Quando Dominic Sessa ha scoperto di essere stato scritturato per il film The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne, era all’ultimo anno di liceo. Frequentava la prestigiosa Deerfield Academy nel Massachusetts e quando ha ricevuto la notizia stava scrivendo un tema su “Amleto, o qualcosa del genere” per un insegnante che raramente dava buoni voti ed era “difficille da impressionare”, racconta.
Era un po’ come se l’arte imitasse la vita, poiché Sessa aveva appena scoperto che avrebbe interpretato un adolescente di un istituto scolastico fittizio, non dissimile dalla Deerfield, che sviluppa un legame durante un Natale solitario con un professore irascibile, interpretato da Paul Giamatti. Anche il suo personaggio raramente assegna voti alti.
Sessa non finì mai quel compito. “Ricordo di aver spento il computer”. Sembra improbabile che Paul Hunham (Giamatti) conceda ad Angus Tully (Sessa) il beneficio del dubbio, ma nella vita reale Sessa se l’è cavata con questo errore accademico. Per fortuna, è riuscito comunque a diplomarsi. “È stata una scusa sufficiente”, aggiunge a proposito del lavoro ottenuto.
Oggi Sessa ha 21 anni e ha completato un anno di formazione alla Carnegie Mellon. Ma quando il giovane attore è stato scritturato per il ruolo di Angus, i suoi lavori più importanti erano nel laboratorio di teatro della Deerfield. Infatti, poco prima di ricevere l’opportunità di fare un provino dalla direttrice del casting Susan Shopmaker, aveva recitato nella rappresentazione di Rumors di Neil Simon. Inoltre non aveva mai recitato per il grande schermo.
Studiare The Holdovers – Lezioni di vita
Quando Sessa ha iniziato a lavorare a The Holdovers – Lezioni di vita, si sentiva comunque ben preparato. Aveva studiato la sceneggiatura per due mesi e, oltre ad aver incontrato e lavorato con Payne, aveva anche conosciuto un po’ Giamatti.
Sessa pensa che all’inizio Payne non fosse convinto che fosse in grado di interpretare il ruolo, pensato in realtà per un attore più giovane. “Stavo cercando di fare la parte del più giovane ma non mi veniva naturale, non era autentico e lui non se l’è bevuta”, racconta Sessa delle prime letture del copione insieme al regista. “Alla fine, forse alla quarta volta che mi sono incontrato con Alexander, sono arrivato a un punto in cui ero più me stesso”.
Il giovane attore ha subito scoperto di avere molto in comune con Giamatti, che frequentava la Choate Rosemary Hall di Wallingford, nel Connecticut, una delle rivali di Deerfield. Una volta che Sessa si è assicurato il ruolo, Giamatti lo ha invitato a cena per conoscersi anche fuori dallo schermo, uno degli obiettivi di Payne. “Ha fatto tutto il possibile per farmi sentire a mio agio”, racconta Sessa.
Anche sullo schermo, le molte scene in cui mangiavano erano tranquille. Quando Angus, Paul e la direttrice della mensa Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph) dovevano cenare, Payne diceva agli attori di godersi il pasto. “Alexander creava così l’ambiente giusto per la scena. Ci diceva: ‘Ok, cenate e basta’”, ricorda Sessa. “Avevamo quasi l’opportunità di parlare della giornata”.
Il ritorno a scuola di Sessa
In un momento di svolta, la produzione ha riportato Sessa a Deerfield per le riprese durante le vacanze di primavera della scuola. Il suo dormitorio, però, non era come l’aveva lasciato. “Alcuni amici del mio corridoio l’hanno trasformato mentre ero via”, racconta l’attore. “La mia stanza è diventata una grande camera da letto, mentre quella di un altro mio amico è diventata una cucina e una sala giochi”.
Sebbene The Holdovers – Lezioni di vita offra un ritratto complicato del collegio come luogo di privilegio che può anche essere un rifugio sicuro, Sessa ha amato la sua esperienza in quel mondo. “Già da piccolo volevo trovarmi in un ambiente in cui tutti quelli che mi circondavano erano motivati e ambiziosi”, spiega.
Ma ora la scuola è in secondo piano. Ha dovuto prendere un congedo dalla Carnegie Mellon quando il treno promozionale di The Holdovers – Lezioni di vita si è impennato in seguito allo sciopero della Sag-Aftra, e ora non è chiaro se tornerà.
Traduzione di Pietro Cecioni
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