Martin Scorsese sull’impatto dei blockbuster a Hollywood. “L’industria è finita”

Il regista di Killers of the Flower Moon ha rilasciato un'intervista a GQ in cui ha dichiarato che i grandi Studios non supportano più le voci degli autori perché ritengono che i rischi e i rendimenti dei franchise più semplici da commercializzare siano migliori

Martin Scorsese non è particolarmente contento di ciò che i blockbuster hollywoodiani hanno comportato per l’industria cinematografica di cui è stato un pioniere, con successi al botteghino come Taxi Driver e Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno.

“Beh, l’industria è finita”, ha dichiarato Scorsese alla rivista GQ in un’intervista realizzata in vista dell’uscita del suo ultimo film, Killers of the Flower Moon. “In altre parole, l’industria di cui facevo parte, stiamo parlando di quasi, quanto, 50 anni fa? È come se nel 1970 si chiedesse a qualcuno che ha fatto film muti: Cosa pensi che sia successo?”

Scorsese ha aggiunto che i grandi Studios, preferendo i blockbuster più facili da commercializzare con un potenziale franchise, non hanno più interesse a sostenere “le voci individuali che esprimono i loro sentimenti o i loro pensieri con un grande budget. E quello che sta accadendo ora è che sono stati relegati in quello che chiamano cinema indie”.

Il regista hollywoodiano ha insistito sul fatto che i blockbuster sui supereroi che dipendono pesantemente dagli effetti speciali, o quelli che ha definito “contenuti fabbricati”, non rappresentano più il cinema.

“È quasi come se l’IA (intelligenza artificiale) facesse un film. Questo non significa che non ci siano registi e tecnici degli effetti speciali incredibili che realizzano splendide opere d’arte. Ma qual è il significato? Che cosa ci offrono questi film, che cosa ci danno? A parte una sorta di consumo di qualcosa per poi eliminarlo dalla vostra mente, dal vostro corpo, capite? Quindi che cosa ti dà?”. Ha dichiarato Scorsese durante l’intervista.

Ha ricordato di aver lottato con il produttore cinematografico (ora in carcere) Harvey Weinstein per la durata e il budget del suo progetto del 2002 Gangs of New York. “Ho capito che non avrei potuto lavorare se avessi dovuto fare film in quel modo. Se quello era l’unico modo in cui mi era permesso di fare film, allora avrei dovuto smettere. Perché i risultati non erano soddisfacenti. A volte era estremamente difficile da gestire e non penso sarei sopravvissuto. Sarei morto. Così decisi che era davvero finita”, ricorda Scorsese.

La creatività del regista è stata nuovamente ostacolata con il film drammatico del 2006 The Departed, per il quale la Warner Bros. ha chiesto di poter far sopravvivere uno dei due protagonisti del film, Leonardo DiCaprio e Matt Damon. “Quello che volevano era un franchise. Non si trattava della questione morale di una persona che vive o muore”, ha ricordato Scorsese.

Per ironia della sorte, The Departed è valso a Scorsese il suo primo e unico Oscar come miglior regista.

Killers of the Flower Moon uscirà il 20 ottobre in tutto il Paese, mentre Apple, in collaborazione con Paramount, sta pianificando un’ampia distribuzione nelle sale cinematografiche a livello globale prima del lancio in streaming su Apple TV+.

DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone sono i protagonisti del film che racconta l’indagine dell’FBI su una serie di omicidi del popolo Osage avvenuti in Oklahoma all’inizio degli anni Venti. Nel cast anche Jesse Plemons, Cara Jade Myers, JaNae Collins, Jillian Dion e Tantoo Cardinal.

Traduzione di Pietro Cecioni