Per l’attrice e produttrice Margot Robbie, Barbie, film di cui è protagonista, è una storia femminista. I dirigenti della Mattel, però, non sembrano essere del tutto d’accordo.
In un nuovo articolo di Time sulla storia del marchio e sul percorso del film verso il grande schermo, i membri del team creativo di Barbie e alcuni dei principali dirigenti Mattel hanno raccontato il viaggio di oltre dieci anni che ha portato l’iconica bambola ad essere al centro di un live-action. Filo conduttore di questo percorso è la necessità condivisa del marchio di giocattoli di rappresentare la diversità nell’essere donna.
“Sapevo che il film non avrebbe tralasciato gli aspetti più interessanti e potenzialmente più problematici di Barbie”, ha dichiarato Hari Nef, che interpreta Barbie Dottoressa. “È giusto inserire la bambola nella storia contemporanea del femminismo e della body positivity”.
Quella di Barbie inteso come film femminista non è un’accezione condivisa da tutti. Ad esempio, Robbie Brenner, primo produttore esecutivo della Mattel Films, ha dichiarato che a suo avviso “Barbie non è un film femminista”. Secondo la giornalista Eliana Dockterman, questa critica sarebbe condivisa da molti altri dirigenti della Mattel, e sembra aver colto di sorpresa la protagonista Margot Robbie.
“Non si tratta di dire se è o non è femminista. È un film, peraltro in grado di contenere molte cose”, ha chiosato l’attrice in merito alle definizioni sull’opera di Greta Gerwig.
Secondo la star, Barbie non è un mero elogio alla bambola più famosa al mondo, ma piuttosto un racconto nel quale è necessario mettersi in gioco. I commenti di Robbie sembrano riprendere in qualche modo a quelli del presidente della Mattel, Richard Dickson, che ha dichiarato: “Per produrre Barbie è stato necessario trovare il talento giusto. Serviva qualcuno in grado di comprendere l’autenticità del marchio e dare vita ad ogni controversia. Va bene prendersi in giro, ma ci dev’essere uno scopo, un obiettivo emotivo”.
La scelta di definire o meno Barbie un prodotto femminista non è l’unico punto di disaccordo del team creativo del film con la Mattel. Dickson ha confermato di essere andato in prima persona sul set londinese per discutere con Gerwig e Robbie di una scena che non riteneva in linea col marchio. Dopo aver visto quanto girato, però, il Ceo si sarebbe ricreduto.
“Quando si legge la pagina di un copione, non si percepiscono né le sfumature né l’interpretazione”, si è espressa Robbie in merito. “Durante il primo incontro con il team, abbiamo promesso di onorare l’eredità del marchio. Tuttavia, se non riconosciamo certe cose, se non le diciamo apertamente, le dirà qualcuno al posto nostro. Quindi tanto vale partecipare attivamente a questa conversazione”.
Nonostante le discussioni sulla natura del film, il team creativo di Barbie e la Mattel sembrano essersi trovati d’accordo sulla necessità di un casting inclusivo, che rispecchiasse l’espansione eterogenea di Barbie e Ken messa in atto a partire da metà anni 2010. Lo sforzo di modernizzazione ha portato all’aggiunta di diverse tonalità di pelle, tipi di capelli e dimensioni del corpo variegate per lo storico marchio di giocattoli. Un totale di 175 Barbie diverse, nate con la volontà di trasmettere un messaggio di libertà e inclusione a tutti gli acquirenti.
Quindi, anche se Robbie sarà la Barbie principale del film, Dickson ha spiegato che la varietà del cast è stata necessaria a far giungere i cambiamenti dell’azienda sul grande schermo. “Tutti i personaggi sono Barbie. È il cast perfetto per esprimere ciò che la bambola è oggi, e Margot fa da ponte a questa transizione”, ha dichiarato.
Per Robbie, l’espansione della bambola è stata fondamentale per la sua decisione di accettare il film. “Se Mattel non avesse fatto quel cambiamento per avere una molteplicità di Barbie, non credo che avrei voluto prendere parte al film. Non esiste un’unica versione di ciò che Barbie deve essere e a cui le donne dovrebbero aspirare”, dice l’attrice.
La comica e attrice Kate McKinnon, che nel film interpreta una delle raffigurazioni della bambola, ha dichiarato che “la pellicola parla dei sentimenti positivi e negativi associati al marchio, facendone un’incisiva critica culturale”.
Per Issa Rae, che veste i panni di Barbie Presidente, “La preoccupazione era che il film sembrasse troppo da femminista bianca. Il mondo di Barbie è idilliaco, rappresenta la perfezione. Quindi se la perfezione viene rappresentata solo da un mucchio di Barbie bianche, non so quanto si possa incontrare il favore del pubblico”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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