Se è vero che ogni senatore degli Stati Uniti si guarda allo specchio e vede un presidente, è ancora più vero che ogni cabarettista si guarda allo specchio e vede una star del cinema. L’ultimo che ha cercato di realizzare questa parabola è Sebastian Maniscalco, che nel suo lungometraggio ha scelto una storia che ha a che fare con le sue origini italo-americane.
Il risultato è Papà scatenato, co-scritto assieme ad Austen Earl e interpretato dallo stesso Maniscalco insieme a Robert De Niro, che offre qui l’ultima di una serie di performance comiche da vecchio brontolone. Il film assomiglia così tanto all’episodio pilota di una sit-com che ci si chiede perché il cast non sorrida durante i titoli di testa, accompagnato magari da una vivace sigla di testa.
La trama, un conflitto culturale
Per presentare al pubblico il suo personaggio, Maniscalco indugia in una breve introduzione sulla storia della sua famiglia e sulle sue radici siciliane, mostrando tutta una serie di uomini italiani che indossano attillati costumi da bagno Speedo. Parla anche di suo padre Salvo (De Niro), vedovo e parrucchiere, che vediamo per la prima volta in versione ringiovanita, con barba e coda di cavallo tinti. Molto probabilmente il processo di de-aging applicato all’attore in The Irishman era troppo costoso per Papà scatenato.
Sebastian Maniscalco – dal canto suo – non si preoccupa nemmeno di cambiare nome al personaggio: interpreta praticamente se stesso. Solo che nel film non è un comico, ma un direttore d’albergo. E al suo fianco c’è l’affascinante fidanzata Ellie (Leslie Bibb), le cui origini anglosassoni risalgono al periodo del colonialismo britannico. Quest’ultima informazione dovrebbe farci capire immediatamente quale sarà il nodo da cui scaturisce la commedia: il conflitto culturale.
I ricchi e nobili genitori di Ellie invitano lei e Sebastian a trascorrere il weekend del 4 luglio nella loro lussuosa tenuta estiva. Sebastian non vorrebbe lasciare il padre da solo per le vacanze, soprattutto perché Salvo non perde un’occasione per farlo sentire in colpa. Per non parlare del fatto che lo ricatta, rifiutandosi di dargli l’anello della madre per fare la proposta di matrimonio a Ellie.
Papà scatenato, una commedia banale
Il resto è abbastanza intuibile: un nervoso Sebastian, una spumeggiante Ellie e un irascibile Salvo si dirigono in Virginia. Qui sono accolti dall’odioso fratello maggiore di Ellie, Lucky (Anders Holm, Workaholics di Comedy Central), che li porta in elicottero alla tenuta.
Lì, Sebastian e suo padre vengono presentati ai genitori di Ellie, Bill (David Rasche) e Tigger (Kim Cattrall: il nome del suo personaggio non è uno scherzo), e al fratello di lei, Doug (Brett Bier, Jane the Virgin), la pecora nera della famiglia con il suo spirito New Age e l’amore per le campane tibetane. Completano il quadretto familiare i pavoni da compagnia, che infestano ogni angolo della tenuta.
Non mancano episodi autenticamente divertenti, come quando Sebastian, che finge di non saper giocare a tennis per impressionare il padre, è costretto da una Tigger sempre più irritata ad ammettere che si tratta di una farsa. Se avete dato un’occhiata al trailer, avrete visto il momento clou della commedia, con Sebastian, a cavalcioni di una specie di jetpack acquatico, che perde il costume e rimane completamente nudo. O la sequenza in cui Salvo si offre generosamente di preparare alla famiglia una vera cena italiana, ed è costretto a improvvisare gli ingredienti con risultati disastrosi.
Maniscalco e De Niro
Maniscalco, comico da tutto esaurito nelle arene e uno dei cabarettisti più popolari del momento, sceglie di non abbandonare il suo stile (è il suo primo ruolo da protagonista: in precedenza ha recitato in film come Green Book e The Irishman di Martin Scorsese, con De Niro). Ma è abbastanza intelligente da stemperare la sua esasperante energia per far emergere la vulnerabilità del personaggio.
De Niro, per fortuna, ha abbassato i toni rispetto a film come Nonno scatenato. Qui si affida alla sua pluridecennale esperienza da icona cinematografica riuscendo ad essere, in maniera convincente, simpaticamente scorbutico. Esattamente come lo descrive Sebastian: una resting bitch face (una “faccia da stronzo”, ndt).
Papà scatenato non riesce ad essere divertente come vorrebbe, ma la mancanza di cattiveria – in qualche modo – riesce a salvarlo. I personaggi sono per la maggior parte caricature e non vengono mai derisi ferocemente. La genuina dolcezza del film, e l’affetto che il regista nutre per i suoi personaggi, compensano ampiamente l’eccessiva banalità della trama.
(Traduzione di Pietro Cecioni)
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