“Da attori bisogna comprendere anche il valore dei personaggi duri. Sapevo che sarebbe stato complesso, ma mi sono messa a servizio della storia, perché sapevo che questa personalità serviva per accendere delle situazioni”. Lucrezia Guidone parla così ai giovani giurati del Giffoni Film Festival raccontando perché abbia deciso di interpretare Sofia Durante, la spigolosa direttrice dell’Ipm di Napoli in Mare fuori che tornerà ad interpretate nell’attesa quarta stagione. “Spesso ho interpretato donne forti, evidentemente comunico questo e mi fa piacere. In tutti i ruoli parto un po’ da me, poi mi allontano, ma resto il punto di partenza”.
Lo sciopero di Hollywood ha mostrato la compattezza di un gruppo di professionisti che si sono uniti per lottare per i propri diritti di lavoratori. Crede possa essere un esempio anche per il nostro settore cinematografico?
Deve esserlo. Ci auguriamo tutti che lo sia. Chiaramente non abbiamo ancora quel corpo di unità che ci fa stare insieme in ogni caso. Abbiamo UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, ndr) ma non tutti sono dentro quest’associazione. È interessante perché un tempo forse quello che riguardava Hollywood restava lì. Oggi non è più tanto così. Vuoi o non vuoi, con le piattaforme sono temi che ci riguardano anche da vicino. Penso che siano un modello, delle “wake up call” che ti fanno dire: “Forse qualcosa si può riuscire a fare se lavoriamo insieme”. Spero possa essere qualcosa su cui riflettere e agire.
L’esplosione del fenomeno Mare fuori che impatto ha avuto su di lei negli ultimi mesi?
È stato inatteso e molto forte. Avevo preso parte a dei progetti Netflix in cui mi era arrivata un po’ di popolarità. Però l’eco di Mare fuori ha avuto una portata diversa. Me la vivo con molta leggerezza. Cerco di scherzarci su rispetto magari al fatto che qualcuno possa venire urlando verso di te per strada. Per il momento è ancora gestibile, non ho grandi rigidità. Anzi. È un calore inaspettato, ma molto bello.
Sarà protagonista di Eravamo bambini di Mario Martani.
È un film con Alessio Lapice, Giancarlo Commare, Massimo Popolizio, Francesco Russo. Quella del mio personaggio è una presenza femminile in mezzo a tanti ragazzi, ex bambinicresciuti e che si ritrovano a fare i conti con qualcosa del passato. È stato un bel viaggio. Non ho visto ancora niente, non so come sarà. Non vedo l’ora di scoprirlo.
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