Alice nella città è cresciuta: il cinema dell’adolescenza tra amore, rabbia, fede, morte e sesso (con leggerezza)

La ventunesima edizione della sezione della Festa del Cinema di Roma aprirà il 18 ottobre con How to Have Sex di Molly Manning Walker e chiuderà il 29 con One Life di James Hawes (con Anthony Hopkins): dieci film in concorso, focus sulla realtà vista con gli occhi dei ragazzi. Tra gli ospiti speciali Nastassja Kinski

I ragazzi sono cresciuti. A vent’anni dall’inaugurazione di Alice nella città (21, per la precisione), il pubblico della sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, storicamente dedicata al cinema “giovane”, ha cambiato pelle. Un mutamento fisiologico, forse inevitabile: i giurati delle prime edizioni sono diventati uomini, i bambini adolescenti, gli studenti hanno un lavoro (si spera) e il mondo – in due decenni – è cambiato parecchio. 

Il pubblico di Alice, oggi, non aspetta più (o non soltanto) i pupazzoni colorati sul red carpet coi palloncini in mano. Si fa domande importanti, si interroga sulla vita e sulla morte, si innamora. Fa, o vorrebbe fare, sesso. E se lo chiede: How to Have Sex (“Come fare sesso”) si intitola – non a caso – il film d’apertura della ventunesima edizione, vincitore a Cannes della sezione Un certain regard. Un’opera prima, della britannica Molly Manning Walker, che è già tutta un programma: la storia è quella di tre ragazze che, in vacanza a Creta, trascorrono le proprie giornate passando da una festa all’altra, sbronzandosi clamorosamente e praticando sesso occasionale, finché una delle non tre finisce con la persona sbagliata. “Se l’è cercata” perché “era ubriaca” – la regista raccontava a Cannes di aver ascoltato personalmente questo tipo di commenti – o è stata vittima di una violenza? 

Excursion, in concorso ad Alice nella città

Excursion, in concorso ad Alice nella città

L’apertura del concorso dà il passo al programma, dieci film vicini come non mai alle inquietudini degli adulti acerbi: ancora la sessualità (repressa) in Excursion di Una Gunjak, i disturbi mentali (Alemania, di Maria Zanetti), il lutto (The Other Son di Juan Sebastián Quebrada), la ribellione al canone (Rivière di Hugues Hariche), la violenza “in casa” (Io e il secco, dell’unico italiano in concorso, Gianluca Santoni).

Era quasi inevitabile aspettarsi – fuori concorso – anche il ritorno di una pellicola che, uscita a Cannes, ha diviso ferocemente la critica: Club Zero di Jessica Hausner, in cui un gruppo di ragazze si lega a un’esclusiva setta di “respiriani”, che promettono la salvezza eterna in cambio del raggiungimento del “peso zero”, tra anoressia mistica e crudele satira sociale.

Star “di carta” e chicche a cartoni

Notevole la selezione dei film d’animazione, che punteggiano tutto il programma di Alice. E anche in questo caso il pubblico di riferimento non è solo quello dei bambini, a partire da una “chicca” fra i restauri, Il cavaliere inesistente del fumettista Pino Zac (fondatore, insieme a Vauro, della rivista satirica Il Male), film del 1969 tratto dall’omonimo romanzo di Italo Calvino, e l’omaggio a Simone Massi, a Roma con l’esordio Invelle (anche questo reduce da Venezia) e con tutti i suoi corti, proiettati nei primi giorni del festival in testa alle proiezioni del concorso.

È un gioiello del cinema d’animazione giapponese il titolo più atteso, il nuovo film di Hayao Miyazaki Il ragazzo e l’airone, ma non è l’unica proiezione speciale “disegnata” e certamente non l’unico evento, con l’anteprima di Trolls 3 – Tutti insieme di Walt Dohrn a fare – questo sì – la felicità dei piccolissimi. Per loro (ma non solo) anche la nuova incantevole favola visiva di Benoît Chieux, Sirocco and the Kingdom of Air Streams, e la stop motion di The Inventor di Jim Capobianco, sceneggiatore di Ratatouille, alle prese con il genio di un Leonardo Da Vinci a cartoni. 

Una madre, con Aurora Giovinazzo

Una madre, con Aurora Giovinazzo

Sul versante delle star, causa sciopero, anche Alice deve ridimensionare le tradizionali passerelle dei divi in città (epocale l’anno scorso la vista di Russell Crowe, “ambasciatore di Roma”), senza rinunciare ad appuntamenti prestigiosi come le giornate Womenlands, realizzate in collaborazione con Expo 2030, che “potrebbero riservare – spiega la direttrice Fabia Bettini – anche altri grandi nomi in arrivo”.

Al momento confermati i nomi di Nastassja Kinski e Anna Foglietta, in dialogo con Alissa Jung per raccontare il rispettivo impegno nel sociale, ma altro, si capisce, verrà annunciato nei prossimi giorni.

Le star sul tappeto rosso

A non mancare saranno le star italiane, anche in questo caso anagraficamente vicine al pubblico di riferimento di Alice: i ragazzi di Mare Fuori (proiezione speciale in collaborazione con la Festa di Roma) e gli attori dei film della sezione Panorama Italia, una selezione di 12 pellicole, di cui otto in concorso, che attraversano i generi e celebrano il talento di giovani autori.

Tra gli interpreti più attesi Ludovica Martino, Blu Yoshimi (l’horror Resurgis di Francesco Carnesecchi), Lorenzo Richelmy e Alessio Lapice (il dramma Eravamo bambini di Marco Martani), Denise Tantucci e Francesco Arca (la commedia Hotspot – Amore senza rete, di Giulio Manfredonia) e soprattutto Aurora Giovinazzo, ex ragazza elettrica del “kolossal” Freaks Out di Gabriele Mainetti, qui con due film – il drammatico Una madre di Stefano Chiantini, in concorso, e l’agonistico The Cage – nella gabbia di Massimiliano Zanin, proiezione speciale.

Novità assoluta dell’edizione di quest’anno, infine, è la sezione “industry” dedicata al cortometraggio, Short Film Days: tre giorni di presentazioni, incontri e panel , dagli stati generali del corto ad approfondimenti su incentivi e tax credit, che allargano l’interesse di Alice per il cinema breve, già presente in programma con due selezioni – Ondecorte, concorso internazionale e nazionale – e proiezioni speciali.