“Ma Martone come se la cava con l’inglese?”. Lo chiede divertito Paolo Sorrentino a Toni Servillo guardando in direzione del regista di Qui rido io intento a parlare con Martin Scorsese. La leggenda di Hollywood è stata protagonista di una cena – con ospiti illustri – organizzata in suo onore all’Hotel Hassler di Roma, in cima alla scalinata di Piazza di Spagna tra turisti ignari e impegnati a scattare foto dello skyline illuminato della città, per il suo Killers of the Flower Moon.
“Padroni di casa” Raffaella Leone di Leone Film Group e Paolo Del Brocco di Rai Cinema e 01 Distribution che hanno distribuito in Italia il film candidato a dieci premi Oscar tra cui quello come miglior regista – facendo di Scorsese il cineasta ad aver ricevuto più nomination nella storia – e miglior attrice per Lily Gladstone. La prima interprete nativo americana nominata agli Academy arrivata a sorpresa nella Capitale per affiancare “Marty”, come lo chiama l’attrice quando i due si incontrano. The Hollywood Reporter Roma è l’unica testata ammessa all’evento riservato ad un numero ristretto di personalità del cinema.
L’atteggiamento di THR Roma è quello che – con le dovute proporzioni – Tom Wolfe avrebbe definito da fly on the wall, come Guy Talese nel celebre articolo del 1966 su Esquire dedicato a Frank Sinatra. Prima della cena, adibita in una sala dell’albergo romano, gli ospiti sono accolti da un aperitivo tra camerieri con vassoi di finger food e bollicine. A una manciata di minuti dall’inizio della serata, nell’aria si sente odore di bruciato. “Non è quello di cui ho bisogno stasera” esclama tra l’ironico e l’agitato l’ufficio stampa. Uno dei segnaposto è andato a fuoco ma l’emergenza rientra subito. Merito di uno spray profumato che cancella ogni traccia dell’incidente. La serata può iniziare. Apre le danze Servillo, il primo ad arrivare. Dopo di lui la sala lentamente di riempie e l’atmosfera si distende.
Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti, Gabriele Muccino, Marco Bellocchio e Francesca Calvelli, Mark Ulano, Massimo Cantini-Parrini, Gabriella Pescucci, Nicola Maccanico, Francesca Archibugi, Francesco Rutelli e Barbara Palombelli, Francesca Cima, Francesca Lo Schiavo e Daria D’Antonio. Sono solo alcuni dei presenti – di cui molti candidati e vincitori dell’Oscar – che chiacchierano e scherzano tra di loro in attesa che arrivi l’ospite d’onore: Martin Scorsese. Completo scuro e cravatta carta da zucchero, il regista entra nella piccola sala in cui è in corso l’aperitivo. Non tutti si accorgono subito della sua presenza. Poi, velocemente, alla corte di Scorsese inizia a formarsi un circoletto di persone. Il primo, con cui si scambia abbracci affettuosi, è lo scenografo premio Oscar Dante Ferretti con il quale ha lavorato più volte, da L’età dell’innocenza a Silence.
“Si può fare un omaggio?” scherza Rutelli avvicinandosi al regista. Scorsese, mano piegata sul fianco, chiacchiera cordiale e sorridente con tutti, posa per le foto, stringe mani, ride di gusto. Sembra una vecchia rimpatriata tra amici. Marco Bellocchio lo tira a sé e gli dà un’energica carezza dietro la testa. “I’m very glad” ripete più volte il regista di Rapito riferendosi al loro incontro prima che tutti siano invitati a spostarsi nell’area riservata alla cena.
Luci basse, tavoli rotondi in cui domina il bianco e ampi dipinti alle pareti. Scorsese, neanche a dirlo, siede al tavolo numero uno. Con lui Sorrentino, Bellocchio, Favino e Leone. Dall’altra parte della sala a fare compagnia a Lily Gladstone ci pensano Muccino, Cima, Servillo e Del Brocco che, aiutato da un calice e un coltello, ottiene l’attenzione dei presenti mentre omaggia “one of the greatest filmmaker in the history of cinema” e il suo “greatest masterpiece” Killers of the Flower Moon. Intorno tutti applaudono mentre Scorsese ascolta silenzioso. Anche Lily Gladstone riceve, emozionata, la sua dose di applausi quando viene lodata la sua “straordinaria” interpretazione nel film.
Nella pellicola, ambientata all’inizio del XX secolo e ispirata al best seller omonimo di David Grann, Gladstone interpreta Mollie Kyle, membro della comunità Osage divenuta improvvisamente ricca dopo la scoperta del petrolio. Un benessere che attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i loro beni fino a ricorrere all’omicidio. Piano messo in atto anche da Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio), marito della donna, manovrato dallo zio, William Hale, interpretato da Robert De Niro. Un racconto ispirato a fatti realmente accaduti in cui amore e tradimento s’intrecciano.
Una serata quella dedicata a Scorsese che s’inserisce all’interno di un tour europeo già andato in scena a Parigi e che proseguirà a Madrid e Londra. Poche ore prima, nel pomeriggio, il regista aveva incontrato il Papa in Vaticano.
L’udienza generale, nell’Aula Paolo VI della Santa Sede, ha segnato un nuovo scambio tra il Pontefice e Scorsese. “Due uomini di genio ed esperienza per i quali la figura di Gesù ha un fascino e un valore straordinari”, ha commentato su X padre Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero per la cultura e l’educazione. Un visita quella di Scorsese in Vaticano che arriva dopo l’annuncio, qualche mese fa, della stesura di una sceneggiatura di un film su Gesù – basato su A Life of Jesus di Shūsaku Endō, già autore di Silence – le cui riprese dovrebbero iniziare alla fine dell’anno.
Grande assente della serata Matteo Garrone impegnato, come ricorda Del Brocco, con gli ultimi incontri pubblici per la corsa all’Oscar. “Qualcosa che potete capire” scherza l’ad di Rai Cinema riferendosi al regista e all’attrice impegnati con gli appuntamenti dell’award season. Un appuntamento quello tra Scorsese e il regista di Io Capitano solo rimandato. I due si rivedranno il prossimo 10 marzo sul red carpet degli Oscar. Magari con una, o più, statuette in mano.
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