“Il 41º Torino Film Festival vuole essere divertente, colto e capace di mescolare le cose più diverse”. Parola di Steve Della Casa, direttore artistico del TFF, che racconta a THR Roma cosa dovremmo aspettarci dell’edizione 2023 – in programma dal 24 novembre al 2 dicembre – che segna il suo ultimo mandato prima di lasciare il posto a Giulio Base, l’attore e regista che prenderà la direzione nel 2024 come annunciato negli scorsi mesi.
“Il western sta al mito americano come l’Iliade stava all’antica Grecia. Hanno conquistato l’Asia minore e poi si sono inventati Troia, il cavallo, Ettore, Achille. E lì un gruppo di vaccari, che tra l’altro ammazzava tutti gli abitanti originari, si espandeva e portava la civiltà. Non sappiamo se era davvero civiltà, però il mito è rimasto. L’idea del grande Paese che si crea dal nulla. Credo che il mito della frontiera sia qualcosa che resta. Anche se oggi le frontiere si tende più a chiuderle che aprirle”, racconta Della Casa partendo dall’immagine ufficiale del festival firmata da Ugo Nespolo e che ritrae Sentieri Selvaggi di John Ford in cui John Wayne tiene tra le braccia Natalie Wood.
I temi del Torino Film Festival 2023
Sono 181 i film presentati in selezione ufficiale al TFF la cui madrina è Catrinel Marlon – di cui 128 lungometraggi, 13 mediometraggi, 40 cortometraggi, 59 anteprime mondiali, 10 anteprime internazionali, 3 anteprime europee e 68 anteprime italiane – selezionati su più di 4000 opere visionate. Tra questi il direttore artistico di TIFF si sbilancia e consiglia “l’unico film italiano in concorso, Non riattaccare di Manfredi Lucibello che vede Barbara Ronchi in scena per 90 minuti su 95. Un thriller tra i più coinvolgenti degli ultimi anni”.
Parlando di temi, invece, quello “femminile è molto presente sia nel concorso che nei documentari e la politica. Qualcosa che nel Torino Film Festival circola da sempre a vari livelli”, continua Della Casa. “Credo che l’altro tema importante sia la musica. Sia per la presenza di grandi nomi sia perché molti documentari e molti film hanno nella musica un motivo d’attrazione molto forte”.
Impossibile non citare la notizia della fine dello sciopero degli attori a Hollywood dopo 118 giorni di picchetti. Una realtà che ha influenzato la line-up di molti festival. “A differenza di Roma e, soprattutto, di Venezia che presentano un cinema diverso, noi proponiamo un cinema indipendente”, sottolinea Della Casa. “Qui i nomi grossi non sono tanto presenti. Non abbiamo trovato particolari difficoltà in questo rispetto a quelle che hanno avuto il mio amico Alberto Barbera e la mia amica Paola Malanga”.
Un festival metropolitano
Chiunque abbia frequentato il TFF avrà visto almeno una volta le sale dei cinema delle proiezioni dedicate al pubblico stracolme di persone in attesa di entrare. “C’è il peccato originale ma ci sono anche le doti originali. Il festival di Torino nasce dall’incrocio di tre elementi: l’università con il professor Rondolino, l’associazione dei cinema d’essai con Alberto Barbera e Movie Club che eravamo io e Roberto Turigliatto”, racconta il direttore artistico. “Delle realtà diverse: due private e una pubblica che avevano a che fare e vivevano con un pubblico. Quest’attenzione a coinvolgere un pubblico metropolitano credo sia alla base della partecipazione della città. È sempre stato così”.
Un festival dalla forte identità. Oltre quarant’anni di edizioni che ne hanno fortificato il nome a livello nazionale (e non solo). Ma come sarà il futuro del TFF per Steve Della Casa? “È difficile modificare il festival” ammette il direttore artistico. “Poi ciascuno ci metterà il suo, la sua personalità, le sue idee. Se lo cambi troppo rischia di essere un’operazione di rigetto. Torino ha cambiato nel tempo molti direttori di origine diversa. Io, Barbera e Turigliatto venivamo dalla critica. Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì erano registi. Ma quello di Torino è un format talmente codificato che è difficile modificarlo”. Per chiudere. “Quando è elegante, il Torino Film Festival veste comunque la giacca color granata”.
John Wayne sarà protagonista di un omaggio mentre Sergio Citti sarà al centro della retrospettiva realizzata quest’anno dal TFF. Pupi Avati, Fabrizio Gifuni, Christian Petzold, Caterina Caselli, Drusilla Foer, Kyle Eastwood, Oliver Stone animeranno le masterclass di quest’edizione in cui tornano le sezioni Back to Life, Nuovimondi e Crazies.
Torino Film Festival: il concorso
ARTURO A LOS 30 / ABOUT THIRTY di Martín Shanly (Argentina 2023, DCP, 92′)
BIRTH di Jiyoung Yoo (Corea del Sud, 2023, DCP, 155′)
CAMPING DU LAC di Eléonore Saintagnan (Belgio/Francia, 2023, DCP, 70′)
GRACE di Ilya Povolotsky (Russia, 2023, DCP, 119′)
KALAK di Isabella Eklöf (Svezia / Danimarca, 2023, DCP, 125′)
LINDA VEUT DU POULET! / CHICKEN FOR LINDA! di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach (Francia / Italia, 2023, DCP, 76′)
MANDOOB / NIGHT COURIER di Ali Kalthami (Arabia Saudita, 2023, DCP, 111′)
NON RIATTACCARE di Manfredi Lucibello (Italia, 2023, DCP, 90′)
LA PALISIADA di Philip Sotnychenko (Ucraina, 2023, DCP, 100′)
LE RAVISSEMENT / THE RAPTURE di Iris Kaltenbäck (Francia, 2023, DCP, 97′)
SOLEILS ATIKAMEKW / ATIKAMEKW SUNS di Chloé Leriche (Canada, 2023, DCP, 103′)
WHITE PLASTIC SKY di Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó (Ungheria / Slovacchia, 2023, DCP. 111′)
TFF: il fuori concorso
UNE ANNÉE DIFFICILE di Olivier Nakache, Éric Toledano (Francia, 2023, DCP, 120′)
CERRAR LOS OJOS / CLOSE YOUR EYES di Víctor Erice (Spagna / Argentina, 2023, DCP, 169′)
CHRISTINE / CHRISTINE – LA MACCHINA INFERNALE di John Carpenter (USA, 1983, DCP, 110′)
DANCE FIRST di James Marsh (USA, 2023, DCP, 100′)
LOS DELINQUENTES di Rodrigo Moreno (Argentina / Brasile / Lussemburgo / Cile, 2023, DCP, 180′)
I DELITTI DEL BARLUME di Roan Johnson, Milena Cocozza (Italia, 2023, DCP, 96’)
DÉSERTS di Faouzi Bensaïdi (Germania/Belgio/Francia/Marocco, 2023, DCP, 124′)
DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD di Radu Jude (Romania / Lussemburgo/ Francia / Croazia, 2023, DCP, 163′)
EARTH MAMA di Savanah Leaf (UK / USA, 2023, DCP, 97′)
ESSENTIAL TRUTHS OF THE LAKE di Lav Diaz (Filippine / Portogallo / Singapore / Taiwan / Svizzera / UK, 2023, DCP, 215′)
EX-HUSBANDS di Noah Pritzker (USA, 2023, DCP, 98′)
FOLLE D’AMORE – ALDA MERINI di Roberto Faenza (Italia, 2023, DCP, 101′)
THE HOLDOVERS di Alexander Payne (USA, 2023, DCP, 132′)
L’ÎLE di Damien Manivel (Francia, 2023, DCP, 73′)
INDAGINE SU UNA STORIA D’AMORE di Gianluca Maria Tavarelli (Italia, 2023, DCP, 100′) JEUNE CINÉMA di Yves-Marie Mahe (Francia, 2023, DCP, 73′)
KUBI di Takeshi Kitano (Giappone, 2023, DCP, 131′)
MARIANNE di Michael Rozek (UK, 2023, DCP, 87′)
MIMI DE DOAURNENEZ di Sébastien Betbeder (Francia, 2023, DCP, 38′)
UN PINCEMENT AU COEUR di Guillaume Brac (Francia, 2023, DCP, 38′)
OMAGGIO A MIMMO JODICE di Mario Martone (Italia, 2023, DCP, 52′)
PAOLO CONTE ALLA SCALA – IL MAESTRO È NELL’ANIMA di Giorgio Testi (Italia, 2023, DCP, 105′)
LA PRÁCTICA / THE PRACTICE di Martín Rejtman (Argentina / Cile / Portogallo, 2023, DCP, 89′)
IL PUNTO DI RUGIADA di Marco Risi (Italia, 2023, DCP, 112′)
EL REALISMO SOCIALISTA di Raúl Ruiz, Valeria Sarmiento (Cile, 2023, DCP, 78′)
RICARDO ET LA PEINTURE / RICARDO AND THE PAINTINGS di Barbet Schroeder (Francia/USA, 2023, DCP, 80′)
ROBOT DREAMS di Pablo Berger (Spagna / Francia, 2023, DCP, 90′)
ROTER HIMMEL / AFIRE di Christian Petzold (Germania, 2023, DCP, 103′)
SEDICI MILLIMETRI ALLA RIVOLUZIONE di Giovanni Piperno (Italia, 2023, DCP, 67′) SOLO di Sophie Dupuis (Canada, 2023, DCP, 101′)
TRAVOLTI DA UN’INSOLITA CENSURA – TUTTO CIÒ CHE AL CINEMA NON SI PUÒ PIÙ VEDERE di Luca Beatrice, Luigi Mascheroni (Italia, 2023, 40′)
UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO di Michele Mally (Italia, 2023, DCP, 86′)
VANGELO SECONDO MARIA di Paolo Zucca (Italia, 2023, DCP, 103′)
YANNICK di Quentin Dupieux (Francia, 2023, DCP, 67′)
YOU HURT MY FEELINGS di Nicole Holofcener (USA, 2023, DCP, 93′)
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