“Mentre lavoravamo a The Marvels non mi sono mai fatta influenzare dalla negatività”. Chissà se c’è riuscita davvero Nia DaCosta, regista al terzo film dopo l’esordio Little Woods del 2018 e il sequel horror Candyman del 2021. Di motivi per sentire addosso il peso del giudizio e delle critiche ne aveva tanti. È infatti cosa nota che Brie Larson, premio Oscar nel 2016 per il dramma Room, e il suo personaggio Captain Marvel non sono particolarmente – sarebbe forse il caso di dire: per niente? – apprezzati dalla maggior parte del fandom del MCU. Senza alcuna ragione, ovviamente.
L’interprete di Carol Danvers, di cui ha vestito i panni per la prima volta nell’opera stand-alone diretta da Anna Boden e Ryan Fleck, è stata presa di mira a causa di alcune dichiarazioni durante il press tour del cinecomic nel 2019. Dopo aver chiesto di prestare una maggiore attenzione alla rappresentazione delle diversità e delle minoranze, sia dentro che fuori l’industria dell’intrattenimento, e facendo notare che spesso si ritrovava di fronte a una pletora di giornalisti “maschi bianchi di quarant’anni”, l’attrice è stata accusata di “razzismo” nei confronti dei suddetti uomini tirati in ballo. Da lì, la fine.
Certamente Captain Marvel e le apparizioni seguenti del personaggio nel MCU non hanno contribuito a placare gli animi. Colpa di una gestione confusa della supereroina, rendendola ufficialmente la più odiata della Marvel, e che è ora DaCosta a dover gestire: “Ci siamo concentrati solo sulla realizzazione del progetto. Speriamo ne sia uscita la miglior versione possibile”.
The Marvels non vede come protagonista solamente Carol Danvers, bensì si basa sull’interconnesione – sia di storie, che soprattutto di poteri – tra Captain Marvel e due semi-new entry del mondo Marvel, finora presenti solo nell’ambito della sua serialità. Da una parte c’è la Monica Rambeau di Teyonah Parris, apparsa per la prima volta in WandaVision – mentre il debutto assoluto del personaggio da bambina è avvenuto in Captain Marvel. Dall’altra Ms. Marvel di Iman Vellani, protagonista dell’omonimo show su Disney+ da giugno 2022. Le tre protagoniste dovranno scoprire come mai sono così strettamente collegate, mentre una persona dal passato di Carol torna per creare il caos.
Nia DaCosta è anche alla sceneggiatura del cinecomic: “L’ho scritto insieme alle fantastiche Megan McDonnell e Elissa Karasik. Ho fatto molti compiti a casa, anche se conosco bene il MCU. Ci siamo concentrate sullo scavare nelle specificità dei tre personaggi. Come punto di partenza ho riletto i fumetti di Kelly Sue DeConnick”. Tre sceneggiatrici, tre protagoniste. “Si tratta di trovare sempre una relazione che metta in collegamento le persone. E, in questo caso, i personaggi. Ho pensato a loro come tre sorelle che si erano allontanate, ma che riusciranno a superare le loro vicissitudini, sia personali che come squadra”.
The Marvels: dal mistero del budget al prossimo progetto della regista
La regista non nasconde un certo affetto per Ms. Marvel: “Mi riconosco molto nel personaggio, ero così alla sua età. Entrambe eravamo nel fandom dei supereroi, scrivevamo fan fiction ed eravamo incredibilmente nerd. Riesco a immedesimarmi anche nel suo profondo legame con la famiglia”. E ritiene che non sia un problema se il pubblico non ha visto le serie da cui provengono Kamala e Monica: “Nessuno deve sentirsi escluso. Ci sono abbastanza informazioni perché allo spettatore risulti tutto chiaro”.
Una vera roccia DaCosta, che non cede nemmeno quando le si chiede della “stanchezza da supereroi” che ha afflitto nell’ultimo anno gli spettatori (e il botteghino): “I creativi stanno cercando nuovi modi per mandare avanti il genere. Basti pensare ai due Suicide Squad. Il concetto è sempre lo stesso, ma esposto in maniera diversa”.
Ci sono voluti tre anni prima che The Marvels vedesse la luce. E mentre DaCosta, escluso il mondo dei cinecomics, prendeva ispirazione per le scene d’azione da Mission: Impossible – Fallout di Christopher McQuarrie e da Final Fantasy VII: Advent Children, ha dovuto gestire anche sequenze e effetti speciali nel mezzo dello spazio. “Ho avuto un team VFX incredibile. È un mondo che, da regista, ho scoperto essere totalmente differente da ciò che faccio di solito. Ero riuscita ad ottenere una sequenza in cui la pioggia andava dal basso verso l’alto, invece alla fine l’abbiamo tagliata – commenta DaCosta – Ma ciò che mi smuove in questo lavoro è la regia in sé, che può spingere le persone a vedere e a voler creare loro stesse cose che non si sono mai immaginate prima”.
Dalla magia del cinema al budget, senza cui anche i supereroi non potrebbero sopravvivere. Su The Marvels, però, aleggia un mistero. In un primo momento, secondo un rapporto di Vanity Fair, il cinecomic sarebbe stato il meno costoso del MCU, con “soli” 130 milioni di dollari investiti. Qualche giorno dopo è arrivata la smentita da Forbes con un nuovo report che dichiarava una spesa di ben 274,8 milioni di dollari.
I soldi effettivi messi dallo Studios dovrebbero essere 219 milioni, tolti i 55 di credito fiscale garantito ai Marvel Studios e alla Disney dal governo inglese, in quanto le riprese del film si sono svolte su suolo britannico. Se tutto ciò fosse corretto, renderebbe addirittura The Marvels uno dei cinecomic più costosi del MCU. Peccato che DaCosta non voglia dare delucidazioni: “Non saprei chiarire cosa è successo, ma so che a ogni modo nulla di ciò che viene riportato solitamente sul budget è vero”.
L’unica certezza è che Nia DaCosta non vuole rimanere mai uguale a se stessa. Lo si capisce dal prossimo film che la aspetta dietro la camera da presa, agli antipodi da qualsiasi cinecomic Marvel. Sarà al timone di Hedda Gabler, opera del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen. Nel cast Eve Hewson (Bad Sisters) e Tessa Thompson, protagonista dell’esordio di DaCosta.
“Mi fa tirare un sospiro di sollievo sapere di poter spostarmi in direzioni tanto opposte”, commenta la regista. “Spero che la mia carriera possa essere sempre così, senza limiti. Per me è importante trovare storie avvincenti, come può essere seguire le avventure di Captain Marvel o l’interiorità di Hedda Gabler. L’opera di Ibsen è straordinaria, è l’Amleto delle interpreti femminili sul palcoscenico, piena di rabbia e di passione”.
The Marvels è nelle sale italiane dall’8 novembre.
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