I Guardiani della Galassia di James Gunn hanno portato tre cose nel Marvel Cinematic Universe: i colori, lo stile e la musica. È vero, già dai tempi di Iron Man gli Studios dei fumetti di Stan Lee avevano cominciato a descrivere con cura le personalità dei personaggi e delle loro opere, attraverso soprattutto l’utilizzo di precisi generi di riferimento (il war movie di Captain America – Il Primo Vendicatore, l’epica nordica di Thor).
Nel caso di Tony Stark erano gli AC/DC ad accompagnare le entrate e le esplosioni del “genio, miliardario, playboy, filantropo”, andando di pari passo col carattere dirompente del protagonista interpretato da Robert Downey Jr., dall’iconicità di Back in Black alle scintille di Shoot to Thrill.
Sono però Star-Lord e i suoi compagni spaziali i detentori della miglior playlist della Marvel. Lo erano nel 2014 quando è uscito il loro primo film, hanno continuato a portare la corona col seguito del 2017, e col Vol. 3 hanno dimostrato non solamente che, per loro, la musica è un aspetto importante per la storia, ma ne è addirittura il cuore pulsante.
Dai Fleetwood Mac a Florence and the Machine
L’essenza stessa delle pellicole su i Guardiani della Galassia può essere racchiusa nell’attenta cucitura che Gunn ha ricamato e con cui ha unito indissolubilmente il tessuto narrativo a quello sonoro. Dall’ironia e la stravaganza anni Ottanta, centrale soprattutto nel primo film e che riverbera poi anche in Guardiani della Galassia Vol. 2, la saga trainata dal Peter Quill di Chris Pratt ha dimostrato di poter restituire tramite la scelta dei suoi brani un umore o uno stato d’animo, entrambi imprescindibili per entrare in profondità nelle varie sequenze galattiche. Che l’aver voluto inserire i Fleetwood Mac in un momento, mettendo gli Electric Light Orchestra in un altro, non è stato solamente un semplice capriccio, bensì una ragionata scelta stilistica che andava riversandosi sul percorso narrativo dei personaggi.
Guardiani della Galassia Vol. 3 ne è l’esempio lampante. Pur continuando a mescolare tonalità degli anni Ottanta, immancabili a prescindere da qualsiasi svolta dei protagonisti, la “awesome tape” del terzo film ha il compito di condurre i personaggi verso una chiara e netta destinazione. O meglio, verso la fine. La crescita dei personaggi – nonostante la stupidità di Drax (Dave Bautista nel film) e l’ingenuità di Mantis (Pom Klementieff) – è portata a compimento nel capitolo stand-alone e dettata dal passaggio di canzone in canzone. Decade dopo decade.
È per questo che, sul finale, lo schermo di un iPod seleziona gli anni 2000, mostrando come anche la musica abbia tracciato un cammino che i personaggi hanno solcato e su cui hanno, ovviamente, ballato. Una fine che segna un’inedito inizio sulle note dei Florence and the Machine. Ma quella è tutta un’altra storia, che non vediamo l’ora di ascoltare.
La “Awesome Tape” di Guardiani della Galassia Vol. 3
- Creep (Acoustic Version) – Radiohead
- Crazy on You – Heart
- Since You Been Gone – Rainbow
- In the Meantime – Spacehog
- Reasons – Earth, Wind and Fire
- Do You Realize?? – The Flaming Lips
- We Care a Lot – Faith No More
- Koinu no Carnival (From “Minute Waltz”) – EHAMIC
- I’m Always Chasing Rainbows – Alice Cooper
- San Francisco – The Mowgli’s
- Poor Girl – X
- This Is the Day – The The
- No Sleep Till Brooklyn – Beastie Boys
- Dog Days Are Over – Florence + The Machine
- Badlands – Bruce Springsteen
- I Will Dare – The Replacements
- Come and Get Your Love – Redbone
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