Bryan Singer ha in programma un documentario su se stesso. Un film che affronta le accuse di molestie e violenza sessuale a lui rivolte, raccontando anche il suo tentativo di tornare a fare il regista.
Fonti hanno riferito a The Hollywood Reporter che il progetto è stato lanciato nel mondo dei documentari. Variety riporta che il regista sta autofinanziando l’impresa. Singer è rimasto lontano dai riflettori in seguito a un articolo pubblicato nel 2019 su The Atlantic. Lo stesso anno, Singer ha patteggiato una causa intentata da Cesar Sanchez-Guzman, il quale sosteneva di essere stato violentato dal regista durante una festa a Seattle nel 2003, quando aveva 17 anni. Singer ha negato tutte le accuse.
Prima dell’articolo pubblicato su The Atlantic, Singer aveva ricevuto l’incarico di dirigere il remake del film d’azione degli anni Ottanta Red Sonja. Ma è stato poi allontanato dal progetto in seguito alla pubblicazione dell’inchiesta. Nel 2017 – in seguito a ripetute assenze dal set – è stato anche sostituito come regista dal musical biografico sui Queen Bohemian Rhapsody. La sua agenzia – la WME – lo ha “abbandonato”.
La filmografia di Bryan Singer
Dopo aver esordito nel 1993 con Public Access, Singer ha consolidato il suo status di regista emergente con il film I soliti sospetti del 1995, che è valso un Oscar a Kevin Spacey.
Singer è stato anche “l’architetto” dietro al franchise cinematografico degli X-Men, firmando la regia del film del 2000 e poi del sequel del 2003. Ha poi diretto X-Men: Giorni di un futuro passato (2014) e X-Men: Apocalisse (2016).
Ha firmato anche la regia di Superman Returns (2006), con Brandon Routh e Kevin Spacey, e il thriller storico Operazione Valchiria (2008), con Tom Cruise. E la sua casa di produzione – la Bad Hat Harry – ha realizzato la famosa serie Dr. House – Medical Division.
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