Il cofondatore di Rolling Stone, Jann Wenner, si è scusato in seguito ai suoi recenti commenti sui musicisti neri e sulle artiste, che secondo il giornalista non erano abbastanza “eloquenti intellettualmente” per essere inclusi nel suo nuovo libro The Masters. Le scuse sono arrivate la sera di sabato 16 settembre, poche ore dopo che la Rock & Roll Hall of Fame Foundation aveva annunciato la sua rimozione per direttissima dal consiglio di amministrazione.
Le dichiarazioni controverse sono state pubblicate in un’intervista che Wenner ha rilasciato al New York Times per promuovere la sua raccolta di interviste a grandi personaggi del rock ‘n’ roll. Il giornalista si è poi scusato “con tutto il cuore” per quanto affermato.
“Nella mia intervista al New York Times ho fatto commenti che sminuivano il contributo, il genio e l’impatto degli artisti di colore e delle donne, e mi scuso con tutto il cuore per queste affermazioni”, ha dichiarato Wenner a The Hollywood Reporter.
“The Masters è una raccolta di interviste che ho fatto nel corso degli anni e che mi sembravano rappresentare al meglio l’impatto del rock ‘n’ roll sul mio mondo – continua il giornalista – non intendevano rappresentare l’intera musica e i suoi diversi e importanti autori, ma riflettere i punti più alti della mia carriera e le interviste che ritenevo illustrassero l’ampiezza e l’esperienza di quella carriera. Non riflettono il mio apprezzamento e la mia ammirazione per una miriade di artisti che hanno cambiato il mondo, la cui musica e le cui idee venero e che celebrerò e promuoverò finché avrò vita. Comprendo perfettamente la natura infiammatoria delle parole sbagliate, mi scuso profondamente e ne accetto le conseguenze”.
Il libro di Wenner raccoglie interviste a leggende del rock come Bono, Bob Dylan, Jerry Garcia, Mick Jagger, John Lennon, Bruce Springsteen e Pete Townshend. Tuttavia, non include interviste a musicisti neri o donne.
L’intervista
Alla domanda del Times su come avesse scelto i musicisti da presentare, Wenner ha risposto: “Quando mi riferivo allo Zeitgeist, mi riferivo agli artisti neri, non alle musiciste, ok? Solo per essere precisi. La selezione non è stata deliberata. È stata piuttosto intuitiva nel corso degli anni; è andata così. Le persone dovevano soddisfare un paio di criteri, ma si trattava solo del mio interesse personale e del mio amore per loro. Per quanto riguarda le donne, nessuna di loro era abbastanza eloquente a livello intellettuale”.
Il giornalista del Times David Marchese, ex redattore online di Rolling Stone, ha ribattuto a questa affermazione citando la cantautrice Joni Mitchell. “Non è che non siano geni creativi”, ha risposto Wenner. “Anche se, per esempio, basta parlare con Grace Slick o Janis Joplin. Joni non era una filosofa del rock ‘n’ roll. A mio avviso, non ha superato il test. Non per il suo lavoro, né per le altre interviste che ha fatto. Le persone che ho intervistato erano filosofi del rock. Per quanto riguarda gli artisti neri, come Stevie Wonder, il genio, giusto? Immagino che quando si usa una parola così ampia come “maestri”, la colpa sia di chi la usa. Forse Marvin Gaye o Curtis Mayfield? Non si esprimevano a quel livello”.
Wenner ha detto di aver basato la sua affermazione sulla propria intuizione, leggendo interviste e ascoltando musica. “Guardate quello che scriveva Pete Townshend, o Jagger, o chiunque di loro”, ha continuato. “Erano testi profondi su una particolare generazione, un particolare spirito e un particolare atteggiamento nei confronti del rock ‘n’ roll. Non che gli altri non fossero in grado di farlo, ma erano loro quelli che riuscivano davvero ad articolarlo” ha aggiunto il giornalista.
La pezza peggiore del buco
Wenner ha poi ammesso che avrebbe potuto includere un musicista nero e una musicista donna, ma “solo per amore delle pubbliche relazioni” e per evitare critiche.
“Forse avrei dovuto trovare un artista nero e una donna da includere che non fossero all’altezza dello stesso standard storico, solo per evitare questo tipo di critiche”, ha affermato. “Ma lo capisco. Ho avuto la possibilità di farlo. Forse sono all’antica e non me ne frega niente. Avrei voluto, col senno di poi, intervistare Marvin Gaye. Forse sarebbe stato il tipo giusto. Forse Otis Redding, se fosse stato vivo, sarebbe stato l’uomo giusto”.
Non molto tempo dopo la pubblicazione dell’articolo, molti lettori, compresi i giornalisti, hanno criticato Wenner sui social media per i suoi commenti. La Rock & Roll Hall of Fame ha rilasciato una breve e concisa dichiarazione: “Jann Wenner è stato rimosso dal consiglio di amministrazione della Rock & Roll Hall of Fame Foundation”. Wenner ha guidato Rolling Stone per cinque decenni prima di lasciare l’incarico nel 2019. Ed è stato anche cofondatore della Rock & Roll Hall of Fame.
Traduzione di Pietro Cecioni
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