Jane Fonda, il panico è il nemico degli attori

Protagonista della commedia 80 for Brady di Kyle Marvin, Jane Fonda è una tifosa di football che vuole assistere al Super Bowl. Nel cast anche l’ex quarterback Tom Brady nel ruolo di se stesso

In 80 for Brady Jane Fonda interpreta una tifosa sfegatata che cerca di raggiungere il Super Bowl insieme ai suoi tre migliori amici. In realtà, la vincitrice di due premi Oscar ha un rapporto decisamente meno stretto con lo sport.

“Non so nulla di football”, ha detto Fonda a The Hollywood Reporter. “Anzi, guardare le partite mi fa fisicamente male. Questi ragazzi fanno certi salti, corrono, cadono a terra. Soffro solo a vederli”. Durante le riprese di 80 for Brady – prodotto e interpretato dallo stesso Tom Brady – Fonda ha detto tuttavia di aver sviluppato una profonda ammirazione per l’ex quarterback, che ha annunciato il suo ritiro dalla NFL il 1º febbraio, due giorni prima che Paramount portasse in sala il film.

“Ho visto abbastanza per poter dire che Tom Brady è un fuoriclasse”, ha detto Fonda. “Fa cose incredibili, indipendentemente dallo sport. Subisco molto il fascino degli atleti, e quando ho incontrato Brady sono rimasta colpita dal suo atteggiamento, molto umile. Come si può restare umili quando si è così belli e pieni di talento?”.

Fonda, a sua volta una fuoriclasse – basti pensare a film entrati nell’immaginario come Una squillo per l’ispettore Klute, Tornando a casa e Dalle 9 alle 5… orario continuato – è convinta che i grandi atleti abbiano qualcosa da insegnare agli attori. Per quanto riguarda lo sport, il suo preferito è il baseball, passione coltivata dai tempi in cui era sposata con l’ex marito Ted Turner, ex proprietario degli Atlanta Braves.

“Ted ed io ci sedevamo nella tribuna vicino al campo, per tenere sott’occhio i giocatori”, ha detto Fonda. “Li ammiravo tantissimo. Noi attori possiamo sempre ripetere la scena se al primo ciak non va bene. E il montaggio può nascondere i nostri errori. Loro no. Se sei il battitore, dipende tutto da te. Mio Dio. Li guardavo e pensavo: grazie al cielo non sono figli miei. Mi verrebbe ogni volta un infarto”.

Guardando i migliori giocatori in azione, Fonda ha ripensato a un insegnamento appreso alla scuola di Lee Strasberg. “C’è una differenza tra l’essere bravi e l’essere grandi”, ha detto. “I bravi giocatori, se sbagliano, vogliono dimostrare agli spettatori di aver capito di aver commesso un errore. Sono tesi e nervosi. I grandi, anche quando sbagliano, restano freddi come ghiaccioli. Non vanno in ansia. E questa è una delle lezioni più importanti: mai farsi prendere dal panico”.