Sono cinque le candidature ai Golden Globes per Past Lives (qui la nostra recensione) – miglior film drammatico, miglior sceneggiatura, miglior film straniero, miglior attrice in un film drammatico per Greta Lee e miglior regia – esordio alla regia di Celine Song (nelle nostre sale il 14 febbraio con Lucky Red) che si è già accaparrata la statuetta per il miglior film dell’anno ai Gotham Awards. Nella categoria principale la regista dovrà vedersela con Maestro di Bradley Cooper, Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, Oppenheimer di Christopher Nolan, La zona d’interesse di Jonathan Glazer e Anatomia di una caduta di Justine Triet.
Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.
Past Lives, la trama
Ispirato da una vicenda accaduta alla regista, il film racconta la storia di Nora (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo), due amici d’infanzia profondamente legati che si separano quando la famiglia di Nora dalla Corea del Sud emigra in Canada. Due decenni dopo si ritrovano a New York, dove vivono una settimana cruciale in cui si confrontano sul destino, l’amore e le scelte che segnano il corso della vita, in una storia d’amore moderna e struggente.
Una sera di qualche anno fa, Celine Song si ritrovò seduta in un bar tra due uomini provenienti da periodi molto diversi della sua vita. Uno era suo marito di New York (John Magaro), l’altro il suo amore d’infanzia, che era venuto dalla Corea per visitare la città. In quel bar, nel ruolo sia di traduttrice che di intermediaria, Song ha avuto la strana sensazione di attraversare due dimensioni alternative, fondendole in una sola.
Un film affilato come un coltello
“Celine me ha descritto la scena come un duello: entrambi abbiamo le spade sguainate, ma c’è un certo livello di rispetto. Hae Sung perderà il combattimento, quindi sono entrato in scena con questa consapevolezza emotiva dando spazio a John, che per me era molto importante”, ricorda Teo Yoo a THR parlando dell’ormai famosa scena del bar presente nel film (qui l’intervista).
“Volevo che l’intero film sembrasse un coltello” ha raccontato la regista a THR (qui l’articolo sul making of della pellicola). “E che si sviluppasse fino al punto in cui è affilato e stai per pugnalare. Quando entriamo nel terzo atto e si incontrano, è come un’esplosione”.
Un racconto che entra sotto pelle
“Ci sono state reazioni molto profonde. Spesso le persone mi parlano della loro vita privata, dei loro fidanzatini d’infanzia, degli amori giovanili, dei loro legami. Il pubblico si lascia coinvolgere, vuole che gli entri sotto pelle, che diventi parte della loro vita. Non vorrei che le persone lasciassero la sala provando le stesse sensazioni. Mi piacerebbe che sentissero che il film parla di ognuno di loro”, ha raccontato la regista a THR Roma circa la risposta emotiva degli spettatori al suo film quando l’abbiamo incontrata alla Festa del Cinema (qui la nostra intervista).
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