Un’altra storia, di Antonio Monda: non si può pensare a Lawrence d’Arabia senza Peter O’Toole. O sì?

L'attore, candidato all'Oscar per il ruolo, non fu la prima scelta del regista e del produttore. Arrivò dopo cinque tentativi di casting fallito. E Marlon Brando e Montgomery Clift erano fra gli attori presi in considerazione

Sette premi Oscar nel 1963, tra cui miglior film, Lawrence d’Arabia è di David Lean (1962) è uno dei quei film che possono essere chiamati capolavori della storia del cinema senza temere di esagerare. A renderlo immortale è anche la scelta del protagonista, Peter O’Toole nei panni del tenente colonnello Thomas Edward Lawrence, agente segreto e archeologo gallese ricordato per aver guidato la rivolta araba durante la prima guerra mondiale.

Nessuno potrebbe immaginare un Lawrence d’Arabia senza Peter O’Toole, eppure non fu lui la prima scelta della produzione. Nemmeno la seconda. O’Toole fu il quinto attore a essere considerato per il ruolo.

La prima scelta del regista era Albert Finney, ancora sconosciuto all’epoca. Fece il provino e iniziò a girare sul set ma fu licenziato poco dopo per motivi ancora non chiariti. La parte fu così offerta a Marlon Brando, poi ad Anthony Perkins e a Montgomery Clift.

Brevemente fu considerato anche Alec Guinness, poi ritenuto troppo anziano per la parte. Quando però Lean vide O’Toole per la prima volta fu così sicuro di aver trovato il suo protagonista da andare anche contro la volontà del produttore, Sam Spiegel.

E la scelta nel tempo si è rivelata la migliore possibile, tanto da unire per sempre il nome di O’Toole a Lawrence d’Arabia. 

Come sarebbe stato il film di Lean con Brando o Clift? Quella è tutta un’altra storia.