“Ciò di cui sono più orgoglioso è stata la nostra intuizione”. A parlare è Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e il progetto a cui si riferisce è il Biennale College Cinema: uno spazio di workshop e insegnamento per i professionisti del settore, cui viene concessa la possibilità di presentare e realizzare le proprie opere nell’arco di circa dodici mesi.
A fare la differenza è il finanziamento assicurato dal college: un investimento di 200.000 mila euro destinati a un filmmaker e un produttore, che insieme possono portare a compimento la loro visione. Pellicole a micro-budget che, nel corso degli anni, hanno ricevuto una distribuzione, in sala o sulle piattaforme, oltre al passaggio in altri festival internazionali, insieme all’anteprima riservata ogni anno alla Mostra di Venezia.
I tre film di Biennale College Cinema 2023
“Quando ci riferiamo ai partecipanti dei workshop non parliamo di principianti, ma di veri e propri professionisti cui serve solo un impulso produttivo – spiega Roberto Ciccutto, presidente della Biennale – I risultati ottenuti in questi anni sono eccezionali. Come dimostra la rassegna tenutasi lo scorso aprile a New York al Paris Theater, dove sono stati presentati alcuni titoli usciti in questa decade del college, cui faccio i miei auguri per un secondo, splendido decennio”.
Arrivati al 2023, i film interamente finanziati da Biennale College sono 37, mentre 74 sono quelli realizzati con risorse indipendenti, riporta la responsabile del programma, Savina Neirotti. I titoli presentati quest’anno a Venezia80 sono il messicano Lumbrensueño di José Pablo Escamilla, l’ungherese Árni di Dorka Vermes e l’italiano L’anno dell’uovo di Claudio Casale. “Come italiano sono fiero di una fondazione che dà valore alla libertà creativa e produttiva – afferma Casale – È un’opportunità enorme quella di essere sostenuti nelle proprie idee ed aiutati a capire come renderle realtà. L’anno dell’uovo non sarebbe esistito senza Biennale College”.
A fargli eco i colleghi che hanno preso parte ai workshop sull’isola di San Servolo. “È un programma unico – dichiara Vermes – So che, nel mio caso, senza il finanziamento del college, non sarei mai riuscita a fare il mio primo film”. Prosegue Escamilla: “Sono fiero del lavoro svolto. È stato intenso e la produzione ha richiesto amore, sudore e moltissima passione. Siamo orgogliosi di essere arrivati fino a qui”.
I 12 progetti selezionati della 12esima edizione
Biennale College Cinema ha presentato i progetti selezionati per la 12esima edizione, i cui team, composti da produttore e regista, parteciperanno al primo workshop internazionale di dieci giorni che si terrà il prossimo ottobre.
– Buio / Dogs Days Of Summer (Italia) – regista: Camilla Carè; produttore: Berardo Carboni (opera
– Honeymoon (Ucraina) – regista: Zhanna Ozirna; produttore: Dmytro Sukhanov (opera prima)
– January 2 (Ungheria) – regista: Zsófia Szilágyi; produttrice: Dóra Csernátony (opera seconda)
– Jaysan (Kirghizistan) – regista: Aisha Sultanbekova; produttrice: Saltanat Imankulova (opera prima)
– My Birthday / Il mio compleanno (Italia) – regista: Christian Filippi; produttore: Leonardo Baraldi
(opera prima)
– Shame Shame Shame (Italia) – regista: Eli Zuzovsky; produttore: Tom Sidi (opera prima)
– The Fisherman (USA/Ghana) – regista: Zoey Martinson; produttore: Kofi Owusu Afriyie (opera prima)
– The Forest (Ungheria) – regista: Balint Kenyeres produttrice: Anna Bartok (opera seconda)
– The Slugs (Polonia) – regista: Katarzyna Gondek; produttrice: Adrianna Redzia (opera prima)
– The Syndrome (USA) – regista: Zachary Epcar; produttore: Bingham Bryant (opera prima)
– To Carry Accross (USA) – registi: Micaela Durand, Daniel Chew; produttore: Jacob Perlin (opera prima)
– Toad Mouth (Australia) – regista: Charlotte Mungomery; produttrice: Rebecca Lamond (opera prima)
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