Sylvester Stallone ha recentemente venduto la sua villa di Los Angeles ad Adele. Nel corso di un’intervista con il Wall Street Journal pubblicata online lunedì 19 giugno, l’attore ha rivelato la condizione che l’interprete di Easy on me aveva stabilito prima di acquistare la proprietà.
Accanto alla piscina della sua casa, Stallone aveva una statua di Rocky, che aveva intenzione di portare con sé nel trasloco verso una nuova abitazione. Adele, però, aveva in mente un piano diverso: voleva la scultura tutta per sé. Stallone ha raccontato che la cantante di Hello gli avrebbe detto: “Senza statua non se ne fa nulla. Se non me la cedi, possiamo mandare all’aria l’intero accordo”.
Alla fine, l’attore ha dato il suo consenso per lasciare ad Adele la statua del suo personaggio-simbolo. E ha aggiunto, parlando della villa: “Mi piace come la sta personalizzando, la sta rendendo bellissima”. TMZ ha riportato all’inizio del mese che la cantante stava ristrutturando completamente la villa acquistata per 58 milioni di dollari.
Uscito nel 1976 e diretto da John G. Avildsen, Rocky è diventato uno dei film cult dell’attore. La pellicola ha vinto tre Oscar, tra cui quello per il Miglior film. Lo stesso Stallone è stato nominato come Miglior attore per il suo ruolo da protagonista per la pellicola originale, e nel 2016 ha ricevuto anche una nomination come Miglior attore non protagonista dopo aver ripreso il ruolo nello spin-off Creed – Nato per combattere.
Sylvester Stallone e le polemiche sui diritti di Rocky
L’anno scorso, Sylvester Stallone si era seduto a chiacchierare con The Hollywood Reporter nel fienile del suo ranch a Hidden Hills, in California. Durante l’intervista aveva parlato apertamente della sua disputa con Irwin Winkler (produttore dei franchise di Rocky e Creed) e suo figlio David per la contesa della proprietà dei prodotti cinematografici legati al personaggio del pugile.
Quando gli è stato chiesto se ci fossero sviluppi in merito alla lite, Stallone ha risposto: “No, e non ci saranno mai. È stato un accordo stretto a mia insaputa e da persone che pensavo mi fossero vicine. In pratica hanno mandato all’aria qualsiasi diritto che avrei dovuto avere”.
Ha continuato: “All’epoca ero così entusiasta di lavorare e non capivo che tutto gira attorno al business. Chi poteva sapere che Rocky sarebbe andato avanti per altri 45 anni? Non ho mai usato una sola battuta di dialogo di qualcun altro e, ironia della sorte, non ne possiedo comunque neanche una mia. Delle persone che non hanno fatto letteralmente nulla hanno il controllo del mio lavoro”.
In merito alla possibilità di fare un altro Rocky, l’attore afferma “Ero disposto a farlo. Ma ho detto: ‘Dopo 45 anni, possiamo cambiare un po’ le carte in gioco? Livellare le cose? Non posso avere una parte di quello che ho creato in tutti questi anni?’”. Stallone non è solo interprete del pugile più famoso al mondo: l’attore ha creato il personaggio nel 1976 dopo aver scritto una sceneggiatura di 90 pagine in tre giorni.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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