Judi Dench, l’attrice britannica “veterana” di James Bond (otto film all’attivo nel ruolo di M., il personaggio a capo dei servizi segreti di Sua Maestà), non è più in grado di leggere i copioni né di orientarsi su un set cinematografico. A dirlo è lei stessa, in un’intervista al quotidiano inglese The Mirror, in cui torna a parlare della “degenerazione maculare senile” che ha ridotto drasticamente, nel corso degli anni, la sua vista.
“Non riesco più a vedere nulla sul set, e non riesco più a leggere – ha detto – Me ne devo fare una ragione. Fortunatamente ho trovato un modo per andare avanti: ho molti amici che leggono per me le sceneggiature e ho una grande memoria fotografica”. L’attrice, 88 anni, Oscar nel 1999 per Shakespeare in Love, è una delle dive più amate dagli inglesi, apparsa di recente in Belfast di Kenneth Branagh (per il quale ha ricevuto una nomination all’Oscar) e in Allelujah, adattamento di Richard Eyre dell’opera teatrale di Alan Bennett.
Dal 2022 l’attrice non frequenta un set cinematografico, nonostante ammetta nell’intervista di voler continuare a lavorare: “Lo faccio perché ho una paura irrazionale della noia. Mi sono tatuata le parole ‘carpe diem’. È così che dovremmo vivere”.
Tra gli invitati all’incoronazione di Re Carlo III lo scorso maggio, insieme al compagno David Mills, Dench è stata citata recentemente da Kevin Spacey durante una delle fasi del processo subito per le presunte molestie sessuali avvenute durante un evento di gala – organizzato proprio dall’attrice – in un teatro di Londra nel 2005. Respingendo le accuse, Spacey ha citato Dench dicendo di rispettarla troppo per “metterla in imbarazzo in questo modo. Io la amo”.
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