Walt Disney inventò Topolino. Ma chi ha inventato Walt Disney? La storia di A. P. Giannini, il banchiere italiano che creò Hollywood (in tour negli Stati Uniti)

Nato da genitori emigrati dalla Liguria, finanziò Il monello di Charlie Chaplin e il Golden Gate di Joseph Strass. L'uomo, realizzatore di sogni, viene raccontato nel documentario sulla Bank of America di Valentina Signorelli e Cecilia Zoppelletto, presentato in anteprima a New York

Hollywood è un’oligarchia fondata sui sogni e sul capitale. Soprattutto sul capitale. La storia dell’industria più grande e meravigliosamente falsa del mondo ha dell’incredibile: parte dal nulla per approdare al nulla, sui campi sterminati della California in cui non cala mai il sole. La scritta Hollywood doveva essere smantellata, creata per scopi promozionali negli anni venti e mantenuta per questioni turistiche dopo – perderà il “Land” finale che la voleva Hollywoodland, recuperato da Damien Chazelle nel 2016 col titolo La La Land. E quel capitale, necessario come il pane per mettere in piedi la fabbrica delle fantasie, da qualche parte è dovuto arrivare. Dal figlio di due immigrati, ad esempio.

Un’altra caratteristica di Hollywood è l’essere stata costruita dai secondi della società. Da chi ambiva al sogno americano, ma non poteva sapere che avrebbe contribuito a inaugurarlo – con i suoi molti pro, e gli infiniti contro. Ci sono stati gli ebrei con le loro case di moda, che hanno forgiato l’immagine iconica di alcune delle più grandi dive. I manovali, che usavano la macchina da presa come un attrezzo, troppo poco raffinati per il teatro, troppo bisognosi di denaro per non farlo. E, nel mezzo dei set e dei dietro le quinte, i banchieri. Topolino non sarebbe mai stato niente senza Walt Disney. Ma Walt Disney non sarebbe mai esistito, come noi lo conosciamo, senza Amadeo Peter Giannini.

Nato a San Josè nel 1870 da genitori italiani, A. P. Giannini diventò il papà della Bank of Italy. La aprì il 17 ottobre 1904, partendo dai locali di un vecchio saloon. Così giovane, così idealista: per Giannini era impossibile concepire che gli italiani, per trasferirsi negli Usa, dovevano pagare un tasso del 5-6% subendo un cambio svantaggioso. Si staccò perciò dalla cassa di risparmio per cui lavorava a San Francisco, fondando la sua, di banca, e portando il tasso al 2%.

Dalle macerie al firmamento, l’ascesa di A.P. Giannini

Figlio di genitori emigrati da Favale di Malvaro, in Liguria, fu un evento tragico a segnarne la fortuna: nel 1906 un terremoto devastante portò la gente a chiedere prestiti per sopravvivere. Clienti principalmente italiani e umili artigiani che venivano dal basso fecero mettere da parte all’uomo un monopolio considerevole. A Giannini bastava scrivere nome e cognome per fidarsi, o sigillare l’accordo con una stretta di mano. Una finanza etica che, comunque, lo avrebbe ricoperto di soldi. E lo fece espandere oltre i confini.

La copertina del documenatrio A. P. Giannini - Bank of the Future

La copertina del documenatrio A. P. Giannini – Bank of the Future

Giannini aiuterà a ristrutturare la città di San Francisco e, quando tutto fu pronto, iniziò a spargere diverse filiali in giro per l’America. Era il 1916. Convinse uomini d’affari e istituzioni a fargli posto nel grande ordine delle cose (bancarie). Nel 1919 diede vita alla Banca d’America e d’Italia, succursale della Bank of Italy e, nel 1927, la trasformò nella Bank of America. Non la banca dei pochi, ma la banca di tutti.

Il piano rivoluzionario di A.P. Giannini fu di convincere gli istituti finanziari nel non limitare le proprie attività a una regione o una città, riuscendo a creare filiali in tutta la nazione con il sostegno di Orra Monette, proprietario di un gruppo bancario di Los Angeles. Il vantaggio era di generare una rete in grado di marginalizzare i momenti di peggiore crisi economica, memore dell’esperienza di quel terremoto che cambiò tutto.

Ma è nel mezzo di questi anni che Giannini fu essenziale per la nascita di Hollywood. Per la crescita, l’espansione, addirittura per l’immaginario popolare e culturale internazionale. Perché A.P. Giannini aveva capito che non era solo la bocca a doversi nutrire, ma anche la mente. Per questo quando incontra un giovane artista con una bella storia, ma difficile da finanziare, gli concede un prestito di 50.000 dollari alla First National Distributors. Il 21 gennaio 1921 esce Il monello di Charlie Chaplin (a Chicago due giorni dopo, il 23 gennaio). Avreste mai potuto immaginare un mondo senza Charlot?

Cinema, storia, documentario

L’animazione di Biancaneve, lo slapstick di Accadde una notte di Frank Capra: Giannini i sogni li voleva realizzare, quelli degli altri soprattutto, proprio come un vero eroe Disney. Anche l’ingegnere Joseph Strass gli si rivolse nel 1932 per finanziare un “piccolo” progetto, il Golden Gate, che avrebbe poi fatto da sfondo a Terminator, L’alba del pianeta delle scimmie, Superman, 007 – Bersaglio mobile, La donna che visse due volte, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!. Il firmamento di Hollywood e dintorni. Non tralasciando la Storia con la S maiuscola, quella fuori dallo schermo, investendo nel Piano Marshall dopo che si accordò col responsabile Arthur Schlesinger per accelerare l’invio degli aiuti durante la seconda guerra mondiale. Un avanti e indietro che, a distanza di anni, torna a ripetersi.

“Era il lockdown e mi sono ritrovata tra le mani la biografia di Giannini”, racconta Valentina Signorelli, regista del documentario A.P. Giannini – Bank to the Future insieme a Cecilia Zoppelletto, opera che parte dagli Usa il 13 ottobre per un tour che toccherà New York, Washington, Niles, San Francisco e Berkeley. “È incredibile che da quella situazione di chiusura e isolamento, siamo riusciti a girare in California e realizzare il documentario”.

Una piccola parentesi statunitense con ultima tappa a Genova, la Liguria da cui i genitori di Giannini sono partiti, che conclude la produzione di una vita che fa gola al cinema, visto anche il prossimo Il banchiere degli ultimi, adattamento della vita dell’uomo per Luca Barbareschi – l’annuncio è del 2022 e le riprese dovrebbero cominciare a fine 2023/inizio 2024, dividendosi tra Italia e America.

“Abbiamo avuto l’occasione di entrare negli archivi degli Oscar – continua Signorelli – Dall’Academy ci hanno detto che siamo i primi italiani ad aver mai chiesto di accedere al materiale. Ci sembra strano, ma chissà. In ogni caso è una vita che ci ha affascinato e che si lega alla visione di produttori indipendenti che con Daitona portiamo avanti (Signorelli è anche tra i fondatori della casa di produzione insieme a Lorenzo Giovenga e Lorenzo Lazzarini, ndr)”. Il tour di A.P. Giannini – Bank to the Future , documentario prodotto da Daitona e Preston Witman Productions, si svolgerà in occasione del Italian Heritage and Culture Month a ottobre 2023, il mese dedicato alla celebrazione della cultura italiana in America.