Era notizia di martedì 24 ottobre: la Festa del Cinema di Roma, alla sua 18esima edizione, aveva fatto il botto al botteghino. Un successo definito “straordinario”, con un incremento del + 52% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, con oltre 55 mila biglietti venduti dopo sei giorni di programmazione.
All’undicesimo giorno di Festa (quest’anno uno in più rispetto alla tradizione), il dato tende ancora a salire, portando il presidente Gian Luca Farinelli, la direttrice artistica Paola Malanga e la direttrice generale Francesca Via a gioire per un risultato che supera di gran lunga le aspettative. Si chiude con un +58% all’undicesimo giorno dell’evento, in attesa della conclusione domenica 29 ottobre: la presenza finale è stimala sui 92.000 spettatori.
“È andata talmente bene che farei un’altra settimana. Tanto da lunedì, altrimenti, che si fa?”. Se lo domanda Farinelli, soddisfatto dei 169 titoli, provenienti da 31 paesi, proiettati nella capitale (ma nei prossimi anni, promette Farnelli, il festival “si espanderà”).
“Troppi titoli? Roma è maestosa. Ciò che è poco altrove, qui sarebbe nulla. Per questo bisogna fare un grande sforzo per emergere in una città che è grandiosa. Grandiosa come la risposta ricevuta dal pubblico”. A commentare è Malanga, a capo della selezione delle pellicole in programma, che quest’anno hanno accompagnato gli spettatori al ritmo di circa cinquanta proiezioni al giorno.
“Siamo arrivati a proiettare film anche nell’albergo dei poveri del Papa, nelle carceri e all’opedale Gemelli. Abbiamo portato i film lì dove non ce ne sono”, ha aggiunto Via, ricordando che la Fondazione Cinema per Roma organizza tutto l’anno la promozione di eventi cinematografici e culturali, dalle attività con la Casa del Cinema alle sette arene estive.
Festa di Roma, i dati
I biglietti emessi, tra pubblico e accrediti (quest’ultimi 5.121), sono 70.640. I biglietti delle sale in città 7.485, mentre gli ingressi agli eventi gratuiti 5.148. Il totale delle presenze in sala è di 83.273 unità, con 543 proiezioni totali su tre sale all’Auditorium e 15 sale su Roma. “Tutto merito della curiosità del pubblico e della risonanza che la festa è riuscita a generare”, spiega Farinelli puntualizzando che “non servono nemmeno più le star” di Hollywood, ferme a causa dello sciopero, che negli anni passati avevano partecipato all’evento.
“Gli scambi che ci sono stati con i professionisti degli altri paesi sono stati fondamentali e dimostrano che la festa è conosciuta e può vivere grazie a grandi personalità – continua il presidente – Vincent Lindon ha portato in anteprima Like a son e quando ci siamo salutati non solo mi ha abbracciato due volte, ma mi ha anche detto che vorrà sempre tornare qui a presentare le sue opere. E ne farà di importanti”. A sopperire alla mancanza di stelle hollywoodiane o di nomi di immediato appeal per il grande pubblico, sarebbe stato secondo Farinelli un cinema italiano “in ottimo stato di salute”.
La vera star: il cinema italiano
“La vitalità del cinema italiano è evidente. Lo abbiamo visto a Roma e sappiamo che sarà centrale anche al prossimo festival di Torino”, dichiara Paola Malanga, mentre si accenna al ventilato ridimensionamento sugli investimenti nel cinema da parte del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. “Tendiamo a fustigarci o a esaltarci da soli, non riuscendo spesso ad avere un quadro completo. Dovremmo imparare a guardarci come fanno i professionisti stranieri, che riconoscono nel cinema italiano una diversità e una qualità ammirevoli”. Prosegue Gian Luca Farinelli: “Che poi diciamocelo, una tale vitalità produttiva e artistica nel cinema italiano era impensabile diciotto o dieci anni fa. Anzi, facciamo anche cinque”.
Uno stato di salute che il botteghino extra-Festa del Cinema conferma: “È stata una soddisfazione leggere i dati Cinetel di giovedì scorso e constatare che il secondo incasso in sala era di un film italiano presentato qui al festival, dietro a un’opera americana (l’horror Saw X, ndr.)”, aggiunge Farinelli riferendosi all’esordio di Paola Cortellesi, regista e protagonista di C’è ancora domani. “Come in Francia, dove alla seconda posizione della stessa giornata c’era Second Tour, sempre in anteprima qui a Roma. Non si tratta di chiudersi in una bolla – afferma Farinelli – Ma, come ogni festival, dobbiamo saper sostenere il sistema”.
Numeri che raccontano un’impresa che, secondo gli organizzatori, sarebbe potuta riuscire soltanto a Tom Cruise, complice una Roma semi-paralizzata dai lavori per il prossimo Giubileo e la “missione impossibile” di trovare per ogni singola proiezione “l’incastro giusto” in programma. La capitale, “creatura strana e magnifica” secondo la direttrice Malanga, ha dimostrato che “è qui la Festa”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma