralmente: a fabbricare il tendone è la stessa ditta, la piemontese Canobbio) e dei “teatri tenda” popolari in Europa, soprattutto in Germania. Si parte il 13 dicembre a Milano, dove lo chapiteau resterà per tre mesi nell’area – di proprietà delle Ferrovie dello Stato – dello Scalo Farini: inaugurazione con CATS, poi Il Marchese del Grillo, la nuova produzione Matilda Il Musical e la chiusura con Billy Elliot – Il Musical.
Tappa successiva, non ancora confermata, il Salento: “La Puglia ci interessa, sotto Bari non siamo mai andati – racconta il direttore artistico Massimo Romeo Piparo, cravatta viola a sfidare la superstizione, da dieci anni alla guida del teatro – L’idea è quella di portare il Sistina nei posti dove non siamo mai stati, anche in luoghi dove non c’è nulla. Cominciamo da Milano per dare luce all’evento, poi proseguiremo in tutta Italia”.
I numeri del Sistina Chapiteau
Notevoli i dettagli del progetto: un foyer con zona ristorazione e merchandising, un’area vip con pianoforte per musica dal vivo, un palco da 300 metri quadri e un tunnel per accedere alla sala, 1500 posti con le poltroncine in velluto rosse e grigie come quelle del Sistina originale. In tutto 4200 i metri quadrati di pvc trasportati, insieme ai tralicci, dai 15 tir che attraverseranno il paese.
Un impegno economico importante, “tre milioni e mezzo di euro il costo della prima parte del progetto”, che il Sistina spera di recuperare non solo con i biglietti, ma anche con l’affitto del tendone ad aziende ed eventi privati: “Ho deciso di provarci perché sono stufo di relazionarmi al vecchio mondo del teatro romano, che non sente più stimoli perché interamente sovvenzionato dallo Stato – racconta Piparo – È un settore che si sta chiudendo, ripiegando su se stesso, proprio nel momento in cui il pubblico chiede altro. La verità è che le persone lo comprano, il biglietto, se offri loro qualcosa di nuovo”. Una novità che risponde anche a un problema, quello di trovare spazi adeguati per il musical: “I teatri spesso non hanno sale adeguate, e incastrarsi nelle loro produzioni è complicato. Col tendone, in 20 giorni, possiamo smontare tutto e muoverci dove vogliamo”.
Sale inadeguate, pubblico in cerca di novità, mancanza di stimoli. Uno scenario che lo stesso Piparo paragona a quello del cinema italiano: “La differenza? Le sale cinematografiche sono private, quello che manca al cinema è il prodotto. Viziati dal tax credit, i film che escono non danno stimoli sufficienti allo spettatore. Lo dice anche la cronaca: è un mondo in cui basta che ti incateni al Campidoglio – ha poi aggiunto, a una settimana dall’occupazione simbolica del presidente della Fondazione Piccolo America Valerio Carocci – per ottenere contributi e attenzione”.
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