Federico Fellini, raccontano gli amici, un giorno vide il soffitto di casa Rol animarsi e riempirsi di “putti e di faccine” che giocavano: “Non riusciva più a mandarli via”.
Un’altra volta, sempre insieme al “medium” Gustavo Rol, Fellini visse un’esperienza ancora più estrema: “Rol salì sul bordo di un laghetto, e dopo aver attraversato la cancellata si avviò con passi decisi camminando sull’acqua – racconta un testimone diretto – Non si bagnò nemmeno la suola, era una cosa straordinaria. Fellini scoppiava dalla gioia per ciò che aveva visto”.
Parapsicologo, sensitivo, maestro spirituale. Oppure “mediocre illusionista”, come lo definiva Piero Angela: figura inspiegabile, affascinante e misteriosa, il torinese Gustavo Adolfo Rol (1903-1994) è il soggetto del docufilm Enigma Rol, presentato in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione special screening.
Diretto Anselma Dell’Olio con il co-sceneggiatore e produttore artistico Alessio De Leonardis, e prodotto da Francesca Verdini con Pietro Peligra e Agostino Saccà, Enigma Rol è un ritratto – e un’indagine – del carattere, della personalità e delle opere del controverso sensitivo torinese, che riuscì ad affascinare – oltre a Federico Fellini – anche Charles De Gaulle, John F. Kennedy, Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Vittorio Gassman e molti altri.
Gustavo Rol, il mistero
Gustavo Rol nacque nei primi del 900 da una famiglia dell’alta borghesia torinese e, guidato dalla figura imponente, autoritaria e assai critica del padre (uno dei fondatori della Banca Commerciale Italiana) intraprese una carriera bancaria che abbandonò subito dopo la morte del genitore. sIniziò a dedicarsi, e lo fece per il resto della vita, ai suoi veri interessi, ossia la musica, l’arte, l’antiquariato e, soprattutto, il “paranormale”, definizione che ripudiava con sdegno.
La sua vita viene ripercorsa nel documentario attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, di chi ha assistito ai suoi esperimenti e anche di chi ha sempre messo in dubbio le sue capacità, con la volontà di fornire allo spettatore gli strumenti necessari per formarsi un proprio punto di vista e decidere poi da che parte stare.
Gustavo Rol non si è mai identificato con un termine preciso, è stato, più che altro, un uomo che ha portato avanti una sua ricerca, un suo percorso – ha detto la regista Anselma Dell’Olio -. Un uomo che ha reso partecipi dei suoi prodigi moltissime persone che ancora oggi ne raccontano meraviglie e fenomeni inspiegabili. Fu durante un suo soggiorno in Francia che, appena ventenne, comprese di avere delle ‘possibilità’, come le chiamava lui. Riusciva a leggere nel profondo delle persone, a carpirne l’essenza, l’anima, i pensieri, le pene. Percepiva sensazioni forti che lo portavano a diagnosticare malattie e a prevenire eventi disastrosi con una precisione inquietante. Gustavo riceveva i suoi ospiti spesso nel suo salotto di casa ma molto anche in case d’altri, all’aperto, in hotel, in casinò, in cliniche, dove andava regolarmente a visitare i malati. Era lui a scegliere chi poteva partecipare alle sue serate di esperimenti perché, per sua stessa ammissione, i fenomeni da lui prodotti non si sviluppavano a comando ma doveva crearsi la giusta atmosfera. E questo è uno dei nodi essenziali per alimentare le polemiche di chi non gli ha mai creduto. Di chi ha sempre visto in lui solo un abile illusionista”.
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