Spike Lee non perdona. E a distanza di 34 anni dall’uscita di Fa’ la cosa giusta, il film che lo consacrò definitivamente come autore, ha voluto ricordare la profonda umiliazione subita dopo la presentazione del film al Festival di Cannes. “Quei figli di puttana della stampa, scusate il linguaggio, scrissero che il mio film incitava gli afroamericani alla rivolta. Dissero che non poteva uscire nei cinema americani, che era troppo pericoloso. Che i neri, se lo avessero visto, sarebbero scesi in strada a protestare”.
Come riporta la stampa internazionale, il regista di Atlanta, 66 anni, ha voluto ricordare l’episodio nel corso del Toronto Film Festival, poco prima di ricevere il premio Ebert per la regia (il riconoscimento è un tributo al celebre critico Roger Ebert, scomparso nel 2013).
“Ebert è stato cruciale per la mia carriera. So che dopo tanto tempo bisognerebbe lasciar correre e dimenticare, ma non riesco a levarmi dalla testa che critici come David Denby e Joe Klein (entrambi del New Yorker, ndr) scrissero più di un articolo dicendo: ‘pregate che questo film non esca mai nel cinema del vostro quartiere’. Erano convinti che la gente sarebbe impazzita di rabbia, come a Detroit nel 1977 e a Newark nel 1968, e avrebbe fatto a pezzi la roba dei bianchi”.
Ebert fu un appassionato difensore del film – storia dell’esplosione delle tensioni razziali in un quartiere di Brooklyn, fra afroamericani e italoamericani – che difese contro i suoi stessi colleghi: “Alcuni critici hanno suggerito che Fa’ la cosa giusta inciti alla violenza razziale – scrisse nella sua recensione – Simili affermazioni dicono molto più dei loro autori che del film”.
Fa’ la cosa giusta si rivelò un ottimo successo commerciale, fu candidato a due Oscar (Danny Aiello come miglior attore non protagonista e Spike Lee per la sceneggiatura) e “non provocò nessuna rivolta. Ringrazio ancora oggi Ebert per avermi sostenuto. Sono passati molti anni, ma oggi lo posso dire con certezza: in quel momento eravamo dalla parte giusta della storia”.
Lee ha vinto il suo primo Oscar per un film nel 2019, con la sceneggiatura di BlacKkKlansman, dopo aver ricevuto un Oscar alla carriera nel 2016.
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