“Siamo spiacenti di informarvi che, per motivi di bilancio, quest’anno non si terrà il festival di Annecy Cinéma Italien. È stato predisposto un calendario di incontri tra i vari partner per rivedere la modalità di funzionamento del festival e immaginare un possibile futuro”.
Lascia interdetti il messaggio di benvenuto, si fa per dire, del sito ufficiale della rassegna di cinema italiano più importante all’estero, che si tiene ad Annecy da più di 4 decenni, prima con la storica e quasi trentennale direzione artistica del mitico critico e organizzatore culturale Jean Gli e poi con il quinquennio di continuità, ma anche di innovazione ed evoluzione di Francesco Giai Via.
Qualche scricchiolio si era sentito nel 2022, ma sembrava l’assestamento di una macchina festivaliera importante, che mette d’accordo due mondi cinematografici vicini e importanti, figlia di terremoti fisiologici nell’organizzazione di grandi eventi. “E invece no – ci racconta il direttore artistico dal 2017 al 2022 Francesco Giai Via – quasi per caso nella primavera dell’anno scorso, a maggio, ho scoperto che stava saltando tutto e che, follia, non si sarebbe dovuto dire nulla. Pensavo di festeggiare, celebrare il quarantennale, mi trovavo a dover essere l’officiante di un funerale, di una morte nascosta peraltro. E in una situazione assurda, di sabotaggio interno e tra mille difficoltà, abbiamo comunque fatto, nel 2022, nell’ultima edizione di quella che sono convinto sarà “solo” la prima era dell’Annecy Cinéma Italien, 12000 ingressi paganti in 6 giorni. Se si va a confrontarli con manifestazioni simili scoprirai che si tratta di numeri di tutto rispetto”. Si vocifera di un personaggio, in particolare, che ha fatto valere il proprio peso politico e le proprie antipatie personali nel cercare di abbattere il festival, di una miope aggressione interna, anche fisica, a una rassegna (e chi la rappresentava) che non solo ha fatto la storia, ma che continuava a essere centrale in tutto il sistema di eventi cinematografici europeo.
Dal Ministero
“Siamo stati informati all’ultimo della diatriba presente tra il direttore del Bonlieu Scène National, l’ente organizzativo francese del festival, e la direzione artistica. Quando si sono rotti i rapporti, siamo stati coinvolti. E abbiamo capito che al di là dei loro problemi personali, esisteva un oggettivo problema economico per i francesi, che lamentavano un costo eccessivo per un evento esclusivamente dedicato al cinema italiano”. A parlare è Roberto Stabile, responsabile progetti speciali della DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del MIC presso Cinecittà, immediatamente intervenuta per sanare la posizione e salvare il festival, visto che le risorse locali erano ormai insufficienti. “Il Ministero mi ha subito autorizzato il progetto speciale, era impossibile permettere che chiudesse un evento con questa storia, dedicato al cinema italiano, in Francia, presente da quaranta edizioni. Per quanto ci riguarda i problemi caratteriali e di convivenza dovranno essere risolti tra di loro, ma il problema principale è stato risolto dal MIC. Questo l’ho ribadito in varie riunioni, alcune ci sono state e sono state fruttuose, altre le hanno disertate, perché era chiaro che c’era la volontà di cercare un pretesto per far saltare l’evento. Quest’anno e forse per sempre. Quando hanno capito che noi eravamo determinati a farlo con o senza di loro, anche facendo intervenire Unifrance (una sorta di ministero degli esteri del cinema di francese, l’equivalente del nostro FilmItalia) e l’ambasciata italiana, hanno cambiato atteggiamento. Anche perché noi siamo stati chiari: lo faremo comunque con soldi nostri, se non si arriverà a una sintesi e una nuova cooperazione. Annecy ci aspetta a braccia aperte”. Uno tsunami in parte imprevisto e figlio di un ricambio repentino e piuttosto violento nelle amministrazioni locali. “Il cambio di direzione politica sia nel comune che nella regione ha inciso, si è subito individuato l’evento da fuori, a loro avviso troppo costoso, come il nemico di tante iniziative del luogo. Noi siamo intervenuti anche per ribadire un’alleanza tra due paesi e due cinematografie che per prime hanno messo in campo accordi di coproduzione in Europa. Siamo aperti a ogni alternativa: se vogliono continuare a farlo, li supporteremo economicamente e organizzativamente. Altrimenti saremo costretti a farlo da soli. C’è una quinta colonna transalpina, anche una terza e una quarta, proprio ad Annecy: sono in tanti, tra la gente comune, a protestare contro questa decisione dell’amministrazione. E alla fine sarà probabilmente un bene: è stata attirata l’attenzione su un evento importante anche a livello ministeriale, in Italia, per un festival che forse era stato un po’ dimenticato. Noi non faremo questioni di principio, non abbiamo preclusioni sul come salvare Annecy Cinèma Italien, sappiamo solo che la 41esima edizione ci sarà. Senza se e senza ma”.
Le parole del direttore artistico dell’ACI
“C’è da rilevare che l’intervento delle istituzioni italiane è avvenuto non solo in maniera determinante, ma anche tempestivamente, già nello scorso autunno. Ci siamo trovati al centro di un’impuntatura personale di un personaggio che preferisco non citare e di una confusione politica su cosa fossimo e portassimo alla comunità. Annecy Cinéma Italien non è solo una vetrina dell’italianità, ma un evento che guarda al futuro del cinema, a un mondo in continua evoluzione. Chi ci ha messo i bastoni tra le ruota non aveva le competenze per capirlo e decidere in merito e non ci ha messo tra le priorità. Così ho deciso di scrivere una lettera aperta da diffondere, oggi, il 25 settembre del 2023, l’ultimo lunedì del mese in cui tradizionalmente iniziava l’evento. È stata subito condivisa dal direttore storico Jean Gili e da quasi 200 nomi fondamentali del cinema italiano. Non so se stiamo parlando di sovranismo provinciale, mi sembra più tutto figlio di lotte interne e di scarsa informazione, c’è chi ha fatto filtro verso il decisore pubblico perché non capisse di cosa si stesse parlando. Non credo sia arrivato alla politica, ad esempio, che nel 2021 ho portato un progetto in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, l’Alpi Film Lab, dal valore di un milione di euro”. Si parla di un’iniziativa di formazione, sviluppo ed educazione finanziata nell’ambito del programma Interreg Italia-Francia ALCOTRA 2014-2020 – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale in sinergia con TorinoFilmLab, laboratorio annuale che supporta talenti internazionali attraverso attività di formazione, sviluppo e finanziamento. In due distinte edizioni nel corso del 2021 e del 2022 si è creato questo spazio creativo il cui fine ultimo è stato di supportare la nuova generazione di professionisti del cinema italiani e francesi e alimentare la creatività e la produttività cinematografica del territorio regionale, oltre a favorirne lo sviluppo economico e culturale in generale. Attraverso questo progetto l’industria cinematografica transfrontaliera è stata rafforzata incrementando le occasioni di collaborazione tra Italia e Francia, diffondendo informazioni sulle opportunità professionali nel settore e valorizzando le coproduzioni italo-francesi, rafforzandone la competitività sul mercato internazionale.
“Sedici coproduzioni franco-italiane sono nate da questo laboratorio, una delle produttrici coinvolte ha poi vinto l’Orso d’oro quest’anno alla Berlinale. Ora, come ho scritto nella lettera, si deve ripensare l’iniziativa su base diversa, impedendo al primo direttore che passa di far saltare qualcosa di così importante che coinvolge due paesi che per primi, nel dopoguerra, hanno messo in campo accordi bilaterali cinematografici”. Sul farlo a dispetto dei francesi, Giai Via “dice che il festival ha Annecy come luogo imprescindibile, non si può pensare di trasferirlo, che so, in Normandia. Non vogliamo indipendenza, vogliamo maggiore coinvolgimento di tutti e la sicurezza che una singola persona o una realtà locale figlia di un rinnovamento repentino non possano abbattere il lavoro di decenni. Nell’interesse di entrambi i paesi, va ripensata profondamente la governance del festival. Poi chi sarà alla guida, se io o un altro o un’altra, non è importante. Per me era fondamentale che la 40esima, con me alla direzione, non fosse l’ultima edizione, non potevo accettarlo. Credo semplicemente che dobbiamo parlare prima del metodo e poi del merito, costruire nuove basi su cui portare avanti con ancora maggiore solidità Annecy Cinèma Italien. Anche perché ho capito una cosa che già sapevo, facendo firmare questa lettera. Non ho dovuto spiegare nulla a nessuno ai firmatari, hanno subito intuito l’importanza dell’evento e del salvarlo, lo conoscevano bene dal grande maestro all’esordiente. È stato un plebiscito transgenerazionale, trasversale e inclusivo”.
La lettera aperta a difesa di Annecy Cinèma Italien e i suoi firmatari
Oggi è il 25 settembre. Per Annecy cinéma italien (ACI), storica manifestazione nota a livello internazionale per il suo lavoro sul cinema italiano, non è un giorno qualsiasi. È l’ultimo lunedì del mese, giorno in cui tradizionalmente si svolge l’inaugurazione del festival. Quest’anno però accadrà qualcosa che non ha precedenti. Dopo ben quarant’anni, oggi pubblico e ospiti non affolleranno la splendida sala grande di Bonlieu scène nationale. La quarantunesima edizione del festival non avrà luogo. Le ragioni della cancellazione sono sostanzialmente legate ad una situazione di stallo fra le istituzioni locali della città di Annecy che non ha permesso la definizione di un budget con il quale realizzare l’edizione 2023. Le autorità italiane da noi sollecitate si sono dimostrate da subito disponibili a risolvere le problematiche organizzative e finanziarie, senza però incontrare effettivo e positivo interesse da parte delle istituzioni locali. Da Direttori che hanno contribuito alla creazione di ACI nei suoi 40 anni di storia abbiamo però ritenuto importante condividere, in questa data così simbolica, alcune considerazioni. L’annullamento è sempre una opzione dolorosa, ma può anche essere l’occasione per riflettere sulle criticità che hanno portato a questa scelta estrema. Noi siamo fermamente convinti che il festival debba continuare ad esistere e che debba essere rafforzato a livello organizzativo, per far si che ciò che è accaduto quest’anno non accada mai più.
Negli anni ACI ha saputo dimostrare il suo ruolo centrale nel rapporto fra Francia e Italia. È una manifestazione partecipata e di successo, profondamente radicata sul territorio. È una vetrina d’eccellenza per lo storico e ben saldo rapporto di cooperazione cinematografica fra i nostri due paesi e vanta la collaborazione e il pieno supporto delle istituzioni e dell’industria del cinema italiano.
Anche per questo è necessario ripensare profondamente la governance del festival. Crediamo che sia fondamentale la creazione di un nuovo organismo formato da un gruppo ristretto di personalità di spicco delle istituzioni e del cinema, incaricato di stabilire linee guida e priorità strategiche. È fondamentale che questo nuovo soggetto abbia al suo interno rappresentanti sia francesi che italiani e che possa unire la dimensione locale con figure di primo piano che conoscano profondamente il cinema e la sua industria. Per storia e prestigio è altresì fondamentale che la produzione dell’evento sia realizzata da una struttura solida e di assoluta affidabilità, che sappia dare forma ad un evento di alto profilo e che abbia al suo interno tutte quelle competenze organizzative che hanno fatto di ACI quello che è stato fino ad oggi.
Nel corso degli anni il festival ha dimostrato di non essere soltanto la vetrina per una settimana di cinema. ACI ha saputo farsi piattaforma progettuale, sfruttando la sua posizione privilegiata nelle dinamiche franco italiane: basta citare lo straordinario lavoro fatto con le scuole, il successo delle repliche sul territorio del Dipartimento e la spinta propulsiva dell’iniziativa Alpi Film Lab, progetto europeo dedicato alla formazione e alla coproduzione fra i due paesi. ACI ha tutte le carte in regola per inserirsi nella molteplicità di iniziative professionali e di formazione messe in atto dagli organismi istituzionali francesi e italiani, mettendo a disposizione le sue competenze e le sue eccellenze.
Abbiamo deciso di condividere questo appello con un gruppo di professioniste e professionisti dell’industria cinematografica italiana a cui il festival è legato e che hanno voluto firmare con noi questa lettera aperta. Il loro supporto è la prova che ACI rimane un luogo unico, che merita un futuro all’altezza del suo passato. Ora è necessario lavorare insieme.
Che l’ultimo lunedì di settembre del 2024 sia nuovamente il giorno in cui festeggiare l’apertura di una nuova edizione di Annecy cinéma italien.
I Direttori del festival
Francesco Giai Via (Direttore artistico dal 2017 al 2022)
Jean Gili (Direttore artistico dal 1988 al 2016
Abrami Elisabetta – Montatrice
Amelio Gianni – Regista
Angeli Franco – Sceneggiatore e regista
Avati Pupi – Regista
Amato Alessandro – Produttore
Andò Roberto – Regista
Angius Bonifacio – Regista
Barbagallo Angelo – Produttore
Barrese Beniamino – Regista
Bellocchio Marco – Regista
Benzi Paolo – Produttore
Borghi Alessandro – Attore
Borromei Marco – Sceneggiatore
Braucci Maurizio – Sceneggiatore e regista
Calvelli Francesca – Montatrice
Carpignano Jonas – Regista
Catania Simone – Produttore e regista
Chiarelli Andrea – Sceneggiatore
Cima Francesca – Produttrice
Coluccini Daniele – Regista
Corsi Tilde – Produttrice
Cravero Stefano – Montatore
Cresto-Dina Carlo – Produttore
D’Anolfi Massimo – Regista
D’Innocenzo Fabio e Damiano – Registi
Dante Emma – Regista
de Razza Attilio – Produttore
De Sica Andrea – Regista
Delpero Maura – Regista
Di Giacomo Federica – Regista
Falsetti Niccolò – Regista
Fasulo Alberto – Regista
Ferrente Agostino – Regista
Ferrone Federico – Regista
Frammartino Michelangelo – Regista
Gaglianone Daniele – Regista
Garrone Matteo – Regista
Giapponesi Claudio – Produttore
Giovannone Enrico – Montatore
Golino Valeria – Regista e attrice
Grassadonia Fabio – Regista
Greco Alessandro – Produttore
Isola Simone – Produttore
Labate Wilma – Regista
Leondeff Doriana – Sceneggiatrice
Lo Cascio Luigi – Attore e regista
Magnani Andrea – Regista
Manzolini Michele – Regista
Marchioni Vinicio – Attore
Martella Massimo – Sceneggiatore e regista
Marzotto Marina – Produttrice
Mastrella Flavia – Regista
Mazzoleni Francesca – Regista
Morabito Edoardo – Montatore e Regista
Munzi Francesco – Regista
Occhipinti Andrea – Produttore
Oliviero Bruno – Regista e sceneggiatore
Palermo Donatella – Produttrice
Pannone Gianfranco – Regista
Parenti Martina – Regista
Perpignani Roberto – Montatore
Piccioni Giuseppe – Regista
Piredda Mario – Regista
Porporati Andrea – Regista
Quadri Jacopo – Montatore e Regista
Rigo de Righi Alessio – Regista
Romana Massaro Francesca- Sceneggiatrice
Rosi Gianfranco – Regista
Rovere Matteo – Regista e produttore
Samani Laura – Regista
Sardo Stefano – Regista e sceneggiatore
Servillo Toni – Attore
Smutniak Kasia – Attrice e regista
Stambrini Monica – Regista
Steigerwalt Giulia – Regista
Taviani Paolo – Regista
Torre Roberta – Regista
Trevisan Nadia – Produttrice
Tuveri Igor “Igort” – Regista
Vannucci Michele – Regista
Vicari Daniele – Regista
Zadra Flaminio – Produttore
Alessi Marco – Produttore
Barletti Davide – Regista
Battiston Giuseppe – Attore e regista
Bellosi Chiara – Regista
Bertani Tommaso – Produttore
Borrelli Alessandro – Produttore
Botrugno Matteo – Regista
Calabria Esmeralda – Montatrice
Carnelutti Valentina – Attrice
Cassigoli Alessandro – Regista
Ceccarelli Stefano – Sceneggiatore
Chimenti Luigi – Produttore
Cioni Giovanni – Regista
Comodin Alessandro – Regista
Costabile Francesco – Regista
Cremonini Alessio – Regista
Cristiani Carlotta – Montatrice
D’Emilio Ciro – Regista
Dainese Chiara – Montatrice
De Paolis Roberto – Regista e produttore
De Serio Gianluca e Massimiliano – Registi
Del Brocco Paolo – Produttore
Di Costanzo Leonardo – Regista
Diritti Giorgio – Regista
Fasano Walter – Montatore e Regista
Favino Pierfrancesco – Attore
Ferrero Giorgio – Regista
Fontana Giancarlo – Regista
Freddi Paola – Montatrice
Galloni Chiara – Produttrice
Gattoni Simone – Produttore
Giovannesi Claudio – Regista
Giuliano Nicola – Produttore
Gramizzi Serena – Produttrice
Grasso Stefano – Sceneggiatore
Hervé Aline – Montatrice
Kauffman Casey – Regista
Laudani Chiara – Sceneggiatrice
Lettieri Francesco – Regista
Luchetti Laura – Regista
Manetti Antonio e Marco – Registi
Marcello Pietro – Regista
Martegiani Chiara – Attrice
Martone Mario – Regista
Mastandrea Valerio – Attore e regista
Matarrese Gianluca – Regista
Minervini Roberto – Regista
Moretti Nanni – Regista
Nicchiarelli Susanna – Regista
Olgiati Ivan – Produttore
Pacinotti Gianni “Gipi” – Regista
Pallaoro Andrea – Regista
Papou Hleb – Regista
Paris Andrea – Produttore
Piazza Antonio – Regista
Picone Nicola – Produttore
Pompili Giovanni – Produttore
Procacci Domenico – Produttore
Rezza Antonio – Regista
Risuleo Fulvio – Regista
Romeo Andrea – Produttore
Rossetto Alessandro – Regista
Salvatores Gabriele – Regista
Santella Valia – Sceneggiatrice
Savona Stefano – Sceneggiatore e regista
Sironi Carlo – Regista
Spoletini Marco – Montatore
Stasi Giuseppe G.- Regista
Stocchi Marica – Produttrice
Terzi Maria Carolina – Produttrice
Travaglioli Cristiano – Montatore
Trinca Jasmine – Attrice e regista
Valerio Adriano – Regista
Vasiljevic Ines – Produttrice
Virzì Paolo – Regista
Zoppis Matteo – Regista
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