Il mondo del cinema si mobilita per Jean-Pierre Léaud, in grave difficoltà “emotiva e finanziaria”

Volto iconico della nouvelle vague, alter ego di François Truffaut, la crisi innescata dopo la morte di Godard. Grazie all'appello di Serge Toubiana, ex direttore Cinémathèque Française, sono stati raccolti 20 mila euro in tre giorni

Nel famoso corto di Jean Eustache Santa Claus Has Blue Eyes (1966), un giovane Jean-Pierre Léaud interpreta un pover’uomo che accetta di travestirsi da Babbo Natale per riuscire a comprarsi un montgomery. A 79 anni, l’attore iconico della della nouvelle vague, il preferito di Jean-Luc Godard, l’Antoine Doinel dell’intensa saga di François Truffaut (ne I 400 colpi aveva appena 14 anni), sta attraversando un brutto periodo. Stavolta nella vita vera.

Un disagio pesante, che ha spinto il suo caro amico Serge Toubiana – ex direttore Cinémathèque Française, anche presidente di Unifrance e biografo di François Truffaut – a lanciare un appello per aiutarlo attraverso delle donazioni. Amici e professionisti del cinema hanno risposto a questa chiamata con una rapidità e una generosità che dovrebbero consentire all’attore di riprendersi. In tre giorni sono stati raccolti 20 mila euro, con il coinvolgimento dell’associazione Amici di François Truffaut altri ancora. Léaud ha fatto sapere tramite il suo agente di essersi commosso per tanta solidarietà. La raccolta è stata chiusa il 15 giugno dopo aver superato il suo obiettivo.

L’appello per aiutare Jean-Pierre Léaud

Toubiana racconta in un’intervista al giornale francese Télérama che poco dopo il Festival di Cannes, finito il 27 maggio, ha cominciato a preoccuparsi per l’amico Jean-Pierre. Anche se un primo allarme, ammette, c’era stato già nel 2022, poco dopo la morte del regista francese Jean-Luc Godard, cui Léaud era molto legato. Quando Toubiana è andato a trovarlo a casa sua, la moglie Brigitte Duvivier si è confidata raccontando del disagio “emotivo e finanziario” che il marito stava vivendo.

Di sua iniziativa Toubiana, dice “con assoluta discrezione”, ha inviato un messaggio di poche parole a centocinquanta personalità del cinema che erano nella sua rubrica. Subito dopo ha iniziato a ricevere assegni e bonifici. Data la generosa reazione, ha informato anche Armand Hennon, che gestisce il sito degli Amici di François Truffaut. Ha poi anche allertato il ministero della Cultura.

Jean-Pierre Léaud

La lettera nella quale Jean-Pierre Léaud ringrazia per la solidarietà

“Esprimo la mia profonda gratitudine e la mia commozione per i tanti messaggi di affetto ricevuti da tutti i continenti”, ha scritto Léaud in un lettera aperta diffusa da Hennon. “Le testimonianze della vostra generosità, che ricevo come tanti segni di amicizia, mi saranno di grande aiuto. Sebbene profondamente colpito dalla scomparsa di Jean-Luc Godard, con cui parlavamo ancora qualche mese fa di un progetto futuro, vorrei comunque rassicurare i miei amici: grazie a loro sto molto meglio e ho intenzione di rivederci molto presto sulla strada delle riprese”, ha aggiunto.

Una carriera eccezionale

Come si possono spiegare queste difficoltà dopo una carriera eccezionale? Negli ultimi anni Jean-Pierre Léaud ha scelto di apparire sempre meno. Nel 2016 ha ricevuto la Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes. Uno dei suoi ultimi lavori è stato nel 2019, in un cameo in C’è tempo di Walter Veltroni, che all’interno del film aveva inserito un piccolo omaggio a I 400 colpi. Questo ritiro è dovuto, dice Toubiana, e lo confermano gli Amici di Truffaut, al suo stato psicofisico. La sua pensione inoltre, riporta Le Parisien, è molto bassa. E negli anni ha dovuto affrontare ingenti spese mediche.

Léaud è una delle ultime icone del cinema francese ma, spiega Toubiana, non riceve nulla dai vecchi film, neanche quando, restaurati, ritornano nelle sale francesi. Ha il copyright solo sulla serie di Antoine Doinel (I 400 colpi, Antoine e Colette, Baci rubati, Non drammatizziamo… è solo questione di corna, L’amore fugge): ci aveva pensato François Truffaut, prima di morire, a regolare la questione. Come dice Toubiana, c’è un enorme divario tra la sua notorietà, in Francia e nel mondo, e la sua difficile situazione.

Sui social, e sul sito della raccolta fondi, sono molti i messaggi di solidarietà nei confronti del grande attore. “Jean-Pierre Léaud è immenso”, commenta qualcuno. “Era ancora bravissimo non molto tempo fa in La morte di Luigi XIV”, scrive un altro. “Perché non è sostenuto dallo Stato? Ha cambiato le nostre vite col suo cinema”.