Se qualcuno vi chiedesse: “Chi è l’attore più simpatico di Hollywood?”. È molto probabile che vi venga in mente Tom Hanks. Il due volte vincitore dell’Oscar ha una reputazione impeccabile per la sua gentilezza, disponibilità e professionalità nel corso dei suoi cinque decenni di carriera. Ma in una nuova intervista alla BBC, Hanks ha ammesso in modo sorprendente che anche lui a volte ha perso la bussola. Hanks stava promuovendo il suo romanzo d’esordio, The Making of Another Major Motion Picture Masterpiece, ispirato alla sua carriera a Hollywood. La storia segue la produzione di un film di supereroi ad alto budget e uno dei personaggi è un attore egoista che disturba e ritarda le riprese.
“Mi sono comportato proprio in questo modo sul set”, ammette Hanks. “Non tutti danno il meglio di sé ogni singolo giorno di un film. Ho avuto momenti difficili in cui cercavo di essere un professionista quando la mia vita stava andando a rotoli in più di un modo e quel giorno dovevo essere divertente, affascinante e affettuoso, e non mi sentivo così”. L’attore ha anche aggiunto di fare ogni sforzo per essere puntuale definendo il ritardo il “peccato capitale” del lavoro sul set. A un certo punto del libro si riferisce agli attori come “bambini che piangono, relitti psicologici, alcolizzati in recupero, tossicodipendenti”.
Tom Hanks si racconta nel suo libro
È una confessione che riesce a essere inaspettata e allo stesso tempo perfettamente comprensibile (e forse anche un sollievo per tutti gli altri attori in circolazione che la star di Cast Away non abbia posto l’asticella troppo in alto). Hanks è balzato agli onori della cronaca l’anno scorso quando ha urlato con rabbia ai fan dopo che questi avevano fatto inciampare sua moglie Rita Wilson, ma anche questo sfogo è stato visto come piuttosto galante e protettivo. Nella nuova intervista, l’attore ha anche espresso la sua opinione su chi dovrebbe interpretare James Bond (“Capite bene che James Bond ha la licenza di uccidere. Io darei quella licenza a Idris Elba, solo in base al lavoro che gli ho visto fare”).
Hanks è intervenuto anche nel dibattito sulla censura dei libri classici di autori come Roald Dahl per renderli meno offensivi secondo gli standard moderni. “Sono dell’idea che qui siamo tutti adulti”, ha detto. “Facciamo affidamento sulla nostra sensibilità e non lasciamo che sia qualcuno a decidere per cosa possiamo o non possiamo sentirci offesi… Sarei contrario a leggere qualsiasi libro di qualsiasi epoca che riporti la dicitura ‘abbreviato a causa della sensibilità moderna’”.
Traduzione di Pietro Cecioni
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma