La supermodella Gigi Hadid, per metà palestinese, ha commentato pubblicamente l’attuale ondata di violenza in Israele e Palestina dopo che l’organizzazione terroristica Hamas ha lanciato attacchi contro il sud di Israele.
“Terrorizzare persone innocenti non è in linea con il movimento Free Palestine e non fa bene alla causa”, ha dichiarato Hadid in un lungo post sul suo account Instagram martedì 10 ottobre. Hadid, il cui padre, Mohamed Hadid, è un immigrato palestinese e musulmano praticante, ha dichiarato di provare “profonda empatia e dolore per la lotta dei palestinesi e per la loro vita sotto l’occupazione”.
Ma ha aggiunto: “Sento anche la responsabilità nei confronti dei miei amici ebrei di chiarire, come ho già fatto in passato: sebbene io abbia speranze e sogni per i palestinesi, nessuno di questi include fare del male a una persona ebrea”. I commenti di Hadid fanno seguito all’attacco mortale avvenuto in Israele nel fine settimana e orchestrato dal gruppo terroristico palestinese Hamas.
L’attacco è stato seguito da una dichiarazione formale di guerra da parte di Israele contro Hamas, con un’escalation di rappresaglie che ha portato a un aumento del bilancio delle vittime, che da sabato 7 ottobre ha superato le 1.800 vittime da entrambe le parti, secondo l’Associated Press.
Gigi Hadid e la sorella minore, Bella Hadid, hanno una storia di sostegno alla causa palestinese.
Il suo post su Instagram è riportato integralmente qui sotto:
I miei pensieri sono rivolti a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia ingiustificabile e ad ogni giorno che questo conflitto miete vite innocenti, troppe delle quali sono bambini. Provo profonda empatia e dolore per la lotta dei palestinesi e per la loro vita sotto l’occupazione, è una responsabilità che mi assumo quotidianamente.
Sento anche la responsabilità nei confronti dei miei amici ebrei di chiarire, come ho già fatto in passato: sebbene io nutra speranze e sogni per i palestinesi, nessuno di questi include fare del male a una persona ebrea. Terrorizzare persone innocenti non è in linea con il movimento Free Palestine e non fa bene alla causa.
Quest’idea ha alimentato un ciclo doloroso, che dura da decenni, di ritorsioni reciproche (di cui nessun civile innocente, palestinese o israeliano, merita di essere vittima) e contribuisce a perpetuare la falsa idea che essere pro-Palestina significhi essere antisemita. Se state soffrendo, mentre oggi condivido queste condoglianze insieme ai miei cari, che voi siate palestinesi o ebrei, vi mando il mio amore e la mia forza, chiunque e ovunque voi siate.
Ci sono molti sentimenti complessi, personali e validi, ma ogni essere umano merita diritti di base, cure e sicurezza, indipendentemente dalla sua nazionalità, religione, etnia o luogo di nascita. So che le mie parole non saranno mai sufficienti e non guariranno le profonde ferite di così tante persone, ma prego per la sicurezza delle vite innocenti, sempre.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma