Un eroe è per sempre. Immortale, trasversale, eterno. Indiana Jones non finirà con il quinto capitolo della saga, Indiana Jones e il quadrante del destino, al cinema dal 28, ma continuerà a schioccare la frusta per le nuove generazioni.
“Ero d’accordo con Harrison (Ford, ndr) nel voler raccontare una storia che accade precisamente fra il momento in cui il sipario si apre e quello in cui si chiude – spiega James Mangold, regista del film, chiamato anche alla guida del prossimo capitolo di Star Wars, Dawn of the Jedi – Non ho lavorato a questo film pensando in termini di franchise e non mi interessa sapere se e come si evolverà in futuro. Quello che posso dire è che è evidente che Indiana Jones non abbia alcuna intenzione di appendere il cappello al chiodo”.
Ne è convinto anche il danese Mads Mikkelsen, 57 anni, che in Indiana Jones e il quadrante del destino interpreta il crudele scienziato nazista Jürgen Voller: “Credo che Indiana Jones sia un eroe per ogni stagione. Nel suo mondo ci sono i buoni da una parte, i cattivi dall’altra. E lui sta nel mezzo, diciamo, perché anche Indy ogni tanto mente, imbroglia la gente. Eppure lo amiamo lo stesso. Ci sarà sempre spazio per lui, fra 20 o 30 anni. Il mondo sta cambiando velocemente, ma il suo modo di essere ‘eroe’ funziona. Nelle sue storie nessuno ha superpoteri. C’è solo gente estremamente cattiva o assolutamente buona”.
Della prima categoria fa senz’altro parte il suo personaggio, nuovo volto nella galleria di nazisti affrontati dall’archeologo Jones nel corso della sua lunga carriera: “Indy ha affrontato spesso questo genere di cattivi, che puntualmente tornano a tormentarlo. Voller è uno scienziato, e in questo la nostra storia non si allontana dalla realtà: dopo la guerra molti professionisti sono fuggiti negli Stati Uniti o in Unione Sovietica, e nessuno ha avuto da ridire. Per il mio personaggio ci siamo ispirati alla lontana a Wernher Von Braun (il ricercatore tedesco considerato il capostipite del programma spaziale statunitense, ndr). Il modo in cui si veste, la facilità con cui si è adattato allo stile di vita americano. Abbiamo pensato che fosse interessante prenderlo come riferimento”.
Sull’ossessione per la manipolazione del tempo, tema al cuore del film, Mikkelsen si dice convinto che la “mania” non appartenga necessariamente a questi anni: “Sono decenni che ci arrovelliamo intorno a questo tema. Lo stesso Albert Einstein ci rifletteva. La scienza stessa, in fondo, non esclude la manipolazione del tempo come possibilità”.
Altra cosa è fermare il tempo digitalmente attraverso interventi in CGI, come quello visibile nei primi minuti del film, che trasforma il volto di Harrison Ford, 80 anni, in quello di un credibile quarantenne. Un’ossessione, questa sì, che appartiene al cinema dei nostri giorni. “Questi interventi tecnologici verranno usati sempre più spesso nei film. Non credo che si possa arrestare il fenomeno – riflette Mangold – In un certo senso è sempre accaduto: le innovazioni tecnologiche hanno cambiato nel corso del tempo non solo il modo con cui facciamo i film, ma anche come viviamo le nostre vite. E ci mette a disagio, sì. Ma perché il trucco, che fa sembrare un attore più giovane, non ci trasmette lo stesso grado di inquietudine? Perché le protesi e la prostetica non ci turbano? L’ansia deriva dal fatto che l’inganno, il trucco, è elaborato da una macchina. In questo senso mi mette molto più in allarme la crescente capacità dei computer di generare immagini fotorealistiche che alterino la percezione del nostro mondo, più che quella del cinema”.
Un artificio che per Mikkelsen, in ogni caso, “funziona perfettamente su Harrison Ford solo perché tutti ricordano l’aspetto che aveva 40 anni fa. La manipolazione tecnologica in quel caso era necessaria. Ma per quanto mi riguarda non userei mai la tecnologia per preservare la mia immagine o il mio aspetto in un film. Non penso che sia questo il futuro che ci aspetta. Io sono convinto che il pubblico voglia ancora vedere esseri umani sullo schermo, con tutte le loro imperfezioni, senza il filtro operato da una macchina”.
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