Blackbird Blackbird Blackberry, il dramma georgiano di Elene Naveriani su una 40enne indipendente che inizia una relazione che scatena un risveglio esistenziale, ha vinto il primo premio come miglior film al Sarajevo International Film Festival 2023.
La protagonista Ekaterine Chavleishvili, si è aggiudicata anche il riconoscimento come miglior attrice ai premi Heart of Sarajevo, consegnati venerdì 18 agosto nella capitale bosniaca.
Il premio per il miglior attore è andato all’esordiente Jovan Ginić per il suo ruolo in Lost Country di Vladimir Perišić, che interpreta un adolescente serbo degli anni Novanta, in bilico tra le proteste studentesche contro il regime autoritario del presidente serbo Slobodan Milošević e la lealtà verso la madre, portavoce del regime.
Il regista ucraino Philip Sotnychenko ha vinto il premio per la miglior regia con La Palisiada, un dramma criminale dai ritmi dilatati su due vecchi amici, un detective della polizia e uno psichiatra forense, che indagano sull’omicidio di un loro collega nell’Ucraina occidentale nel 1996, pochi mesi prima che l’Ucraina firmi la Convenzione europea sui diritti umani.
Il premio del festival per il miglior documentario è andato a Bottlemen del regista serbo Nemanja Vojinović, che segue gli emarginati che lavorano nell’enorme discarica insalubre alla periferia di Belgrado. La regista macedone Kumjana Novakova ha vinto il premio per i diritti umani, assegnato al film in concorso a Sarajevo che meglio affronta questi temi, per il suo documentario Silence of Reason, che ha utilizzato gli archivi della Corte internazionale per i diritti umani dell’Aia per esplorare il modo in cui la violenza contro le donne è stata usata come arma di guerra nel conflitto in Bosnia.
Nvoakova ha partecipato al dibattito pubblico tenutosi giovedì 17 agosto a Sarajevo sulle rappresentazioni artistiche e mediatiche della violenza contro le donne. La discussione si è tenuta in una giornata di lutto nazionale per tutta la Bosnia-Erzegovina, in risposta allo scioccante triplice omicidio e suicidio avvenuto l’11 agosto nella città di Gradacac, nel nord-est della Bosnia, dove un uomo ha trasmesso in diretta streaming l’omicidio della sua ex-moglie. Il festival di Sarajevo ha sospeso la sua regolare programmazione, con il dibattito pubblico come unico evento della giornata.
La giuria di Sarajevo, presieduta quest’anno dall’attrice australiana Mia Wasikowska, ha anche assegnato un premio speciale della giuria al documentario Fairy Garden di Gergő Somogyvári, che segue l’improbabile amicizia tra un’adolescente transgender di 19 anni e un senzatetto di 60 anni che vivono insieme in una capanna sgangherata nei boschi fuori Budapest. De Facto della regista Selma Doborac ha vinto il premio speciale della giuria per la promozione della parità di genere. Il documentario adotta un approccio analitico per esaminare come il cinema possa occuparsi di crimini contro l’umanità, violenza estrema e terrore di Stato senza esserne complice.
Il premio per il miglior cortometraggio, che apre al progetto la possibilità di essere preso in considerazione per gli Oscar, è andato a 27 di Flóra Anna Buda, un film d’animazione su una donna di 27 anni che vive ancora con i genitori e sogna di fuggire dalla sua monotona vita quotidiana.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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