Daniel Ellsberg, economista, attivista e analista militare statunitense, celebre per avere pubblicato i Pentagon Papers del 1971, uno studio top-secret del Pentagono sul processo decisionale del governo degli Stati Uniti in relazione alla guerra del Vietnam, è morto lo scorso 16 giugno. Aveva 92 anni e da sei settimane aveva concluso oltre 40 ore di interviste con il documentarista Paul Jay. Il regista sta lavorando a How to Stop a Nuclear War, che segue gli sforzi di Ellsberg nel lanciare l’allarme sulla minaccia di una devastante guerra nucleare.
Lunedì 19 giugno Jay ha dichiarato a The Hollywood Reporter che l’uomo che aveva dato l’allarme sulla guerra del Vietnam aveva passato il resto della sua vita a preoccuparsi molto di più del fatto che gli Stati Uniti e la Russia stessero pianificando un attacco nucleare distruttivo a livello globale, che avrebbe potuto essere lanciato accidentalmente o intenzionalmente.
“Dan considerava il mondo di oggi più pericoloso di quello della crisi dei missili di Cuba”, ha racontato il regista di Toronto a proposito dello stallo dell’ottobre 1962 tra il presidente americano John F. Kennedy, il leader sovietico Nikita Kruscev e il primo ministro cubano Fidel Castro, che per poco non sfociò in una guerra nucleare.
Daniel Ellsberg e la raccolta fondi di Barbra Streisand
Per completare il suo documentario, Jay ha dichiarato di aver realizzato circa 40 ore di interviste con Ellsberg entro il 1° maggio, mentre il lavoro sul film è proseguito durante la malattia dell’economista. Il film, che avrà come voce narrante Emma Thompson, è basato sul libro di Ellsberg Doomsday Machine: Confessions of a Nuclear War Planner.
Ellsberg è noto per aver fatto copie dei Pentagon Papers e dei documenti riservati sul nucleare durante l’amministrazione Nixon e aver passato i documenti al New York Times e ad altri media nel 1971. Essendo un analista di alto livello del Pentagono, Ellsberg fu accusato dagli Stati Uniti di aver violato la legge sullo spionaggio, ma il caso fu infine archiviato a causa della cattiva condotta del governo nella raccolta delle prove nel 1973.
Jay attribuisce all’attrice hollywoodiana Barbra Streisand il merito di aver organizzato, quell’anno, una cruciale raccolta fondi in occasione della sua festa di compleanno, per finanziare la difesa legale di Ellsberg, al punto che il suo processo poté continuare fino all’archiviazione di tutte le accuse contro di lui e il coimputato Anthony Russo, a causa della grave condotta del governo.
“Se non fosse stato per quella raccolta fondi organizzata dalla Streisand, Ellsberg e Russo avrebbero finito i soldi e Dan probabilmente avrebbe passato il resto della sua vita in prigione”, ha raccontato Jay.
Le dichiarazioni di Paul Jay
“Nel film, Ellsberg racconta la storia di quella festa perché, indirettamente, quella capacità di far andare avanti il processo e discutere il suo caso ha portato alla scoperta dello scandalo Watergate, che ha portato alla caduta di Nixon, che ha portato a non sganciare armi nucleari sul Vietnam, cosa che altrimenti, credo sia abbastanza chiaro, sarebbe accaduta “, aggiunge il regista.
Durante le approfondite interviste con il regista, Ellsberg ha spiegato la “follia istituzionale” dei piani di guerra nucleare americani e come l’invasione russa dell’Ucraina abbia reso il mondo molto più pericoloso, secondo la sinossi del documentario. Il film segue il percorso di Ellsberg, da “falco” della Guerra Fredda ad attivista contro le armi nucleari, posizione che ha mantenuto fino alla sua morte.
“Credo che si sentisse frustrato per non essere riuscito a fare di più, perché, nonostante le prove schiaccianti, non si riesce ad avere una conversazione seria al Congresso, sui media, con il Presidente degli Stati Uniti. È quasi come se parlare di armi nucleari fosse un tabù”, ha detto Jay.
Nel documentario, ora in fase di produzione, Ellsberg avverte che gli arsenali nucleari degli Stati Uniti e della Russia sono ancora una minaccia per la pace globale e che una guerra nucleare totale può tuttora essere lanciata da silos missilistici o da sottomarini con pochi minuti di preavviso.
Jay afferma che la Barbra Streisand Foundation è stata tra i primi finanziatori del documentario. Attualmente il regista sta assemblando un montaggio grezzo da proporre alle tv via cavo e alle piattaforme di streaming per un eventuale accordo di distribuzione negli Stati Uniti.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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