Hillary Clinton, ex first lady, senatrice, segretaria di Stato e candidata democratica alla presidenza, può ora aggiungere un Emmy nel suo curriculum. Clinton, insieme alla figlia Chelsea, sono state produttrici esecutive del documentario di Netflix In Her Hands, un film sulla più giovane sindaca nella storia dell’Afghanistan, che giovedì 28 sera è stato premiato con l’Emmy come documentario politico e governativo nella seconda serata della 44esima edizione dei News & Documentary Emmy Awards.
Durante la cerimonia, alla quale la famiglia Clinton non ha partecipato, non è stato rivelato pubblicamente quali persone avrebbero ricevuto le statuette per i progetti vincitori. David Winn, responsabile dei News & Documentary Awards per la National Academy of Television Arts & Sciences, ha confermato a The Hollywood Reporter: “In quanto produttori esecutivi del film, Hillary e Chelsea Clinton sono considerate eleggibili”.
In Her Hands
In Her Hands, il primo progetto nato dalla casa di produzione della HiddenLight Productions, è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2022 e ha vinto il premio del pubblico al Camden International Film Festival nell’autunno successivo. Co-diretto da Tamana Ayazi e Marcel Mettelsiefen, racconta il periodo di 19 mesi prima della riconquista dell’Afghanistan da parte delle milizie talebane, seguendo la prospettiva di Zarifa Ghafari, la più giovane sindaca del Paese.
Le riprese del documentario sono iniziate nel 2020, quando Ghafari era ancora sindaca di Maidan Shahr, la capitale della provincia di Maidan Wardak, nell’Afghanistan centrale. Nell’agosto 2021, la capitale del Paese, Kabul, è caduta, facendo precipitare l’Afghanistan in una crisi umanitaria. Oltre che da HiddenLight Productions, In Her Hands è stato prodotto da Juan Camilo Cruz del gruppo Moondogs e da Jonathan Schaerf di Propagate Productions.
Le polemiche
Nonostante il successo, il documentario non è stato esente da polemiche. A Toronto, lo scorso autunno, la regista di Citizenfour Laura Poitras, vincitrice di un Oscar, ha accusato l’ex segretaria di Stato di aver “intrapreso una sorta di whitewashing” passando senza soluzione di continuità alla produzione di film non fiction. E, recensendo il film per THR, Lovia Gyarkye ha osservato: “L’ironia del coinvolgimento dell’ex segretaria di Stato nel progetto tormenta il film, che flirta con le critiche sull’interventismo bieco degli Stati Uniti”.
Il film, nonostante le critiche, ha prevalso durante la cerimonia, aggiudicandosi il premio. In lizza per l’Emmy c’erano anche A Radical Life (Discovery+), Apart (PBS), Not Going Quietly (PBS) e Watergate: High Crimes In The White House (CBS).
Traduzione di Pietro Cecioni
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma