Calah Lane sta assaporando la sua vita di “pura immaginazione” dopo aver recitato al fianco di Timothée Chalamet nel film Wonka, l’atteso film natalizio della Warner Bros.
Il musical vede l’attrice quattordicenne nei panni di Noodle, un’orfana volenterosa ma disagiata, che non ha mai assaggiato il cioccolato, finché non finisce nello stesso collegio di Willy Wonka, l’adoratore di dolci interpretato da Chalamet. Il film del regista Paul King, che racconta i primi anni di vita del personaggio del romanzo di Roald Dahl del 1964 La fabbrica di cioccolato, è interpretato anche da Hugh Grant, Olivia Colman e Keegan-Michael Key.
Lane, che ha ottenuto una nomination ai Critics Choice per il suo ruolo, è cresciuta a Fort Worth, in Texas, e ha mostrato per la prima volta interesse per lo spettacolo quando sua madre l’ha filmata mentre intonava una hit di Michael Jackson all’età di 2 anni. In seguito, all’età di 4 anni, ha ottenuto una parte da non protagonista in una produzione di Annie ed è poi apparsa in Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles, Hollywood, This Is Us e La famiglia McKellan, oltre che in un paio di episodi del Jimmy Kimmel Live! in cui ha cantato come corista.
L’attrice ha raccontato a The Hollywood Reporter che prima del provino aveva visto solo La Fabbrica di Cioccolato (2005) di Tim Burton, con Johnny Depp, e che aveva pensato si trattasse del primo film su Wonka, non conoscendo quello del 1971 Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato, interpretato da Gene Wilder. In realtà, non si è nemmeno resa conto di quello in cui si stava cacciando quando si è lanciata nel progetto.
“Ho fatto un’audizione e non avevo idea che fosse per Wonka“, ricorda Lane. “Il mio nome era Nutmeg. C’era scritto Progetto senza titolo e credo che il nome di Willy Wonka fosse Jimmy o qualcosa del genere. Ho scoperto che era per Wonka quando sono andato in Inghilterra per uno screen test”.
Lane è entrata in contatto per la prima volta con Chalamet durante uno screen test virtuale e poi lo ha incontrato durante una prova, dopo aver ottenuto la parte. L’attrice ha elogiato il suo collega per averla fatta sentire a suo agio: “A volte è difficile per me entrare nel personaggio. Quando l’ho visto sul set, ho pensato: ‘Wow, lui lo fa davvero, davvero, davvero bene’. E cercato di prendere ispirazione. Ma lui è molto divertente sul set”.
I due hanno spesso delle scene insieme e hanno avuto molto tempo per entrare in sintonia, anche durante un memorabile numero musicale che coinvolge una giraffa e un altro in cui erano intrappolati in litri di cioccolato liquido. Quest’ultima scena è stata prima provata con una lozione marrone e poi, in un secondo momento, l’elisir conteneva cioccolato vero e proprio.
“Anche se si trattava di cioccolato, ci dicevano: ‘Per favore, non mangiatelo’”, ricorda Lane a proposito del team del film. Si può dire che il liquido ha lasciato un’impressione duratura in più di un senso: “Le mie mani erano gialle, i miei piedi erano gialli ed era davvero strano”.
A proposito di cioccolato, il ruolo ne richiedeva un consumo abbondante. “Ho mangiato tantissimo cioccolato perché facevamo riprese su riprese”, racconta l’attrice. “Non era un cattivo cioccolato, il che era positivo, perché c’era una chocolatier sul set. C’erano così tanti dettagli nel cioccolato, ed era fantastico. Faceva tutti i cioccolatini a mano”.
Inutile dire che Lane non si lamenta affatto. “Adoro il cioccolato, quindi ne mangerei anche 30.000 pezzi se potessi”, ha commentato (per fortuna, il ruolo non richiedeva di divorarne così tanto).
Per quanto riguarda il suo percorso professionale, Lane, che continua a studiare da casa, dice che le piacerebbe provare un ruolo d’azione o magari un progetto ambientato in un liceo, stile Mean Girls. E se dovesse avere un altro ingaggio che richiede di cantare e ballare, sarebbe più che in grado di farlo, visto che ha persino insegnato a Chalamet alcuni passi di danza durante il loro tempo libero.
“Gli ho insegnato il ballo di Thriller“, dice Lane con orgoglio. “Sono la fan numero uno di Michael Jackson. So tutto”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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