America Ferrera, diventata virale sui social network per il suo monologo nel film Barbie di Greta Gerwig, è rimasta sorpresa dal sapere che ad empatizzare con le sue parole sono state proprio le ragazze adolescenti. In un’intervista a People pubblicata mercoledì 3 gennaio, la star di Superstore ha raccontato di una giovane ragazza che ha usato il monologo del suo personaggio, Gloria, che parlava degli impossibili standard imposti alle donne dalla società per un’audizione a un corso di teatro.
Per Ferrera, che ha recitato anche nella serie Ugly Betty, è stato “divertente”, ma allo stesso tempo è “molto triste che una ragazza di undici anni si riconosca in quel monologo, e che sappia cosa significano quelle parole”.
In una chiacchierata con il The New York Times, Ferrera ha raccontato come il monologo finale contenga anche sue aggiunte e pensieri, che sono stati frutto di una rilavorazione della sceneggiatura con la regista e co-scrittrice Greta Gerwig.
“Greta mi ha chiesto: ‘Perché non mi dici semplicemente cosa diresti? Scrivilo con parole tue. Cosa aggiungeresti?’. Non tutti i registi iniziano invitando gli attori a riscrivere il loro lavoro. Alcune delle cose di cui abbiamo parlato sono entrate nella sceneggiatura”, ha ricordato Ferrera.
E continua: “La frase ‘Sii sempre grata’ è nata da quella conversazione con Greta. Lei l’ha approfondita aggiungendo: ‘Ma non dimenticate mai che il sistema è truccato’. Ci sono state molte versioni che abbiamo fatto. E ho potuto farlo perché mi sono davvero fidata di Greta che sapeva cosa sarebbe stato giusto per il film”.
Femminismo 101
Nonostante molti spettatori siano riusciti a rivedersi nelle parole di Gloria, alcuni credono che il monologo sia una grande semplificazione del femminismo. Su queste critiche, Ferrera ha detto: “Ci sono molte persone che hanno zero o poche conoscenze del femminismo, e hanno bisogno delle basi. Intere generazioni di ragazze che si stanno affacciando ora e che non hanno parole per la cultura in cui sono state cresciute. Ma anche ragazzi e uomini che potrebbero non aver mai trascorso del tempo a pensare alla teoria femminista”.
“Se siete esperti di femminismo, potrebbe sembrare una semplificazione eccessiva”, aggiunge l’attrice. “Ma ci sono interi Paesi che hanno vietato questo film per un motivo. Sostenere che qualcosa di fondamentale non sia necessario perché semplice e di base, è di per sé una semplificazione eccessiva. Credere che tutti siano allo stesso livello di conoscenza e comprensione dell’esperienza della femminilità è una semplificazione eccessiva”.
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