Robert Downey Jr. ha raccontato della sua esperienza in prigione nel 1999. Nell’episodio di lunedì 19 giugno del podcast Armchair Expert, la star di Iron Man ha parlato del periodo trascorso in un centro detentivo della California, con l’amico e co-conduttore Dax Shepard. Tra gli altri temi affrontati la morte del padre, il cosiddetto “terzo atto” della sua vita e il suo nuovo programma su Max, Downey’s Dream Cars.
La detenzione di Robert Downey Jr.
Downey non accettava di essere dipendente dagli stupefacenti, racconta, ed è ancora convinto di aver ricevuto “una condanna eccessiva, da un giudice molto arrabbiato”. Dopo la condanna fu trasferito alla North Kern State Prison di Delano, in California. Una prigione che descrive come un “centro di accoglienza dove altri decidono dove ti è permesso andare”, e “probabilmente il posto più pericoloso in cui sia stato in vita mia”. Perché, aggiunge, metteva insieme detenuti di diversi livelli di pericolosità.
“Potevi sentire il malessere nell’aria, era come vivere in un quartiere molto malfamato. Non c’erano opportunità di salvezza. Solo minacce”, ha detto.
Nel periodo di detenzione, racconta, a un certo punto si sentì “davvero sfasato”, suscitando nei compagni di prigionia “risatine e derisione”. Una volta, per esempio, entrò in doccia indossando biancheria intima al contrario. In seguito fu spostato alla California Substance Abuse Treatment Facility and State Prison. Ci vollero due settimane perché accettasse il cambiamento e la ragione per cui si trovasse lì.
“La prigione? Come vivere su un pianeta lontano”
Nel 1999 Downey ha ricevuto una condanna a tre anni di reclusione. Una sentenza arrivata in seguito alla mancata comparizione ai test antidroga ordinati dal tribunale, e legata a un’accusa di possesso di cocaina nel 1996. Scontò la pena nella California Substance Abuse Treatment Facility and State Prison, in cui trascorse però solo un anno, ottenendo nel 2000 il rilascio anticipato su cauzione.
“Siamo in grado di adattarci, in breve tempo, a situazioni apparentemente insopportabili”, ha detto. “E a me potevano accadere cose peggiori che essere mandato in un istituto, di sicuro. Posso basarmi solo sulla mia esperienza diretta. Ma sì, immagino che quella sia la cosa peggiore che mi sia capitata”.
Nel podcast, Downey ha paragonato quell’esperienza all’essere “mandato in esilio su un pianeta lontano, da cui non c’è ritorno finché gli altri pianeti non si riallineeranno”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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