C’è stato un tempo non molto lontano in cui una nuova uscita dei Marvel Studios era un successo garantito, indipendentemente dal fatto che il film avesse come protagonista uno dei supereroi più famosi del mondo o che presentasse al pubblico personaggi poco conosciuti. I critici si chiedevano per quanto tempo sarebbe stato ancora sostenibile un franchise così interconnesso, mentre il Marvel Cinematic Universe si affermava come la serie di film con i maggiori incassi della storia e continuava a battere record.
Questo fine settimana la Marvel ha battuto un altro record, anche se nessuno a Hollywood avrebbe potuto prevederlo fino a qualche anno fa. The Marvels – il sequel (diretto dalla regista Nia DaCosta) di Captain Marvel (2019), che era stato un successo da 1 miliardo di dollari -, ha debuttato con il più basso incasso in un weekend di esordio nei quindici anni di storia del MCU. I numeri sono sconfortanti per un film la cui produzione è costata oltre 250 milioni di dollari e hanno portato fan, commentatori e addetti ai lavori di Hollywood a chiedersi: i giorni della Marvel sotto i riflettori sono finiti?
Alcuni si sono affrettati a prendere la pala e iniziare a scavare la fossa per il MCU, una mossa che sembra prematura visti recenti successi come Guardiani della Galassia Vol. 3, Black Panther: Wakanda forever e Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Ma una cosa è innegabile: i Marvel Studios non possono più fare affidamento solo sul loro nome per attirare spettatori, ma devono dare al pubblico un motivo per essere entusiasta, per avere la sensazione di vedere qualcosa che non hanno mai visto prima, e non solo qualcosa che possono recuperare in tv in un secondo momento.
Il flop di The Marvels
La scarsa performance di The Marvels è stata attribuita a diversi fattori. Dallo sciopero degli attori che ha impedito alle carismatiche protagoniste Brie Larson, Teyonah Parris e Iman Vellani di promuovere il film, passando per il marketing debole, fino alla stanchezza da supereroi.
Altri hanno attribuito il debutto deludente di The Marvels al razzismo e alla misoginia. Il film è stato diretto da una donna nera e due delle protagoniste sono BIPOC. Sembra il tipo di scusa che storicamente gli Studios hanno usato per ignorare i film BIPOC, soprattutto quelli interpretati e diretti da donne. Tuttavia, i successi di Barbie e di Wakanda Forever, diretti da donne sono in contrasto con questa narrazione.
Il colpevole più evidente è la marea di progetti Marvel usciti negli ultimi anni. I Marvel Studios, sotto la direzione di Bob Iger e poi di Bob Chapek, hanno sovraccaricato il mercato di progetti Marvel per far crescere gli abbonamenti a Disney+. Ma con l’uscita di diversi progetti ogni trimestre il pubblico è rimasto indietro e si è sentito esausto.
Il caso della Saga dell’Infinito
Nonostante tutti i difetti, la Saga dell’Infinito della Marvel sembrava più mirata. C’era un numero fisso di personaggi, le cui storie si svolgevano tutte nei film. Dopo Avengers: Endgame, ci sono stati presentati una serie di nuovi personaggi – che, per la maggior parte, non interagiscono tra loro -, i cui progetti prevedono tutti trame diverse che devono ancora convergere e che spariscono per anni tra un progetto e l’altro. Il tutto, ovviamente, rende difficile per il pubblico affezionarsi a loro come ha fatto con gli Avengers originali.
Il fatto che non ci sia stato un film sui Nuovi Avengers sembra una grave dimenticanza. Un film sugli Avengers prima di The Marvels avrebbe probabilmente giovato al film, così come Captain Marvel ha beneficiato molto dell’uscita tra Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Tuttavia, la Marvel sembra intenzionata a tenere gli Avengers per la conclusione della Saga del Multiverso con Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, nel tentativo di creare i prossimi Infinity War e Endgame.
Gli scopi della Marvel
Ma questo non è mai stato lo scopo degli Avengers. L’obiettivo era quello di riunire i nuovi personaggi e di consolidare la loro identità in mezzo ai loro simili e alle minacce globali. Nei fumetti, gli Avengers hanno una cadenza mensile e, se è vero che i film sugli Avengers devono essere speciali, è anche vero che non dovrebbero richiedere un decennio di preparazione. Non c’è motivo per cui non avremmo dovuto vedere Doctor Strange, Capitan America, Captain Marvel, Shang-Chi, Black Panther, Ant-Man e Wasp allearsi come nuovo capitolo degli Avengers a questo punto.
I Marvel Studios hanno anche cannibalizzato progetti che sarebbero stati ottimi film per creare “contenuti” per Disney+. Secret Invasion, la serie con Samuel L. Jackson che ha ricevuto una pessima accoglienza all’inizio dell’anno, avrebbe potuto essere facilmente assimilata a Captain America: Civil War e riproposta sul grande schermo, invece è diventata una serie messa insieme in modo disordinato che ha eliminato personaggi di valore, non mostrava alcuna somiglianza con il popolare evento a fumetti di Brian Michael Bendis e Leinil Francis Yu e ha danneggiato attivamente il MCU con un potenziamento dell’ultimo minuto dei personaggi.
A prescindere dalle opinioni sulla narrazione di The Marvels, è ovvio che un Captain Marvel: Secret Invasion avrebbe avuto una maggiore attrattiva per il pubblico. Avrebbe permesso ai fan di fare direttamente riferimento a una graphic novel e avrebbe creato entusiasmo, come è successo con Civil War. Monica e Kamala avrebbero potuto essere comunque presenti e, insieme a un mix di nuovi e vecchi eroi, sarebbe stato un evento ricco di colpi di scena, che avrebbe effettivamente messo a frutto i temi impostati da Captain Marvel. Avrebbe potuto affermare definitivamente Capitan Marvel come personaggio di spicco per il futuro. Invece, ci rimane la possibilità che The Marvels sia l’ultimo film dedicato a Captain Marvel.
Il futuro dei Marvel Studios
In ogni caso, i Marvel Studios andranno avanti, imparando dalle delusioni dell’ultimo anno. Gli scioperi della WGA (sindacato degli sceneggiatori) e della SAG-AFTRA (sindacato degli attori) potrebbero alla fine giovare al MCU nel lungo periodo, costringendo lo studio a far slittare tutti i suoi progetti cinematografici – tranne Deadpool 3 –, dal 2024 al 2025. La mossa darà al pubblico una necessaria tregua dai continui progetti Marvel e – dato l’entusiasmo suscitato dalle foto di Hugh Jackman sul set con il classico costume blu e giallo di Wolverine e il fatto che Deadpool 3 sarà essenzialmente la prima vera prova dei Marvel Studios con i mutanti in live action -, è molto probabile che entro la prossima estate tutti parleranno del grande ritorno dei Marvel Studios.
Anche se avremo meno film, speriamo di averne di più efficienti dal punto di vista dei costi e di qualità più costante. Questo è il metodo Marvel che aveva reso il MCU un tale successo, ed è una formula affidabile che può ancora funzionare mentre si va avanti con nuovi personaggi e nuove storie. L’era della Marvel non è finita. È un po’ stanca, con le cicatrici e un occhio nero, mentre cerca di emergere dalle macerie che le sono crollate addosso, ma come tutti sappiamo, spesso è proprio questo il momento in cui gli eroi danno il meglio di sé.
The Marvels non è stato l’unico a deludere quest’anno in termini di incassi dei supereroi, tra Shazam! Furia degli dei, The Flash e Blue Beetle della DC e Ant-Man and the Wasp: Quantumania della Marvel. La stanchezza da supereroi è la teoria più accreditata, e credo che in parte sia vera. Ma poi si pensa al successo di Guardiani Vol. 3 e Spider-Man: Across the Spider-Verse quest’estate, o ai buoni risultati di serie sui supereroi come Gen V, Loki e Invincible. E improvvisamente, la “stanchezza” sembra essere una parola un po’ abusata.
La performance di The Marvels nello scorso fine settimana è stata innegabilmente una delusione. Ma ogni franchise di lunga durata attraversa i dolori della crescita. Così come Bond non è morto quando i film di Timothy Dalton hanno deluso al botteghino, come Batman è riuscito a sopravvivere alla freddezza di Batman & Robin, la Marvel non morirà. Ormai è un’istituzione.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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