L’attore statunitense Kevin Spacey è arrivato in tribunale a Londra mercoledì mattina. Deve affrontare un processo per diverse aggressioni sessuali, contro quattro uomini, tra il 2001 e il 2013, che nega di aver commesso. Spacey, 63 anni, si è dichiarato non colpevole di tutte le 12 accuse a suo carico, venute fuori sei anni fa mentre esplodeva il movimento del #MeToo e lui, all’apice della sua fama, stava recitando nella serie di Netflix House of Cards. In seguito è stato escluso dalla stagione finale della serie.
Il processo presso la Southwark Crown Court, nel sud di Londra, durerà un mese. Spacey è arrivato con i suoi avvocati poco dopo le 7 del mattino, più di due ore prima dell’inizio dell’udienza. Con un aspetto rilassato, in giacca e cravatta, ha salutato i giornalisti presenti prima di entrare in aula. Rilassato perché, come già dichiarato, è convinto che il verdetto andrà a suo favore e sostiene che già molti registi siano disposti ad assumerlo su nuovi set.
L’attore, che ha vinto due Oscar per i suoi ruoli in American Beauty e I soliti sospetti, dall’ottobre 2017 è scomparso da schermi e palcoscenici. Da allora, le sue uniche apparizioni pubbliche sono state in tribunale (e in qualche criptico video su YouTube).
Le prime accuse a Kevin Spacey
Nell’ottobre 2017, tre settimane dopo l’ondata #MeToo contro il produttore Harvey Weinstein, l’attore Anthony Rapp ha dichiarato di essere stato vittima di un’aggressione sessuale da parte di Kevin Spacey. Nel 1986, quando aveva 14 anni. Spacey subito dopo rilasciava una dichiarazione dicendo che non ricordava l’incontro con Rapp. “Ma se mi sono comportato come lui descrive, gli devo le scuse più sincere per un comportamento inappropriato”, aveva aggiunto. Spacey ha poi iniziato a negare con veemenza, dopo che Rapp lo aveva citato in giudizio nel 2020, accusandolo di aggressione, percosse e danno emotivo. “Ho imparato la lezione: mai scusarsi per qualcosa che non si è fatto”, diceva al processo civile di New York a ottobre 2022. In quell’occasione aveva anche negato di voler spostare l’attenzione con la rivelazione della sua omosessualità.
Alle accuse di Anthony Rapp sono seguite altre negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Da quel momento la carriera di Spacey si è interrotta. Nel giro di due mesi, Kevin Spacey è stato espulso da House of Cards ed è stato eliminato dal film Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Tutte le sue scene sono state girate di nuovo dal canadese Christopher Plummer che ha preso il suo posto nel film. Sebbene sia stato bandito dal palcoscenico, l’attore non è ancora stato condannato. Il tribunale di New York lo ha dichiarato non colpevole e le accuse di violenza sessuale nei confronti di un diciottenne che lavorava in un bar del Massachusetts sono cadute nel 2019.
Le accuse nel Regno Unito
Nel 2003 Kevin Spacey fu nominato direttore artistico del teatro Old Vic di Londra, incarico che ha portato avanti fino al 2015. Molte delle accuse riguardano proprio questo periodo londinese. Alla Southwark Crown Court deve affrontare 12 accuse di quattro uomini diversi, tutte risalenti al periodo compreso tra il 2001 e il 2013. Sette accuse di violenza sessuale, tre per aggressione sessuale e due per aver indotto una persona a compiere attività sessuali senza consenso. Lui le ha negate tutte: cinque in un’udienza all’Old Bailey di Londra nel luglio 2022, quando la data di questo processo è stata fissata, e le altre sette nel gennaio 2023.
Questo processo è il primo nel Regno Unito. Quasi un anno fa Spacey si è presentato per la prima volta alla Westminster Crown, il 16 giugno 2022. È stato in quel momento che il suo avvocato difensore Patrick Gibbs ha ottenuto per l’attore la libertà di movimento dentro e fuori il Regno Unito. Il pubblico ministero aveva spinto perché gli venisse tolto il passaporto, sottolineando che vista la severità della sentenza, se fosse stato giudicato colpevole, era “prevedibile che non sarebbe rientrato”. Spacey infatti potrebbe dover scontare una pena detentiva se ritenuto colpevole.
Il timido ritorno
All’inizio di questo mese, parlando al giornale tedesco ZEITmagazin, Spacey ha detto che è certo di tornare a lavorare molto presto, una volta giudicato innocente in questo processo. “So che ci sono persone in questo momento che sono pronte ad assumermi quando sarò scagionato da queste accuse a Londra”, ha detto. “Sono pronti ad andare avanti”. Già negli anni scorsi Spacey aveva fatto dichiarazioni sostenendo la sua innocenza. A Natale 2018, poco dopo quelle prime accuse durante il #MeToo, aveva pubblicato qualche video su YouTube alludendo alle sue vicende giudiziarie.
Di recente ha anche ricominciato a comparire su qualche set. È stato nel cast de L’uomo che disegnò Dio di Franco Nero, storia di un uomo ingiustamente accusato di aver abusato di un bambino. Ha poi partecipato a Peter Five Eight di Michael Hall, che dovrebbe uscire ad agosto, dopo la conclusione del processo. Nel gennaio 2023 ha anche ricevuto un riconoscimento del Museo nazionale del Cinema di Torino.
È nel cast di Once Upon a Time in Croatia, film sul leader croato Franjo Tudjamn, e poi nel thriller Control del regista Gene Fallaize. Non reciterà invece, al contrario di come annunciato in precedenza, nel dramma ungherese Gengis Khan 1242 – Gateway to the West.
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