Anche senza la sua “pezza”, Valerio Lundini continua a essere il miglior comico italiano del momento. La sua assenza dal palinsesto Rai, privato sia di Una pezza di Lundini che del fantomatico programma che avrebbe dovuto condurre dopo (dice che ne sta scrivendo uno, speriamo), viene compensata dai sold out degli spettacoli teatrali.
Un tour, Il mansplaning spiegato a mia figlia, che sta riempiendo i teatri di Roma e Milano, in attesa di vedere Lundini al cinema con Il miglior secolo della mia vita di Alessandro Bardani, di cui è protagonista al fianco di Sergio Castellitto.
“Mi stava simpatico prima, cioè da prima di conoscerlo – afferma Lundini – Che poi ora se dico così sembra per piaggeria”. Ma i fan più accaniti sanno bene che l’attore italiano dà anche il titolo a un brano della sua band, i Vazzanikki: “È imbarazzante, gli ho dovuto spiegare come nasce la canzone”.
Valerio Lundini, tra Grease e Bo Burnham
Una comicità tagliente, una creatività frenetica. Ma se gli viene chiesto “secondo te perché piaci?”, risponde che non lo sa. O meglio: “Il perché lo so anche”, ma non vuole approfondire per paura di tirarsela, come secondo lui fa Bo Burnham. Eppure, proprio come negli speciali su Netflix del comico americano, anche il suo show si alterna tra sketch umoristici e momenti canori.
Che poi, al musical, Valerio Lundini ci ha pensato: “Ho in mente un musical su Pacciani, il problema è trovare il casting giusto, mica si può chiamare Roberto Bolle”. Ma Lundini non è affatto da sottovalutare, infatti anche lui nel suo spettacolo balla e canta in una sequenza sincopata dedicata a Grease.
E anche quando gli viene chiesto se, come la collega Emanuela Fanelli, ora punti al David di Donatello, la risposta è negativa. A proposito della gioia autentica provata per l’attrice e comica, premiata come migliore attrice non protagonista per Siccità, rivela: “Credo sia stata la prima volta in vita mia che sono stato contento sinceramente per una cosa successa a un’altra persona. Tutte le altre volte dico ‘Ah, sono contento’, ma sotto sotto non me ne frega niente”.
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