Zendaya parla della sua “prima volta da vera protagonista” in Challengers di Luca Guadagnino e di come ruoli importanti in film come la saga di Spider-Man l’abbiano catapultata verso un nuovo livello di notorietà.
In una nuova storia di copertina per la rivista Elle, realizzata prima dell’inizio dello sciopero SAG-AFTRA, la star ventiseienne ha parlato del suo percorso nel mondo della moda, da ragazzina di Disney Channel a icona da red carpet. Soffermandosi sul momento virale della sfilata alla settimana della moda di Parigi di Louis Vuitton con Law Roach e su come il suo nuovo ruolo in Challengers – che originariamente doveva essere presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia prima di essere posticipato al 2024 – la porterà nella “prossima fase” della sua carriera.
“Ho sentito che era un buon passo verso un ruolo più adulto e verso una nuova era”, ha detto Zendaya a proposito del suo personaggio in Challengers, Tashi Donaldson, il fittizio fenomeno del tennis che si trasforma in allenatrice e rimane coinvolta in un triangolo amoroso. “È stato un po’ spaventoso affrontarlo, ma è una bella sensazione. Puoi scappare dalle novità e rimanere al sicuro e a tuo agio, oppure puoi dire: ‘Sai cosa? Fanculo, ci provo'”.
Il ruolo da sportiva è stato una sfida per l’attrice, che si è sentita “terrorizzata” nel fingere di giocare a tennis davanti alla troupe. Le scene di sesso contenute nella pellicola, invece, secondo la rivista, sono “in linea con le opinioni di Zendaya stessa sulla sensualità come linguaggio implicito”.
“Lo fa con le cose non dette, con i momenti tra i momenti. Le cose che non sempre si possono esprimere, ma si sentono” ha detto l’attrice riguardo la gestione di Guadagnino delle scene erotiche. “Questa è la specialità di Luca quando si tratta di fare cinema”, prosegue. “Cura tutte quelle cose che non sono nel copione e che solo chi ha la macchina da presa può davvero trovare”.
Guadagnino si è anche complimentato per il modo in cui l’attrice “esprime ed emana la potenza del suo atletismo”, anche se la stessa Zendaya ha affermato che le scene in cui giocava a tennis le hanno causato molta ansia da prestazione. “Più dovevo fingere di giocare davanti a una telecamera e a un pubblico, più mi sentivo terrorizzata. E non stavo nemmeno usando una palla vera”, ha detto ridendo. “Facevo solo le movenze e il gioco di gambe. Facevo il mio swing di fronte a un gruppo di persone come se fossero gli U.S. Open, ero terrorizzata”.
Challengers non è stata una sfida solo dal punto di vista fisico, ma anche per quanto riguarda la caratterizzazione di un ruolo che, secondo l’attrice, le star come lei hanno raramente la possibilità di interpretare. “A volte i personaggi disordinati e conflittuali che esercitano un potere su altre persone sono riservati ad attori molto diversi da me, quindi quando ho l’opportunità di interpretare un personaggio del genere, la colgo al volo!”.
Durante l’intervista, Zendaya ha parlato anche della crescente attenzione nei suoi confronti come star di Hollywood, cosa che ha detto di aver iniziato a notare durante delle riprese effettuate a Boston l’anno scorso. “Dopo l’ultimo Spider-Man e l’ultima stagione di Euphoria, c’è stato un cambiamento radicale”, spiega. “Prima potevo cavarmela girando per i posti. Ma lì a Boston finivo per tornare subito a casa, perché era una situazione davvero ingestibile. Tutti uscivano e io dicevo: ‘Mi piacerebbe venire con voi, ma credo che potrei rovinare la serata a tutti. Non sarebbe divertente se ci fossi anche io'”.
Queste attenzioni morbose si sono riversate sulla sua vita privata e sulla sua relazione con il co-protagonista di Spider-Man, Tom Holland. L’attrice ha ammesso di impegnarsi molto nel controllo della sua privacy.
“Accetto che alcune parti della mia vita siano pubbliche”, ha spiegato. “Non posso non essere una persona, non vivere la mia vita e smettere di amare la persona che amo. Ma ho il controllo su ciò che scelgo di condividere. È una questione di protezione della pace. Devi far sì che alcune cose siano solo tue, ma senza paura di esistere. Non ci si può nascondere. Neanche questo è divertente”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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