Per i Marvel Studios è il momento della resa dei conti. La performance tutt’altro che meravigliosa di The Marvels ha portato i vertici della casa di produzione a fare il punto sulla propria strategia, dopo anni in cui Marvel ha guidato il botteghino con i suoi film di supereroi, da quando Iron Man ha fatto irruzione sulla scena nel 2008.
Nel weekend dal 10 al 12 novembre, The Marvels ha debuttato con 46,1 milioni di dollari in Nord America, la peggiore apertura nella storia del Marvel Cinematic Universe, che ha raccolto più di 30 miliardi di dollari in vendite globali di biglietti cinematografici. Il 33esimo capitolo dell’MCU è stato penalizzato da valutazioni negative da parte del pubblico e da un punteggio CinemaScore B.
Questo non è stato il primo segnale di allarme che qualcosa non andava all’interno della Marvel in termini di controllo della qualità, dato che il team di Kevin Feige è andato in tilt con la produzione di serie televisive destinate allo streaming. I lungometraggi come Eternals e Ant-Man: Quantamania sono stati valutati come B su CinemaScore, mentre il pubblico ha iniziato a lamentarsi di dover seguire un numero crescente di serie su Disney+ per capire la storia complessiva dell’universo narrativo della casa delle idee.
Quantità sopra la qualità
Dietro le quinte, i Marvel Studios e la Disney sapevano bene che The Marvels avrebbe avuto difficoltà già prima di arrivare sul grande schermo. Le fonti hanno riferito a The Hollywood Reporter che Feige e il suo team avevano bisogno di tempo per fare un bilancio dei loro film in sala.
L’8 novembre, nel corso di una conferenza stampa, Bob Iger ha dichiarato che l’impero cinematografico della Disney ha “perso la concentrazione” a causa dell’enfasi posta sulla quantità piuttosto che sulla qualità, cercando disperatamente di nutrire il servizio di streaming di Disney+, sotto la guida di Bob Chapek, anche se fu Iger stesso a far nascere la situazione. Secondo le fonti, Feige e il suo team hanno quindi seguito questo mandato, a scapito dei film Marvel.
Marvel e Disney hanno rivelato di aver ridotto da tre a uno il numero di film di supereroi che usciranno nel 2024. La notizia è stata data alla fine dello sciopero del sindacato degli attori SAG-AFTRA e, anche se l’interruzione del lavoro, che ha bloccato la produzione di Deadpool 3, è certamente parte della ragione per alcuni dei cambiamenti di data, non è stata l’unica, dicono le fonti.
Nel 2024 un solo film per Marvel
Deadpool 3 di Shawn Levy e Ryan Reynolds sarà l’unica offerta di supereroi della Marvel e della Disney nel 2024, e ora uscirà il 26 luglio anziché il 3 maggio. Il sequel, che vede anche la partecipazione di Hugh Jackman nel ruolo di Wolverine, è il primo Deadpool distribuito dalla Disney dopo l’acquisizione della 20th Century Fox, ed è anche il primo film vietato ai minori ad essere distribuito dai Marvel Studios. La pellicola è stata descritta come un film che si estende su più universi, e che getterà le basi per i prossimi film degli Avengers.
Captain America: New World Order, che in precedenza doveva arrivare nelle sale il 26 luglio, è stato posticipato di nove mesi al 14 febbraio 2025, per dare allo studio il tempo di girare materiale aggiuntivo. Thunderbolts, film della Marvel che vede come protagonisti degli antieroi, è interpretato da Florence Pugh e Sebastian Stan, e arriverà nelle sale il 25 luglio 2025 anziché il 20 dicembre 2024.
Tra i titoli del 2025, Blade, interpretato da Mahershala Ali, è stato posticipato di nove mesi, spostando la data di uscita dal 14 febbraio 2025 al 7 novembre 2025. Sia Blade che Thunderbolts avevano in programma di entrare in produzione la scorsa estate, ma non avendo sceneggiature pronte in tempo sono stati interrotti a causa dello sciopero degli sceneggiatori di maggio.
Gli slittamenti nelle date di uscita – annunciati il 9 novembre – indicano che la Marvel ha quattro film di supereroi fissati per il 2025, compreso il reboot dei Fantastici Quattro, in uscita il 2 maggio (come Deadpool, i Fantastici Quattro sono arrivati dalla 20th Century), ma la situazione potrebbe cambiare.
“Perché non fare The Marvels 2?“
Più che un vero e proprio sequel del blockbuster da un miliardo di dollari Captain Marvel, The Marvels è una sorta di mashup. Nel film, Larson è affiancata da Iman Vellani, la star della serie Disney+ Ms. Marvel, e da Teyonah Parris di WandaVision, che interpreta Monica Rambeau, versione adulta del personaggio di Captain Marvel.
Mescolare e combinare i personaggi per i sequel è un metodo che la Marvel ha usato in passato per film come Captain America: Civil War, che presentava quasi tutti i personaggi Marvel immaginabili, ma con risultati ben diversi, incassando nel 2016 1,15 miliardi di dollari.
“Perché non fare semplicemente Captain Marvel 2? Perché produrre The Marvels quando il pubblico si è identificato, ha empatizzato e si è persino riconosciuto come eroe nel personaggio di Brie Larson? E soprattutto, perché offrire al pubblico personaggi e storie simili o uguali a quelli presenti su Disney+ se ci si aspetta che vadano al cinema? La Disney/Marvel ha diluito il suo prodotto”, afferma un produttore cinematografico. E continua: “Naturalmente un film funziona o fallisce anche per altre ragioni, ma una perdita di valore così grande da un film all’altro è rara”.
Captain Marvel ha debuttato con 153,4 milioni di dollari in Nord America e ha guadagnato ben 1,13 miliardi di dollari in tutto il mondo. A dire il vero, il film ha avuto un chiaro vantaggio: è stato presentato nella scena post-credit di Avengers: Infinity War del 2018, mentre la sua protagonista era presente in Avengers: Endgame.
Marvel e DC in difficoltà
Finora, la rivale DC è stata lo studio di supereroi che ha subito i maggiori alti e bassi, con un buon numero di film che hanno aperto con 50 milioni di dollari o meno (in confronto, molte uscite dell’MCU hanno esordito con 100 milioni di dollari o più a livello nazionale).
Quest’estate, The Flash della DC ha debuttato con una misera cifra di 55 milioni di dollari a livello nazionale, per poi raggiungere appena 270,6 milioni di dollari a livello globale.
Come osserva l’analista di Comscore Paul Dergarabedian, “la performance disomogenea di tutti i film di supereroi negli ultimi anni dovrebbe essere un campanello d’allarme per quanto riguarda il modo in cui questi film vengono concepiti, eseguiti e commercializzati in futuro”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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