L’alba di un nuovo universo DC è alle porte, con James Gunn e Peter Safran intenti a pianificare una nuova serie di progetti cinematografici, televisivi e di videogiochi. Ma, prima di arrivarci, mancano ancora otto mesi per quelli che sembrano, quasi poeticamente, gli ultimi sussulti del DCEU (Dc Extended Universe), che sta volgendo al termine dopo un decennio dal suo debutto con Man of Steel nel 2013.
Il primo a uscire è Shazam! Furia degli dei di David F. Sandberg, sequel dello Shazam! del 2019, il quale si è rivelato un discreto successo ed è stato considerato per questo un ulteriore passo per correggere la rotta e cambiare la direzione del franchise DC – il terzo ormai, per esattezza, ma chi li conta più? Alcuni critici hanno persino definito Shazam! Furia degli dei il miglior film del DCEU fino ad oggi. Un sequel che dovrebbe, in teoria, essere una grande attrazione e potrebbe fare da salvagente per gli altri tre film DC in programma quest’anno: The Flash, Blue Beetle e Aquaman e il regno perduto. Allora perché sembra che il DCEU stia zoppicando verso una conclusione piuttosto che culminare nella celebrazione di un decennio di narrazioni?
DC Comics e campagne marketing
La prime reazioni sui social per Shazam! Furia degli dei sono state entusiaste, con l’uscita poi di recensioni altrettanto positive, seppur meno esaltate rispetto al film precedente. È però l’apertura al botteghino a suggerire un andamento poco elettrizzante. Consapevoli dei numeri che il film avrebbe affrontato al box office, la parte marketing di Warner Bors. e New Line per il film è diventata un disperato appello a “Venire a vedere il film in sala”, con spot televisivi che rovinano anche gran arte della sorpresa dei cameo della pellicola, suscitando maggiore tristezza rispetto a quando Dwayne Johnson ha praticamente svelato la presenza del Superman di Henry Cavill nel cinecomic Black Adam sul red carpet della première.
Cos’è, dunque, che frena il film? Ci sono vari fattori da considerare. Sicuramente nella pellicola non manca il talento degli attori, visto il coinvolgimento di Helen Mirren, Lucy Liu e Rachel Zegler come antagoniste. Le interpreti impersonano le figlie di Atlante (Hepresa, Kalypso, Anthea), personaggi che non esistono all’interno dei fumetti. Questa assenza rende ancora più difficile il lavoro del marketing, non sapendo come indirizzare il pubblico verso specifici riferimenti cartacei con cui alimentare l’eccitazione.
Un altro problema è il fatto che il più grande nemico di Shazam, per l’appunto Black Adam, è stato protagonista di un film stand-alone, il quale ha subito un grave tonfo al botteghino lo scorso anno, togliendo qualsiasi possibilità di un incontro tra i due personaggi, come il pubblico sperava quando erano state annunciate le pellicole della DC. Ma il vero grande macigno che ostacola Furia degli dei è il nuovo universo DC in arrivo, visto che fa interrogare il pubblico sulla validità di investire nella visione della pellicola di David F. Sandberg.
Più successi o più insuccessi?
L’obiezione che si potrebbe sollevare è che i film bisogna vederli comunque nella loro individualità, non per le scene post-credit o i collegamenti che potrebbero creare con opere che devono ancora essere realizzate. Guardare un film in quanto tale, non perché funge da teaser trailer per un altro. Se vogliamo però essere realistici, non è così che i fan di questi cinecomics si approcciano alla visione, almeno non del tutto.
Un film su Shazam che ha la promessa garantita di uno scontro del protagonista con Black Adam o del suo ingresso nella Justice League ha un impatto diverso sul pubblico rispetto a una pellicola su uno Shazam che prevede il ritorno di Sivana e della Monster Society of Evil in un progetto che, però, non sembra essere destinato a realizzarsi. Non dovrebbe essere così, ma lo è. Le chiacchiere da social sono già tornate alla tipica domanda pre-reboot: “Qual è lo scopo?”. Lo scopo è poter vedere un buon film, anche se non è ovvio che questo possa equivalere a un’argomentazione abbastanza convincente per un franchise che, almeno dal punto di vista critico, ha avuto più successi che insuccessi.
Cosa sono i soft-reboot?
Sebbene James Gunn, nuovo co-responsabile della DC Films, abbia detto che ogni cosa è stata messa in discussione per il proseguimento del DCU e che Shazam, almeno il primo film, non ha alcun riferimento che possa andare a intaccare la continuità, tutto sembra confuso nelle spiegazioni date al pubblico, con inoltre l’annuncio di un nuovo film su Batman e uno su Superman, entrambi reboot in arrivo. Si può usare anche il termine “soft-reboot” se si vuole, come accaduto con alcuni elementi di The Suicide Squad e Peacemaker, ma questo vuol dire ben poco per un pubblico cresciuto con il Marvel Cinematic Universe in cui è evidente che debba esserci una sola continuità e in cui “tutto conta”, nonostante anche le manovre di marketing.
È però uno stratagemma a cui il pubblico crede, e questo è qualcosa che non hanno ben chiaro alla Warner Bros. Discovery, almeno non nelle produzioni attuali della DC, visto che tra frequenti cambi di leadership, natura divisiva dei film, attori incerti nei piani futuri delle pellicole e l’accantonamento di un intero film su Batgirl, si nota un atteggiamento attuale che sembra direi: “Non sappiamo ancora cosa è importante e cosa no”.
Capitolo 1: Dei e Mostri
L’annuncio di James Gunn sul Capitolo 1: Dei e Mostri, l’inizio del suo DCU, è stato certamente entusiasmante e, in generale, ha reso molte persone più ottimistiche sul futuro della DC sullo schermo, al di fuori dei film di Batman. Ma l’impressione è che l’annuncio avvenga a scapito dei film già programmati per l’uscita e che non rientrano in questo filone. Ricorda un po’ cosa è avvenuto con la 20th Century Fox quando rilasciò Dark Phoenix e New Mutants dopo la fusione con Disney, con tutti che già pregustavano la versione reboot dei mutanti col MCU.
È ovvio che possiamo sperare nel fatto che la qualità dei film del DCEU di quest’anno superi quella dei film citati, ma se il marketing di Shazam! Furia degli dei, che non ha avuto nemmeno uno spot per il Super Bowl, è indicativo di ciò che possiamo aspettarci dal resto del 2023, sembra che la WBD stia già contando le perdite e speri che il ritorno di Michael Keaton come Batman possa spingere The Flash verso il miliardo.
DC e tutti i cambiamenti futuri
Non c’è chiarezza su come questi film del DCEU si colleghino al DCU di Gunn e del co-capo Safran, se non in minima parte, e l’approccio attendista potrebbe essere il più logico, anche se non fa per questo vendere biglietti. Furia degli dei doveva originariamente uscire dopo The Flash, e Sandberg ha recentemente addotto questa ragione per i cambiamenti del costume nel film, che invece nella pellicola ormai proiettata vengono attribuiti semplicemente alla magia. Questo, però, non è un grosso problema. Ma se si considera che The Flash doveva al principio portare dei cambiamenti sia in Shazam! Furia degli dei che Aquaman e il regno perduto, con camei ora assenti e riferimenti a altri eventi, sembra che al momento molte cose siano state rimescolate e alcune pagine di sceneggiatura addirittura rimosse.
Allo stesso modo, si dice che The Flash servirà a concludere il DCEU e creare il DCU. Questo andrebbe bene se non fosse immediatamente seguito da Blue Beetle, il quale dovrebbe lanciare un nuovo franchise, e dal sequel di Aquaman, che dovrebbe essere il secondo capitolo di una trilogia. A proposito, Jason Momoa probabilmente andrà a interpretare un altro personaggio del DCU, ma secondo Peter Safran non interpreterà due personalità diverse, anche se questa affermazione va contraddicendo quanto affermato invece da Momoa. Quindi, quello di fronte a cui ci troviamo è la fine di un universo cinematografico e la nascita simultanea di uno nuovo, che potenzialmente utilizzerà pezzi di quello che sta per finire, se sarà finanziariamente possibile, il che anche per gli appassionati dei fumetti rappresenta una crisi alquanto complicata.
Una fine dignitosa?
Sarebbe bello vedere questi film DC del 2023 avere successo, sia dal punto di vista finanziario che da quello della critica. Se il piano è di concluderli qui, all’interno dei confini del DCEU, allora il pubblico merita conclusioni definitive e una transizione che abbia senso, come The Flash con un vero e proprio finale che porta a un reboot, piuttosto che vedere il DCEU che si conclude con un sequel di Aquaman, il quale anticipa un terzo capitolo che lo studio non ha effettivamente intenzione di realizzare. Che siate entusiasti o meno del DCU, gli attori e i registi che hanno contribuito a un decennio di storie ambientate nel DCEU meritano in ogni caso chiarezza e rispetto per il loro capitolo finale.
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