“Non è uno sciopero tra tanti. Sta cambiando i connotati dell’industria del cinema. L’Italia starà a rimorchio delle lotte americane e dei loro risultati”. Così lo scrittore Erri De Luca, primo ospite dell’edizione 53 del Festival di Giffoni (in programma a Giffoni
Valle Piana, fino al 29 luglio), ha commentato il recente sciopero degli attori americani.
“In America – ha detto – c’è uno sciopero del cinema perché c’è un sindacato degli scrittori e degli attori perché è una grande industria, che ha prodotto anche dei sindacati e la condizione del lavoro oggi e del reddito di questi lavoratori – scrittori, sceneggiatori e attori – si è di molto ridimensionata per la diffusione dei canali streaming. C’è dunque un impoverimento di questa maestranza indispensabile del cinema. E perciò è avvenuta questa grande unione: gli scrittori da due mesi, gli attori stanno cominciando adesso. Hanno bisogno di essere tutelati”.
Erri De Luca si mostra attento agli sviluppi della vicenda e afferma: “Quel che piace a me, come scrittore che ha un’attività individuale, è che ci sia questa grande unione di scrittori. Gli scrittori sono tutti individualisti, ma lì no! Lì sono legati alla grande industria del cinema. È un evento per me molto importante, lo sottolineo. Mi piace nominarlo. È qualcosa che sta cambiando i connotati di questa meravigliosa macchina che è il cinema e il video. Non è uno sciopero tra i tanti”.
E in Italia? “Non credo che l’Italia, così come altre parti del mondo, abbia quella massa critica di lavoratori uniti e solidali, quella possibilità di unione tra di loro, che invece c’è in America su grande scala. Noi siamo su una scala troppo ridotta per raggiungere quella massa critica capace di reagire come un corpo unico”. E chiude: “Staremo a rimorchio di quello che questa lotta nel cinema produrrà come risultato”.
(Ansa)
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