“Isola degli stupratori”, e ancora “No lion for predators” (“Nessun leone agli stupratori”), “Cinema sessista risposta femminista”. Sono comparse stamattina a Venezia, al Lido, ai Giardini della Biennale e alla rotonda di Santa Maria Elisabetta (l’affollato capolinea della Mostra) una serie di scritte di protesta – in italiano, francese, inglese – che accusano la Mostra di aver ospitato “i predatori sessuali”.
Realizzate tutte con la stessa tecnica – un foglio per lettera, incollato al muro – le scritte citano apertamente Woody Allen (“Coupe de Chance: la justice ne fait pas son travail,” “colpo di fortuna, la giustizia non fa il suo dovere”: è un gioco di parole con il film del regista atteso a Venezia) e Roman Polanski (“Polanski Wanted”), accusando la Mostra di essere “80 anni indietro”.
Alcune scritte di protesta sono state indirizzate alla premier Giorgia Meloni (“Siamo tutte antimeloni”). Lo scorso 30 agosto il compagno della premier e giornalista di Rete 4, Andrea Giambruno, era stato aspramente criticato dopo le dichiarazioni sulle vittime di stupri e molestie, rilasciate in diretta nel corso della trasmissione da lui condotta, Diario del giorno: “Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi – aveva detto – magari eviti anche di incorrere in certe problematiche”.
Meloni non si è mai dissociata pubblicamente dalle sue parole. La polizia e la Digos, dopo aver rimosso le scritte stamattina, stanno visionando le telecamere di sorveglianza: non sarebbe arrivata al momento alcuna rivendicazione da parte di gruppi o sigle.
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